venerdì, giugno 1

Più di troppo (Lussurie) di Coucou Sèlavy


Più di troppo (lussurie)
di Coucou Sèlavy



il dolore delle pietre studiando
Vomiterò di pagine il sapere altrui.
Oh assassino, il tuo volto non vo’ sapere:
Bastami la gioia dei colpi e il mio cadere
Ché calpestai il diniego delle onde cercando

La lussuria del pianto
La lussuria del pianto


Io morirò nel mistero
Mai vissuto, intessuto
Di strali sperduti, di strade
Travisate e punti luce
Senza figura (scartata ogni certezza del tuo possibile, gli involucri mostrano segni di roghi troppo remoti, se ne vanno e non trovi più nulla a cui affidare biasimo: il tempo che occorre attraversare è fermo, ti muovi con lui)
Perché mi insinuavo in segrete stanando

La lussuria del santo
La lussuria del santo


Rammentami ora le barbare discese del nord
Le litanie dalla Spagna
Come solitudine di due uomini in un vicolo notturno ―di qualunque lotta si trattasse, la trovai tanto più viva e colorata dell’indifferenza dorata
Io che di trapani e cauterizzazioni avrei fatto a meno se la presunzione vostra non arrecasse al cosmo più spasmi della vecchia Inquisizione nella smania di risposte domandate, riverite

Spopolerò la vita nello squallore che merita
Quella chiesetta sconsacrata
Strie di fluidi in fuga
Porterò la fine all’occhiello insultando

La lussuria del rimpianto
La lussuria del rimpianto


E sconosciuto è ogni conosciuto.
Coucou Sèlavy



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