lunedì, dicembre 16

ALLEGRIE di Coucou, Sèlavy!



ALLEGRIE
(A chi trafugò il cadavere di Mike Bongiorno)
Cantami dal tuo mondo di vene essiccate
Cantami.
Ti ho rapito una notte alla fossa
Lucidato a festa le ossa
Dalla fossa alla fontana
L’allegria è di casa:
“Ogni allegria lasciando,
l’allegria vo’ raddoppiando”
Quanta stentorea allegria per codesta letargia
Se vedo i luoghi com’erano pria
l’“ora” per sempre sottratto
Auscultando il matto
L’allegria è di casa:
“Ogni allegria lasciando,
l’allegria vo’ raddoppiando”
Sento un qualche palpitare, eh sì, nel mare costoclavicolare
“Dica trentatré”
“Allegria”
“Bravissimo!”
È un ritmico bussare –potrei suonarlo a mo’ di tamburo
Dal retro, le retroguardie del respiro, sobillare i dorsali
Ah, sportivone!
M’è infine ruzzolato via dalla necromanzia, la ruota della fortuna che vi segue, vi corre accanto
“Fèrmo, porca mignotta!”
Ma l’allegria è quella cosa che prende e porta via
Dalla fessa alla fossa, dalla fontana al fiume… il salmone!
Si era offeso; l’allegria cominciava intanto a farsi spazio, piovevami addosso aprendo crateri nella pelle mia
Perché gli atomi suonano a fisarmonica, in ogni atomo una Porta Pia
E allora, se tu mi dai il bongiorno, eccoti una sveglia di benservito
Ruota sul tuo asse à la san Vito
Allegro di un allegretto incallito !
Io ero il morto –che equivoco- e lui m’usava come ventriloquo
Ho restituito dunque quell’ostinazione impertinente al fiume, accelerando il ruzzolìo del suo orgoglio ferito
Però, a pensarci, come saltava le staccionate! Erano voli pindarici e meraviglia del falso, ed era dura tornare poi coi piedi a terra senza essersi mai sollevati!
Cercate di comprendere, brava gente
Rischiai tutto per niente
Solamente ero stanco di quell’allegria:
Lascio quanto raddoppio, e sia.
Coucou,Sèlavy!

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