mercoledì, luglio 6

Io sono un sasso


Io sono un sasso
una pietra
sul selciato
a cui tu puoi
tirare un calcio
tanto, pensi,
 lui non soffre.

Io sono una pietra,
che tu dici
priva di vita
che puoi calpestare
scalfire, gettare
dentro un fiume
per farla rimbalzare

Io sono un masso
che non riesci
a smuovere
perché conficcato
nella dura terra
da millenni
dimenticato

Io sono un macigno
uno spuntone
di roccia, che un giorno
lontano, i celtici
piantarono nel terreno
e fui ara, altare,
un simbolo divino.

Io sono un dolmen,
un menhir, un nuraghe
una tomba megalitica
preistorico simbolo
d’una antica civiltà
segno di sacralità

Io son pietra miliare
sono colonna, monolito
obelisco, monumento
sono re del regno
minerale, eppur dici
che sono irrilevante
privo d’interesse


Sono solida  rupe, stabile
simbolo di gravità razionale
mi dai per scontata,
il tuo sguardo
non mi degna, miri ad altro.
Michelangelo mi comprese
e divenni David

Raccoglimi, osservami,
i miei anni sono eterni,
quindi valgo più di te, uomo
i cui anni sono contati
rispettami,  io sono pietra
la tua casa, i tuoi monti
sono sempre io.

Non tirarmi contro
la gente, lapidandola
e dai ponti
delle autostrade
Non ridurmi
A strumento del male

Pretendo il dovuto rispetto.

Danila Oppio

Inedita 

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