giovedì, febbraio 28

LA TERZA GUERRA MONDIALE (SU GOMME) di DANILA OPPIO




Un rumore assordante entra dalle mie finestre, soprattutto di notte.
Ecco, penso, scoppia la terza guerra mondiale, odo il frastuono di una squadriglia di aerei caccia militari. Spero ardentemente che non sgancino qualche bomba. Accosto e sprango le persiane e chiudo le finestre a doppi vetri. Il rumore si attenua un poco, ma continua.
Di norma, i voli che partono o arrivano all’Aeroporto della Malpensa, che dista da Legnano 27 chilometri, rombano per poco tempo, passano e svaniscono allo sguardo verso l’orizzonte.
Talvolta, per non aver avuto il consenso all’atterraggio, girano in tondo, passando anche su Novara, fino a che non ricevono dalla torre di controllo l’ok per l'atterraggio.
Sono convinta che, come uno stormo di uccelli migratori, qualche volta scaghezzino sul mio giardino, poiché mi capita di osservare che le mie piante - la sera prima sanissime - il giorno dopo presentano evidenti bruciature, come se un liquido non ben identificato (forse una pisciata di un extraterrestre transitato con il suo UFO proprio sul  mio giardino?) fosse stato versato su di loro.
Lo stesso accade sull’erba del prato, prima verdissima e poi improvvisamente ingiallita.
Ma torniamo al rumore continuo e insopportabile. A parte l’introduzione scherzosa, a circa 2/300 metri da casa mia corre l’autostrada Milano-Laghi. O Milano-Varese, meglio identificata (come un ricercato) la tremenda A8. Una vera comodità averla vicino, non c’è che dire, ma sarebbe buona cosa se nei pressi dei centri abitati venisse apposta una protezione antirumore, ovvero quelle barriere che schermano un poco non solo i rumori ma anche l’inquinamento a terra.
Le opere antirumore di Autostrade S.p.A? Una delle tante contraddizioni italiche!
Nel nostro Paese sussistono innumerevoli situazioni inspiegabili.
Situazioni che in altre nazioni non trovano "cittadinanza".
Un emblematico contesto delle contraddizioni italiche, riguarda alcuni tratti della rete autostradale.
In Italia le problematiche inerenti l'abbattimento acustico prodotto dal traffico veicolare, sono disciplinate dalla Legge 447 del 1995.
In particolare per i gestori delle infrastrutture autostradali le fasce di pertinenza acustica, il rumore del traffico veicolare autostradale deve essere riportato secondo i limiti definiti dalla normativa, e gli enti gestori sono impegnati a destinare il 5% dei fondi del bilancio alla realizzazione d’infrastrutture per il contenimento e l’abbattimento del rumore.

Nel 2007 Autostrade S.p.A. ha consegnato il Piano di Risanamento individuando le Aree critiche e ha formulato il piano per il contenimento acustico.
Quest'ultimo, per il raggiungimento delle finalità, ha previsto l'installazione di barriere anti umore, coperture totali, coperture a cielo aperto e installazione di serramenti anti rumore sugli edifici esposti.  Un piano da attuarsi entro il 2022.
Nel corso degli anni è previsto un continuo aggiornamento del piano da conformare alle situazioni di fatto che potrebbero portare ad una modifica sostanziale delle misure previste in origine.
A distanza di dieci anni in alcune zone attraversate dalla rete autostradale, poco o nulla è stato fatto. Peggio!

Nonostante quanto previsto dalla normativa e dal Piano di Risanamento, le modifiche necessarie per il rispetto dei limiti acustici previsti e monitorati non sono state approntate.
O meglio si è agito "all'italiana" con soluzioni parziali, facendo figli e figliastri.

Come esempio concreto di cosa è stato fatto finora, si può percorrere l'autostrada A8 da Varese in direzione Milano e osservare le nuove barriere fono isolanti installate per decine di chilometri.
Barriere installate in zone densamente abitate, rientranti nelle aree  critiche previste dal Piano di Risanamento. E qua sta il punto dolente dell’intervento.

E sì, perché le opere eseguite non sono omogenee.
L'altezza delle barriere varia senza un'apparente ragione logica.
Allo svincolo con l'A26 direzione Sesto Calende nel territorio di Gallarate, sono state posizionate barriere verticali alte diversi metri alla cui sommità sono stati installati altri pannelli fono isolanti obliqui per meglio contenere il rumore. Non solo.

In oltre 5 chilometri (circa) nel tratto delimitato dai caselli di Busto Arsizio e Castellanza, sia in direzione Nord che in direzione Sud, nessuna opera è stata eseguita, e fanno bella mostra (si fa per dire...) ancora i vetusti e decrepiti pannelli schermanti (?!?) in legno o ferro arrugginito alti non più di due metri che con l’isolamento acustico non hanno nulla a che spartire.
Inconcepibili decisioni e scelte che la società Autostrade ha giustificato proponendo la sostituzione degli infissi a chi avrebbe presentato richiesta, lasciando così che il rumore del voluminoso traffico veicolare continui ad assordare l'intera zona.
Decisioni, scelte che non forniscono spiegazioni logiche e soddisfacenti.
Già, perché chiunque abbia percorso e percorre l'autostrada A 4 (la Milano-Bergamo) scorge ai lati della carreggiata decine e decine di chilometri di strutture fono isolanti alte oltre 10 metri con pannelli obliqui che creano una quasi totale copertura dell'autostrada nei punti dove si attraversano centri abitati più o meno densamente popolati.

