POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

venerdì, settembre 21

Quel che non c'è in STORIA DI VERA di Danila Oppio







Quando si affida una propria opera a un editore serio, bisogna ascoltare i suoi suggerimenti. Quindi diventa un lavoro di taglio e cucito: si tolgono parti e se ne aggiungono altre. Mi è spiaciuto però che fossero state eliminate alcune pagine, e quindi le propongo su questo blog, poiché per me hanno una grande valenza.


STORIA DI VERA non sarebbe nata né tanto meno pubblicata, se non ci fosse stata Angela Fabbri ad incoraggiarmi nel lavoro, perciò la brava scrittrice ha tutta la mia riconoscenza.
Premessa
Se vogliamo sapere qualcosa di un uomo, chiediamo:
<<Qual è la sua storia, la sua vera storia intima?>, poiché ciascuno di noi è una biografia, una storia. Ognuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, incoscientemente da noi, in noi attraverso di noi – attraverso le nostre percezioni, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni; e non ultimo, il nostro discorso, i nostri racconti orali. Da un punto di vista biologico, fisiologico, noi non differiamo molto l’uno dall’altro: storicamente, come racconti, ognuno di noi è unico.
Per essere noi stessi, dobbiamo avere noi stessi – possedere, se necessario ri-possedere, la storia del nostro vissuto Dobbiamo “ripetere” noi stessi, nel senso etimologico del termine, rievocare il dramma interiore, il racconto di noi stessi.  L’uomo ha bisogno di questo racconto, di un racconto interiore continuo, per conservare la sua identità, il suo sé.
 
Oliver Sachs (1933-2015) è stato a lungo professore di Neurologia presso l’Albert Einstein College of Medicine e alla Columbia University di New York.
Tratto da L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello







Proemio

Sento che stai solo entrando nel racconto della vita di Vera, lo stai ancora guardando, non scendi a bagnarti nell'acqua di quel fiume talmente pieno di ricordi che risaltano fuori come mulinelli in un fiume fatto ormai torrente che scuote i sassi, richiamando i tuoi occhi ora qua ora là, ora là in fondo.
A un certo punto avrà un effetto ipnotico e, senza accorgerti, ti troverai dentro fino a nuotarci.
Allora avrai paura di non saper più uscirne, qualcosa d’invisibile ti tratterrà dal basso, forse alghe scivolose?
Quando avrai paura, chiamami, perché io ci sono già passata molte e molte volte e so che se ne esce solo accettando quel che sentiamo istintivamente come pericolo. Chiamami e ti sosterrò, ti allungherò la mano, ma non ti tirerò fuori. Ti accompagnerò. Ma quel che c'è nel fiume antico della vita di Vera, solo tu puoi portarlo alla luce.
Quando avrai fatto questo, non ti troverai stanca e alla metà del guado. Sarai dall'altra parte della riva.
E mi vedrai accanto a te, seduta su un sasso, che leggo le pagine di un nuovo libro.
 Ohhh! Dani! Ti decidi a scrivere o lo devo scrivere io questo tuo libro 'VERO'?
 Lo so che Vera ha sempre amato tanto suo padre. Lo so.
Per fortuna lei ha avuto solo qualcosa del lascito, che mi racconti triste, di sua madre.
Per fortuna noi, oltre che figli (genetici e di educazione) siamo qualcos'altro. Siamo le persone incontrate, il modo in cui abbiamo vissuto i luoghi della nostra vita, lo sguardo che abbiamo abbassato a studiare un insettino e lo sguardo che si è alzato a seguire le stelle nel profumo delle notti, così diverse nelle stagioni dell'anima e del corpo, così diverse se nascono a est o a nord del mondo.
 Ora, non volendo finire per comporre il libretto di un'opera lirica, ti dirò, tornando a noi, che se tu fossi stata una mia giovane allieva avresti avuto altri alibi per non impegnarti, ad esempio saresti stata distratta... ho avuto allieve distratte quando, ancora al liceo, ho dato qualche lezione di matematica che mi venne ripagata con vasetti di marmellata e sugo di pomodoro fatti in casa.
Ahi!Ahi!Ahi! Angela non imparerai mai! a far soldi!
Buonanotte. Un bacio lieve.
Ma domattina fatti un caffè forte e lavora!
Ti seguirò nel pomeriggio di sabato e domenica, ricopiando il mio assurdo vecchio libro.
Angie

E’ così che nasce un racconto che parrebbe autobiografico? Parlando con un’amica scrittrice, attraverso email nelle quali ci raccontiamo qualcosa di noi, di quel che ci succede, la quotidianità della vita, o ricordi che emergono dal passato? Credo sia lo slancio necessario per farmi sedere a tavolino, pormi davanti al mio Mac, e digitare freneticamente sulla tastiera. Vedremo cosa ne verrà fuori.  Dopo aver ingurgitato un caffè forte, mi sono messa al lavoro, non senza aver inviato idealmente un saluto militare, portando la mano tesa a un’immaginaria Angie, e mi metto subito al lavoro.
Dani

Segue tutto il testo del racconto, e terminava in questo modo.

    Angie è lì, seduta su un sasso, dall’altra parte del fiume, nell’attesa che Vera, o chi ha raccontato la storia, la raggiunga guadando. Intanto sta sfogliando alcune pagine. Si tratterà del suo assurdo vecchio libro, o della storia di Vera? Mistero.

