martedì, febbraio 4

VACANZA di Coucou, Sèlavy!



VACANZA
Qualcuno venne per la sua vendetta
E il nostro terrore ha cessato di tentennare
Un colpo di ghigliottina sospeso per sempre
E per la diaspora era notte fonda
Ognuno prese una via
Strisciando nel fango
Sentieri poco battuti fra l’erba alta
O passi secchi su asfalto di campagna
Ma sibila, sibila alle spalle ciò che non finisce
Ammoniaca e amnio, il monito del massacro
È giunta l’ora, dissero
Eppure ci siamo sentiti vivi
Rigori ancestrali: l’orrore è versato
“Ecco le cicale”, traversando la marana
“È solo un richiamo idrico”, rispondesti tu
Ma io sento già quei suoni distinti e sovrapposti
Sento pria del sangue e dei sovrani
Qualcos’altro impressionar le palpebre
Come in ogni semenza alberghi la demenza
Pare mostrarlo un’antenata, mano nella mano dei cari
I suoi scatti imperscrutabili e repentini
Fendono il ralenti della collina, vicino alla casa
Di cui fin troppo spesso come un oste vi indicai
Le nicchie monacali che sovente abitai
Curve a gomito e corpi rannicchiati
Ché persino il ragno vi soffocava!
Per più amene tortuosità li seguì un giorno la bimba
 canticchiando fra sé e sé
Fino all’incubo di ghiaccio lucente, delineato e fermo
E al ritorno, solo al ritorno avrebbero scoperto
Che un’altra bambina si era spenta
Prima che partissero per i monti
Rigori ancestrali: l’orrore è versato
Cosa farò adesso di questa assurda casa?
La venderò al peggior offerente
Augurandomi che
Non si tratti ancora di me.
Coucou, Sèlavy!




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