martedì, gennaio 27

Le ombre...

Mario Ceroli: l'uomo e la sua ombra
Le ombre…..(collaborazione a distanza)

La differenza tra me e la mia ombra è che lei fa quello che io faccio, senza alcuna fatica, ma tra me e l’ombra non c’è alcuna alcuna eguaglianza: é solo subalternità. 
Io scrivo in questo momento e nello stesso momento parlo con te perché ti penso al mio fianco. Quando sono in giro e non sono distratto da altre cose che debbo fare, tu sei con me e col pensiero indico gli oggetti del luogo che tu non conosci.
     La poesia va bene per essere una cosa che vive di se stessa, anche se il pensiero l’ha posta in relazione. Tu puoi seguirmi come un'ombra ma non essere mai la mia ombra perché saresti solo l’apparenza di me stesso, e io non ti vedo così.
     Una poesia fa armonia con sé stessa e tutta insieme resta poesia per ciò che dice. Noi siamo due pensieri che si accolgono in uno spazio e si vogliono bene anche quando non si vedono. Sono come il ricordo di un qualcosa realmente vissuto e che non è destinato a morire.
Tutto questo lo penso e lo vedo come l’amicizia. Cerca di vedere l’amicizia tra due persone come fossero un euro e un euro. Se questi due euro li metti insieme quale differenza ci vedi? NESSUNA!
    Ebbene, due che si vogliono bene sono come due euro e quei due euro sono come due amici che si amano in eguaglianza.
    Un passo più su: tra queste due piante amiche si assiede l’amore che governa in armonia tutte le azioni.

Tommaso Mondelli


Oh certo, non intendevo definirmi la tua ombra, ma mi è piaciuta la disquisizione che ne hai fatto. Nel nostro caso particolare, non potendo affiancarti direttamente, mi sono descritta come la tua ombra, nel senso che ti seguo, che ti sto accanto (tutto dipende dalla posizione del sole!) invisibile, ma presente. 
Anche le ombre, come il pensiero o un sentimento, non sono visibili né tangibili, ma esistono. Ed io esisto accanto a te, a volte ti precedo, a volte ti seguo, altre volte ti sto a fianco. Questo è il perfetto rapporto umano. Nessuno sarà sempre davanti ad un altro, così neppure sempre dietro, ma come quando si passeggia. Se si è sottobraccio, allora si sta al fianco, alla pari. Talvolta c'è chi si ferma ad osservare un panorama o un fiore, e l'altro procede, oppure c'è chi corre avanti, per raggiungere una panchina dove sedersi e prendere posto anche per il compagno. Sono esempi allegorici ma così dovrebbe essere, e nessuno mai dovrà sentirsi inferiore o superiore ad un altro.

Danila Oppio



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