mercoledì, maggio 1

CHE SPLENDIDO VENTO di ANGELA FABBRI


Che splendido vento stasera
che spazza le strade
che splendido vento stasera
che illumina il cielo
E sotto la luna gigante
giocano gli innamorati
sognano sogni pazzeschi
e leggende sfumate.
Tutto – si perde
nell’orizzonte futuro
e tutto diventa + grande
e duraturo.
Fra nebbie lucenti
scrivono trame e destini
“ E lo sai
  che avremo tanti bambini? “

Sotto altre stelle
altre coppie sognano un futuro
pauroso.
“ E non avremo figli
  faremo di tutto
  Tu lo sai
  sono disposto
  a interrompere il condotto “

Così nel mondo
altalenano le generazioni
Quelle del dopoguerra
e quelle in attesa
della guerra.

Angela Fabbri ( Ravenna, 14 luglio 1980, sul retro di  un vecchio foglio di programmazione Cobol piegato in quattro )

Si, questa qui meriterebbe delle chiose. Sono rimasta sorpresa anch'io rileggendola. Perché prendo su i foglietti piegati e li apro così come erano  stati riposti allora. E queste prime due che ti ho inviato valevano la pena. In questa qui, delle coppie del dopoguerra e di quelle in attesa della guerra c'è un passo intenso che mi ha colpito molto, quando dice:
Tutto – si perde
   nell’orizzonte futuro
   e tutto diventa + grande
   e duraturo. "
Perché qui la coppia non si preoccupa del futuro, perché il futuro è così grande da essere una garanzia di durata. Cosa che ai giorni nostri non c'è +. Ci è stata tolta sia dalla mancanza di lavoro che dal lavorio psicologico cui ci sottopongono i media.
 Angela
Che faccio? aggiungo la chiosa in calce alla poesia? In effetti è proprio così. Un tempo i giovani innamorati che miravano al matrimonio pensavano ad avere l'eternità dinnanzi a sé. E tanta speranza per tenerla viva. Ora tutto è cambiato, le coppie hanno paura, una vera paura di sposarsi, con i tanti matrimoni che vanno a rotoli fin dai primi anni, e poi i figli? Che futuro potranno mai offrire loro? Quanta tristezza che spesso porta alla disperazione. Eppure anche nei tempi passati, soprattutto nel dopoguerra, c'era tanta povertà, poco lavoro tanto che la gente doveva espatriare, ma i figli li mettevano al mondo e anche molti per ogni famiglia, pur poverissima. Solo che o erano incoscienti, oppure vivevano con grandi speranze e allora tutto sembrava possibile.
Danila

Ecco, hai detto il giusto, così sintetico e pulito: << Grandi speranze >>
E secondo me sia il mio che il tuo pensiero ci starebbero molto bene in fondo a quei vecchi versi in cui ho trovato,
riscoprendoli per te, che parlavano di ieri e di adesso.


Angela


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