Fine

Nota dell’autore.
Ho l’assoluta convinzione che uno stesso fatto, di cui alcuni sono testimoni, può essere interpretato in modi differenti, e raccontato quindi in forma diversa. Quella che incide in ognuno di loro, è il grado di sensibilità con cui affrontano la situazione. Da piccola ero molto sensibile, e lo sono tuttora, e quel che mi è accaduto di spiacevole, l’ho vissuto sulla mia pelle in modo quasi drammatico. Altri non darebbero peso ad alcune vicissitudini, che potrebbero considerare facezie di poco conto, così come i miei momenti di felicità, per altri potrebbero rivelarsi insignificanti.  Vera.

Danila Oppio


6 commenti:

  1. Finalmente ho capito cosa intendevi col ‘mio Proemio’ a VERA: Il testo di una email privata che ti inviai molti e molti mesi fa per rincuorarti e sostenerti nella scrittura del tuo nuovo libro.
    Come avrei potuto, infatti, scrivere ‘il Proemio’ a un libro che non ho mai letto?
    E che non desidero leggere a maggior ragione dopo che è passato attraverso la ‘pastorizzazione’ di un qualsivoglia ‘editore’.
    Angela Fabbri
    (Ferrara, 22 settembre 2018)

    RispondiElimina
  2. Infatti non lo leggerai, ma ti avevo informata che avrei volentieri inserito quel tuo aiuto, attraverso una email privata, come Proemio o Premessa al mio romanzo, perché mi pareva una bellissima nota introduttiva, e da te non ho avuto alcuna risposta al riguardo. Inoltre Vera desideravo spedirtela già in bozza, ma tu mi hai sempre detto di on aver tempo di leggerla. A quel breve racconto, ho poi aggiunto nuove parti, e tagliate altre, per renderlo più integro. Quando ci si rivolte ad un vero editore, bisogna aspettarsi che il management si occupi dell'editing, e adeguasi alle sue decisioni. Infatti non si tratta di un libro di cui vengono stampate un certo numero di copie, a carico dell'autore, ma di un progetto i cui oneri sono totalmente a carico dell'editore, di conseguenza è necessario prendere atto delle decisioni della casa editrice. E' interesse reciproco che il libro sia godibile dai lettori. Ma a me è molto spiaciuto che siano state tagliate quelle parti che ritenevo utili per meglio far comprendere la nascita di questo testo. Per questo ho voluto pubblicare qui sul sito la parte mancante. E questo articolo è il mio modo per renderti merito per avermi sostenuto in questo mio difficile lavoro.
    Danila Oppio

    RispondiElimina
  3. Ho cercato di starti vicino, di accompagnarti nel tuo viaggio, senza chiederti niente.
    Ora invece chiedo a me stessa: avrei permesso a una casa editrice di metter mano a un
    mio libro pur di vederlo pubblicato?
    E la risposta è no.
    Siamo molto diverse, Danila, non ci capiremo mai. Credevo ormai lo sapessi.
    Se volevi far leggere il tuo libro, quello ‘VERO’, ti bastava farne una copia in ‘.PDF’ e farla girare sul web.
    E’ stato consigliato a me riguardo al ‘libro assurdo’ che stavo scrivendo allora e che citavo nella mia vecchia email.
    Il mio ‘libro assurdo’ è finito da un pezzo, rilegato e in 2 volumi, ma non ho alcun desiderio di portarlo alla luce per altri. Per ora ha solo 2 Custodi, oltre a me.
    Angela Fabbri
    (Ferrara, notte fra 23 e 24 settembre 2018)

    RispondiElimina
  4. Ma tu hai ragione d vendere, in ogni caso, sono certa che qualsiasi vero editore ha una sua etica professionale che tende a trasmettere all'autore. Da quel che so, anche autori di una certa fama, si avvalgono di editor che mettono mano ai loro testi, un po' per migliorarli, un po' per consigliare loro di togliere parti che sono meno consistenti di altre, e di lavorare su quelle che appaiono incomplete, o spoglie di qualche particolare. Ora Ipazia non mi ha chiesto un euro, tutto a carico della Casa Editrice, di conseguenza si firma un contratto con parecchie clausole che devono essere rispettate. Sai quanti libri ho letto, anche recentemente, dove alla fine si trova un elenco incredibile di ringraziamenti, a tizio caio e sempronio, per il supporto morale e materiale, per fonti di ricerca, per revisione testo e quant'altro, da parte degli autori?. Da questo deduco con certezza che il testo è stato scritto a più mano, ovvero che l'idea e il contenuto di base è sicuramente dell'autore, il quale però si è avvalso di aiuti esterni. Io non posso che adeguarmi a questa prassi, se desidero che il mio libro prenda forma e non certo per farlo stampare a tutti i costi,ma perché piuttosto il risultato sia davvero apprezzabile, ed è quanto è avvenuto. Questo libro non riporta ringraziamenti di alcun tipo. Solo una mia dedica poetica /due versi e basta, per Vera. E una breve strofa di Gibran, tratta da Figli.
    Che siamo diverse è vero e lo abbiamo sempre saputo. Ma sono orgogliosa di questa mia opera, dove ci ho messo tutto l'impegno per la sua riuscita, grazie a te che mi hai trasmesso il coraggio per farlo.
    Ciao
    Dani

    RispondiElimina
  5. E se sei certa che il libro pubblicato non ti tradisce in nulla, io sono felice per te. In quanto al coraggio, si riesce a trasmetterlo solo quando la persona cui è diretto desidera riceverlo.
    Ciao, Dani, con serenità.
    Angie

    RispondiElimina
  6. Grazie Angie! Sai che hai avuto un ruolo importante in questa mia decisione di far pubblicare Storia di Vera. Tentennavo, ma poi ho deciso, anche per l'approvazione della Casa Editrice, che vi ha trovato un contenuto valido e ha deciso di pubblicare.
    Ciao tanta serenità anche a te!
    Dani

    RispondiElimina