lunedì, aprile 20

IL LIBRO di GIOVANNI PASCOLI (da Primi Poemetti)

“Il libro” di Giovanni Pascoli. 

(da Primi Poemetti)

I

Sopra il leggìo di quercia è nellaltana,
aperto, il libro. Quella quercia ancora,
esercitata dalla tramontana,
viveva nella sua selva sonora;
e quel libro era antico. Eccolo: aperto,
sembra che ascolti il tarlo che lavora.
E sembra chuno (donde mai? non, certo,
dal tremulo uscio, cui tentenna il vento
delle montagne e il vento del deserto,
sorti dun tratto) sia venuto, e lento
sfogli se node il crepitar leggiero
le carte. E luomo non vedo io: lo sento,
invisibile, là, come il pensiero

II

Un uomo è là, che sfoglia dalla prima
carta allestrema, rapido, e pian piano
va, dallestrema, a ritrovar la prima.
E poi nellira del cercar suo vano
volta i fragili fogli a venti, a trenta,
a cento, con limpazïente mano.
E poi li volge a uno a uno, lenta-
mente, esitando; ma via via più forte,
più presto, i fogli contro i fogli avventa.
Sosta Trovò? Non gemono le porte
più, tutto oscilla in un silenzio austero.
Legge? Un istante; e volta le contorte
pagine, e torna ad inseguire il vero.

III

E sfoglia ancora; al vespro, che da nere
nubi rosseggia; tra un errar di tuoni,
tra un alïare come di chimere.
E sfoglia ancora, mentre i padiglioni
tumidi al vento lombra tende, e viene
con le deserte costellazïoni
la sacra notte. Ancora e sempre: bene
io nodo il crepito arido tra canti
lunghi nel cielo come di sirene.
Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti,
invisibile, là, come il pensiero,
che sfoglia, avanti indietro, indietro avanti,
sotto le stelle, il libro del mistero.

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