venerdì, ottobre 28

NOIA di Vittorio Locchi





 NOIA
   
    Noia, lima dei nervi e del cervello
    nebbia, figliola della mia fortuna:  
    potessi arrandellarti nella luna
    al braccio di un poeta filunguello.
   
    Lui ti terrebbe in mostra zimbello
    e t’offrirebbe in versi alla sua bruna,
    io ti beffeggio non n’azzecco una,
    e in istediarmi sudo e m’arrovello.

    Ma tu t’aggrappi a me senza crollarti
    con la misera e l’altre mie galere
    che n’ebbi in fasce e avrò dentro la bara.

    Per affogarti bevo, pe’ accecarti
    fumo: ed in braccio a te tutte le sere   
    mi trovo, a gola secca e bocca amara.

                   Vittorio Locchi

Vittorio Locchi (Figline Valdarno8 marzo 1889 – capo Matapan15 febbraio 1917) è stato uno scrittore italiano e militare interventista Impiegato nell'amministrazione comunale di Venezia, fu acceso interventista. Partecipò alla prima guerra mondiale sul fronte dell'Isonzo; imbarcato sul piroscafo Minas diretto in Macedonia, morì nell'affondamento da parte di un sommergibile nemico al largo di Capo Matapan.
È autore di raccolte di versi che riecheggiano i poeti popolari toscani del Tre e del Quattrocento, da Cecco Angiolieri al Burchiello. Ma fu celebre grazie al poemetto (La sagra di santa Gorizia), che, in lasse di versi sciolti e con tono epico-misticheggiante, rievoca la conquista della città da parte delle truppe italiane (9 agosto 1916). Curò anche un'edizione di Strambotti e ballate di L. Giustinian.

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