venerdì, novembre 8

DISUGUAGLIANZE DI POLVERE DIVINA NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

           Disuguaglianze di polvere divina nel Sahel

All’inizio di tutto c’è la polvere con un soffio di vento. E’ questa l’uguaglianza fondamentale che accomuna persone e cose di questo mondo. Poi, col tempo, la storia e gli avvenimenti, le condizioni della polvere cambiano e si può affermare che, qui come altrove, c’è polvere e polvere. Alcuni son più polvere di altri malgrado il soffio originario conservi tutta la sua creativa bellezza e fragilità. 

Col tempo c’è chi dimentica di non essere che polvere aspira alla vita e presume di diventare potente. Così si sono formate le classi sociali, i gruppi di potere, le élite che governano e il popolo che altro non dovrebbe fare se non aderire a quanto si decide per suo bene. La sovranità di polvere si coniuga con l’indipendenza del vento che ad essa si affida. La polvere si trasforma in aristocrazia o dittatura.

Dalla polvere di natura ugualitaria alla società delle disuguaglianze il passo è assai breve e notabile. Ad esempio, c’è che può mangiare regolarmente ogni giorno e chi deve scegliere l’unico pasto che possa imbrogliare lo stomaco. Chi può mandare i figli nelle migliori scuole private del Paese e chi si contenta delle scuole di Stato...nel passato maggiormente apprezzate di quelle private.

Ammalarsi per la polvere comune è un dramma. Senza soldi e garanzia di accompagnamento anche nel reparto di urgenza si può rimanere per ore e giorni in lista d’attesa. Chi, invece, è fatto di una polvere diversa troverà posto nell’ ospedale di referenza, nelle cliniche attrezzate o semplicemente all’estero. La vita degli esseri di polvere non è uguale per tutti. Alcune vite valgono più di altre.

C’è la polvere che viaggia col vento e nel vento mentre c’è polvere più sofisticata che prende l’aereo con il biglietto di ritorno o per sola andata. Nel primo caso troviamo una certa categoria di migranti e nella seconda gli uomini politici, d’affari, i diplomatici e gli affiliati alle Organizzazioni Internazionali. Per i primi non c’è la certezza dell’arrivo a destinazione. Per i secondi le date sono fissate e sicure.

La polvere delle persone comuni lavora, vive in campagna e rappresenta circa l’ottanta per cento dei 27 milioni che conta la popolazione del Niger. Un altro tipo di persone di povere, circa un milione, ha trovato rifugio nel Paese o vi si trova come sfollato. Nella capitale Niamey si scovano palazzi come castelli fatati di ogni stile architettonico, case blindate, custodite e gemellate con case di terra.

C’è chi sostiene che dietro tutto ciò c’è senz’altro una volontà divina. Come dire che la polvere dell’inizio col soffio di vento si è gradualmente divisa e dunque c’è chi potrà vivere più a lungo con dignità e chi, invece, era scritto scomparisse molto prima perché polvere di scarto. Una polvere nobile e degna e l’altra di seconda mano. Tutto scritto nel libro, come cantava il buon Bob Marley a suo tempo.

Difficile crederlo perché, malgrado le pietre tombali, i monumenti e i nuovi nomi dati alle strade e ai ponti, nel cimitero non rimane che lei, la polvere dell’inizio. Il soffio di vento è uguale per tutti ed è proprio la polvere comune, in definitiva, a pareggiare i conti. Appunto per questo la polvere e il soffio di vento hanno inventato la politica. Perché ciò che creava le disuguaglianze tra gli umani fosse rimosso e le polveri di tutto il mondo, uguali, facessero festa assieme.

        Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024  

domenica, novembre 3

IL LIBRAIO DI RABAT editoriale


IL LIBRAIO DI RABAT

Il libraio settantaseienne (1948) Mohamed Aziz, vive a Rabat, in Marocco e trascorre dalle 6 alle 8 ore al giorno leggendo libri. Ha letto più di 5.000 libri in diverse lingue: francese, arabo e inglese, e rimane il libraio più antico di Rabat, dopo più di 43 anni nello stesso luogo. Alla domanda di perché lascia i suoi libri incustoditi fuori dal negozio, dove potrebbero essere potenzialmente rubati, risponde che chi non sa leggere non ruba libri, e chi sa leggere non è un ladro.
È conosciuto come il libraio più fotografato al mondo. Dal 1963 svolge la sua attività di vendita di libri usati nella Medina, il quartiere più antico di Rabat, la capitale del Marocco. Rimasto orfano all'età di sei anni, cercò di fare il pescatore per realizzare il suo sogno di diplomarsi al liceo, ma all'età di quindici anni abbandonò la scuola perché non poteva permettersi i libri di testo, perché erano troppo costosi per la sua famiglia. Frustrato e senza studi, decise di aprire una libreria, mettendo i libri su un tappeto per terra sotto un albero e da più di mezzo secolo gestisce il suo negozio, realizzando il suo sogno di studiare.
La sua giornata è di dodici ore. Prima di aprire la libreria, cerca i libri usati in altri negozi, per leggerli e venderli. Ormai più che settantenne, dice che bastano due cuscini e un libro per sentirsi felici. Accumula torri di libri e quando gli viene chiesto quanti ne ha, risponde, non abbastanza. Interrompe la lettura solo per pregare, fumare, mangiare, servire e consigliare i clienti interessati ad argomenti specifici. Col tempo la sua libreria è diventata famosa e molti turisti la visitano per acquistare un libro e scattare fotografie. (Natura)

