giovedì, dicembre 8

LETTERA AD ALBERTO di Tommaso Mondelli


Carissimo Alberto,

Chissà se ti ricordi ancora di me? Io non ti ho mai scordato, e sai perché? Ora te lo racconto.
    Da giovane eri stato richiamato in servizio presso il mio reparto di artiglieria, in seguito alla mobilitazione nel 1939. Eri un astigiano, iscritto alla leva del 1916.
     La tua famiglia abitava in Corso Dante della stessa Città di Asti. Eri davvero un bravo ragazzo, molto gentile e, con me, fosti un vero amico. Non ho mai saputo cosa facessi nella vita civile dopo aver prestato il servizio di leva. Non sono mai stato interessato a porre domande sulla vita privata di amici e colleghi. Tu, come me, rivestivi il grado di sergente. Nel 1939 eravamo insieme al campo estivo tra le pendici del Colle dell'Assietta.
 Notai che leggevi molto e una matita tra le mani mi aveva fatto capire che non si trattava di giornali, anche per la forma dell'oggetto, che non somigliava nemmeno a un libro. Incuriosito, mi azzardai a chiederti di cosa si trattasse. E tu, sempre cortesemente, mi dicesti che stavi leggendo delle dispense scolastiche con le quali ti preparavi a sostenere un esame, per averne interrotto il corso, il cui motivo non seppi mai. Pentito, cercasti di rimediare privatamente. Curioso nel chiederti notizie di ciò che stavi leggendo, mi confidasti che avresti voluto diplomarti in ragioneria, e aggiungesti: “Preparano bene e anche tu puoi iscriverti ad un corso per poi sostenere gli esami presso una scuola pubblica”. A un mio assenso, strappasti un foglio di copertina dalla dispensa, e me lo desti, così che, seguendo le tue indicazioni, contattai una scuola di Roma e, da quel breve colloquio, ne nacque il mio futuro. Quel tuo gesto cambiò la mia vita. Avevo scelto il corso più impegnativo della riforma Gentile: il liceo classico.
 Ecco a conferma che è proprio vero il detto: chi trova un amico, trova un vero tesoro!
    Dopo il conflitto del Giugno 1940 sul fronte Occidentale, ne persi le tue tracce.
    Alla fine della guerra mi fu possibile rintracciarti a Genova dove gestivi, con un tuo fratello, una farmacia. Seppi così che avevi conseguito la laurea  in Economia e Commercio.
     Ci fu tra noi ancora un discreto scambio epistolare, che si disperse nel tempo. Gli impegni di lavoro e la famiglia non sempre, purtroppo,  consentono di mantenere assidue relazioni di amicizia.
Dopo il mio pensionamento, avrei voluto trovare del tempo per non perdere definitivamente la tua amicizia tanto preziosa. Con rammarico, non ci sono riuscito. 
     La tua presenza, Alberto, è sempre nei miei pensieri e finché la manterrò viva, mi sarà tanto cara.
      Addio Alberto, non conosco con esattezza la tua data di nascita, ma quest’anno hai compiuto un secolo. Dovunque tu sia in questo momento, su questa Terra o tra le Stelle, ti giunga la mia eterna riconoscenza, e un interminabile abbraccio. 
                                                         Tommaso Mondelli

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