Isolamenti, è bene ricordarlo, che non solo isolano dal rumore prodotto dal traffico veicolare, ma che creano anche una difesa alle emissioni nocive prodotte dai gas di scarico.
Figli e figliastri; una storia che spesso si ripropone in tante circostanze nel nostro Paese.

Sebbene non ami essere tacciato di esterofilia, non posso, tuttavia, non prendere come esempio la vicina Svizzera per comprendere come sia intervenuta per risolvere questo problema.
In molti tratti di autostrada elvetica l'Ufficio federale delle strade ha previsto una serie d’interventi del valore di 23 milioni di franchi.
Molti comuni hanno contestato tale progetto perché chiedono che non solo siano installate le barrire anti rumore, ma che siano anche produttrici di energie rinnovabili e che siano studiate ulteriori soluzioni come la totale copertura di alcuni tratti autostradali (!!!).
Non solo, è stato deciso, inoltre, di stendere un manto stradale fono assorbente per ridurre ancor di più il rumore prodotto dai veicoli circolanti.

Tipo di asfalto che non è presente sulle nostre autostrade considerando che si è scelto di utilizzare un tipo di bitume idro-assorbente, sicuro per la viabilità, ma rumoroso.
Certamente la nostra rete autostradale non è paragonabile a quella dei nostri vicini rosso crociati, tuttavia anche gli introiti derivanti dai pedaggi sono totalmente differenti, basti pensare che per circolare sull'intera rete autostradale svizzera è sufficiente acquistare un talloncino annuo del costo di 38,50 euro, mentre per percorrere un qualunque tratto autostradale italiano il costo varia a seconda dei chilometri percorsi (38,50 euro non sono sufficienti nemmeno per percorrere il tratto Milano - Roma).
Contraddizioni italiche che denotano quale sia lo stato di "salute"  del nostro Paese.
Per ora ci dobbiamo accontentare dell'augurio che ci fa Autostrade S.p.A. alla fine di ogni bollettino informativo radiofonico o televisivo: Da Autostrade per l’Italia Buon Viaggio.
Per tutto il resto, rumore, traffico, disagi, pazientare...

Parte dell’articolo in corsivo è tratto da un testo di Massimo Puricelli, pubblicato su AFFARI ITALIANI.IT il  9 ottobre 2017, sotto la dicitura POLITICAMENTE SCORRETTO. Da me utilizzato per meglio documentare l’argomento e ringrazio l'articolista.

Autostrade per l'Italia S.p.A. è una società per azioni italiana, costituita nel 2002.  che ha come attività la gestione in concessione di tratte autostradali, nonché lo svolgimento della rispettiva manutenzione.
La società fa parte del gruppo Atlantia, che ne possiede l'88,06% del capitale sociale e che fa riferimento, come principale azionista, alla famiglia Benetton.
Al momento in cui Puricelli scrisse quell’articolo, il ponte Morandi di Genova non era ancora crollato, fatto avvenuto il 15 agosto 2018. E se tanto mi dà tanto, immaginiamo la trascuratezza nel resto.

La società Autostrade - che non presidiava i ponti ma si limitava a incassare costosi pedaggi - se non si è mai occupata delle strutture portanti delle autostrade da lei gestite, tanto meno si sarebbe interessata alle barriere anti rumore.
Perché di questo si tratta. I caccia bombardieri non c’entrano, ma dal continuo esasperante rumore del traffico su gomme, non ci possiamo difendere neppure con i doppi vetri isolanti. E il traffico diventa sempre più congestionato.
Se desidero spalancare le finestre per respirare una boccata d’aria fresca, arrivano alle mie narici odori per nulla gradevoli, e alle mie orecchie, rumori insopportabili.
Se poi il vento viaggia verso la mia direzione, il rumore del traffico si fa più sgradito che mai.
Colpa del disinteresse da parte della Società Autostrade? Certamente, ma a volte mi chiedo dove va tutta quella gente in un  qualsiasi momento del giorno e della notte. Almeno nelle ore notturne non può dormire? Perché posso capire che di tanto in tanto passi un Tir, poiché di notte disturba meno il traffico giornaliero, ma lo scorrimento è incessante, e sconcertante e dirompente e...rompente in tutte le 24 ore.

E qui è necessario correre ai ripari. Se non se ne prende carico di sua iniziativa la società proprietaria delle reti autostradali, dovrebbero essere i Consigli Comunali a  sollecitare la posa in opera delle barriere lungo i vari paesi o città che governano, a ridosso del tratto autostradale incriminato. Sennò, che ci stanno a fare? La terza guerra mondiale su gomme?

Danila Oppio

1 commento:

  1. Chissà, magari se ne occuperanno quelli che vinceranno le Elezioni Europee. Ma, dopo quelle, dovranno consolidare la loro posizione in Europa e in Italia. E così via...
    E' diventata la politica per la politica. E' fine a se stessa. E non serve a nessuno. O meglio, NON SERVE PIU' NESSUNO. Ecco perché la gente scende in piazza, di nuovo, come tanti, ma non poi così tanti, anni fa.
    Di nuovo, ogni cittadino deve mettersi in gioco fisicamente con tutta la persona. Visto che i politici, ormai, di loro stessi
    ci mettono solo la faccia... da pagliaccio.
    Angela Fabbri

    RispondiElimina