giovedì, novembre 26

ORIGO di COUCOU, SÈLAVY!

ORIGO

Quando il mondo non canta e ti vesti da negromante

Quando il passato ti ingaggia per scovare la crepa

Queste infiltrazioni impari a credere tuo regno

Questa musica tua creazione

Quando ti affacci, la mano pendula, al formicolio di uno schermo

Il megafono fra le costole parla da molti ombelichi

Servo senza brame, abitacolo

Piatto offerto in pasto a un ospite negligente

E un vigneto di tasti sbiaditi pigi

Impronte su cui ognuno zompettò

Per meglio ingannare il fiuto dei posteri

Il Nemico alle spalle

Strategie dell’arte di arrangiarsi

Quando la notte risale la china della pupilla

Il sonno disturba il sonno

Il giorno disturba il giorno

Allora

La petulanza dell’ultimo pidocchio

Rarefatta si tacque

Di candido stupore tingendo

Il campo di battaglia e il credo

Mentre, soffocando le risa, pontificavi già:

“Mai pelle fu sotto queste bende, figli miei

Che più non ci si adoperi a leggere i geroglifici del globo

Che almeno il seme sia sottratto al cerchio della maledizione

Scemata:

Restituito alla vanità”


Coucou Sèlavy!


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