MILLE ANNI PER LA "AVE MARIA" - Conferenze di Padre CLAUDIO TRUZZI in preparazione all'Avvento 2024


PER L'AVVENTO / DAL 16 NOVEMBRE AL 21 DICEMBRE (sabato, ore 16)

Terrò una serie di riflessioni sulla Ave Maria- come farla nostra per meglio incontrare Maria a Natale. Allego lo schema del corso con le date.


COMPLEANNI E RICORRENZA DELL'ORDINAZIONE DI PADRE NICOLA GALENO OCD.

Il 3 novembre del 1968 veniva ordinato sacerdote da Mons. Stella nella Chiesetta del Monastero di Cascine Vica (TO) Padre Nicola Galeno, mentre infuriava l'alluvione del Piemonte.



sabato, novembre 2

COMPLOTTI, COSPIRATORI E COMPLICI NEL SAHEL di Padre MAURO ARMANINO


Complotti, cospiratori e complici nel Sahel


Denunciare tentativi di complotti, svelare intrighi per destabilizzare l’ordine o il disordine costituito, sembra essere una delle specialità dei regimi polizieschi, militari o dittatoriali. Nell’Unione Sovietica staliniana, ad esempio, sappiamo che ogni tentativo di messa in discussione della rivoluzione aveva condotto alla creazione di un un mondo sommerso di campi di detenzione. In essi milioni di persone considerate ‘dissidenti’ e dunque traditori della patria, passavano anni di rieducazione mentale spesso assieme a ‘delinquenti’ comuni. La denuncia regolare, sistematica, organizzata e studiata di complotti, veri o presunti, segue canovacci che si ripetono. Accadono in momenti particolari di difficoltà e credibilità del regime, offrono valide alternative alle critiche e soprattutto compattano una parete dei cittadini increduli. In genere non manca mai, come nei film polizieschi, una spia o un ‘pentito’ che rivela le macchinazioni segrete dei nemici esteriori. Ad ogni regime i propri complotti.
 Certo anche nelle democrazie ben radicate ciò talvolta accade. Per questo ci si affretterà a sottolineare quanto le istituzioni abbiano agito con tempestività ai tentativi di destabilizzazione del regime democratico. Il tutto seguendo norme, principi e senza ricorrere, in genere, a stati di eccezione anche nel caso di cospirazioni. Sono cospiratori coloro che, animati da uno stesso respiro o soffio, preparano e organizzano strategie volte a sovvertire il tipo di società che essi ritengono tradire i principi che li animano. Com’è noto il consenso sulla parola ‘terrorismo’ è tutt’altro che acquisto. Il padre di colui che scrive, giovane partigiano che lottava contro la dittatura nazi-fascista nel suo paese, per alcuni era un ribelle, per altri un patriota e, naturalmente, per i fascisti e i tedeschi null’altro che un criminale. Eppure, le cospirazioni esistono e c’è da sperare che non manchino mai persone che ‘respirino assieme’ il desiderio di un mondo differente. Ad ogni regime i propri cospiratori.
Rimangono, infine, i complici. Coloro che prendono parte in modo attivo, passivo e spesso secondario ai processi sociali in atto. Visibili, invisibili, presenti e assenti allo stesso tempo. La maggioranza silenziosa, o allora coloro che Norbert Zongo, giornalista del Burkina Faso assassinato durante il regime di Blaise Compaoré, definiva ‘ il silenzio dei buoni’. Lo stesso Zongo commentava che spesso ci sia impegna ma a ‘condizione che’ questo non arrechi problemi alla carriera, alla famiglia, alla vita. Grazie ai complici un regime prende il potere, si stabilizza, lo perpetua e lo giustifica. Questa categoria di persone si presenta in modo trasversale ma sono soprattutto i ceti intellettuali e i circoli religiosi che sembrano intuire con maggiore prontezza i vantaggi di tale affiliazione. Essa si trasmette per contagio, convenienza, interessi e timore di perdere i privilegi acquisiti. Spesso, ma non necessariamente, di padre in figlio e di professione in professione. Alcune di queste sembrano più predisposte. In cambio dell’adesione al sistema al potere la garanzia di un posto di prestigio. Ad ogni regime i suoi complici. 

          Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024