giovedì, marzo 31

IO PER PUDORE di RODOLFO VETTORELLO

Mi capita di rado di pensarmi, di pensare a me, come sono e come posso apparire agli altri. Sarò come mi vedo ma alla mia età non ho più pudori.


IO PER PUDORE

Io, per pudore,

sono incapace di parole alate;

della chitarra adopero le corde

più dissonanti e sorde

e dell’amore

conosco solamente le maniere

del dire senza dire,

l’alludere che vuole far capire.

Ho in mente fantasie multicolori,

viaggi nei sogni

e desideri che non posso dire.

Vorrei poterti amare di un amore

che valica confini di pianeti,

accende luci e fuochi nei tramonti.

Vorrei stupirti con i miei ardimenti,

cogliere in cielo stelle da donarti

e sovvertire l’ordine di tutto

per apparirti unico e diverso,

un falco che si aggira in giri stretti

su prede inconsapevoli, un eroe,

un personaggio assurdo di fumetti.

Vorrei prenderti in braccio per portarti

in mondi sconosciuti e possederti

all’infinito come un dio d’amore.

Vorrei, vorrei, vorrei.

Io per pudore

mi siedo sempre all’angolo discreto,

resto in silenzio, ascolto e mi addormento.

Io per pudore

mi perdo quasi tutte le occasioni

e perdo te che mi vorresti ardito,

sfrontato ed arrogante come un falco.

Io per pudore

mi perdo tutto e perdo te e l’amore.

Rodolfo Vettorello


Rodolfo Vettorello


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