sabato, luglio 4

COMITATO PARENTI RSA ACCORSI - DOMANDE INEVASE - di VALERIA ARINI

Questa è la situazione nella RSA dove sta mia madre. Avevo scritto stamattina un articolo in merito e pubblicato su questo blog. In seguito ho letto l'articolo che vi propongo, e che mi dà ragione. Abbiamo il sacrosanto diritto di entrare nella RSA ora che tutti gli esami necessari sono stati fatti. Abbiamo il diritto di vedere con i nostri occhi come sono trattati i nostri anziani, di accertarci che abbiano tutte le cure e le attenzioni necessarie. Quel che ci dicevano al telefono, e che ora gli stessi che ci telefonavano sono irreperibili, non possiamo essere certi che sia vero. Il dubbio viene proprio per non farsi più trovare, per non chiamare le famiglie e dire come è la reale situazione. Ci stanno trafiggendo il cuore con una spada, ci fanno soffrire e fanno soffrire i loro ospiti, per i quali paghiamo una retta piuttosto costosa. Non sono di loro proprietà, sono stati affidati a loro perché se ne prendano cura e non ci fanno entrare. Questo comportamento non è più ammissibile. Abbiamo pazientato per mesi, sempre sperando che le cose cambiassero. Se non ci permettono ancora di entrare, si potrebbe pensare che hanno qualcosa da nascondere. Per quale motivo le altre RSA di Legnano non si comportano come questa?
Danila Oppio


LEGNANONEWS
Parenti RSA Accorsi: «Nostre domande ai gestori inevase, siamo preoccupati»
Il comitato parenti della Rsa Accorsi torna a chiedere un confronto con i gestori della struttura che non risponde alle loro ripetute richieste a tutela degli anziani ospiti.

Il comitato parenti della RSA Accorsi torna a chiedere un confronto con i gestori della struttura che non risponde alle loro ripetute richieste a tutela degli anziani ospiti: «Dopo da 4 mesi – scrivono in un post i parenti del comitato costituitosi nei mesi della pandemia – stiamo ancora lottando per migliorare la situazione che si è venuta a creare a causa della pandemia, ma non solo, all’interno della RSA Accorsi. A KCS abbiamo fatto alcune richieste: fino al 30 maggio, ultimo giorno della presenza della Protezione Civile, sembrava che tutto si avviasse verso un percorso di collaborazione e di cambiamento. Poi lentamente tutto è cambiato, tornando ad atteggiamenti di chiusura nei confronti di noi parenti».
LE DOMANDE INEVASE – Il 18 maggio il comitato ha chiesto il menu settimanale degli ospiti;  il 25 maggio la RAA responsabile assistenziale alberghiera, in modo da avere un referente per la dotazione degli indumenti per gli ospiti; il 14 giugno, di avere un medico di riferimento per gli ospiti che comunichi con loro, in modo da avere una continuità terapeutica e di relazione; il 14 giugno di sapere se è ripartito il servizio di fisioterapia, l’attivazione dell’impianto di video sorveglianza dei corridoi a circuito chiuso, sempre nel rispetto della legge sulla privacy per ospiti e lavoratori; il 29 giugno e 1 luglio gli  esami sierologici da prelievo ematico (igM igG) per gli ospiti presenti.
«Noi parenti non siamo assolutamente contenti e non ci sentiamo tranquilli davanti a questo comportamento – scrive il comitato –  che a tratti diviene particolarmente espulsivo. In ultimo, è importante sottolineare che noi abbiamo con il gestore un contratto in essere di servizio».
rfi
di Valeria Arinivaleria.arini@legnanonews.com
Pubblicato il 04 Luglio 2020


4 commenti:

  1. Ma non ci si può mandare le forze dell'ordine? Quale altro tipo di struttura è così protetta? Non è anticostituzionale?
    Angela

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  2. Il comitato parenti ci ha provato, così come l'avvocato (Candidato Sindaco di Legnano) a difendere questa situazione che diventa sempre più complicata e a mio parere assurda. La mia voce si perderebbe, ma se non ascoltano neppure il comitato, le forze dell'ordine e chi difende la giustizia (Avvocato) non so più che santo pregare.

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  3. Forse questo non è tempo di Santi, ma di un drappello di Commandos... Se solo non fossi così vecchia...
    Angela

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  4. E' stato il mio stesso pensiero, Angela, ma anch'io sono vecchia e di forze fisiche e mentali ne ho sempre meno, ma pare che facciano il possibile, quelli della RSA per procurarmi dolore.

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