giovedì, giugno 18

E qualcuno lo dovrà pur trattare...di ANGELA FABBRI


Angela Fabbri, leggendo la mia poesia IMMANE ASSURDITÀ, ha commentato con quello che pare il seguito ideale. Ringrazio l'amica che, pur non vivendo il mio stesso patema d'animo, lo ha fatto suo entrando totalmente nel merito della questione. E la sua condivisione per me ha un valore immenso. La sento molto vicina e la ringrazio tanto. L'ha postato come commento, ma ho desiderato pubblicarlo qui, ben visibile a tutti, poiché il problema delle RSA che non permettono ai parenti di far visita ai loro cari lì ospitati (tra l'altro sostenendo una congrua retta mensile) appartiene a molta gente. Penso, a distanza di 3 mesi e mezzo di chiusura totale ai parenti, che se prima era necessario onde evitare ulteriori contagi adesso, con i dovuti provvedimenti quali distanze e mascherine, dovrebbe essere ora di smetterla di abusare di un potere che non appartiene loro. Da un punto di vista legislativo, si tratta di una misura anticostituzionale e contro i diritti umani, dal mio punto di vista, pura e semplice crudeltà mentale. Le persone affidate alla RSA non sono di proprietà delle stesse, e quindi dovrebbero tener conto anche delle esigenze dei loro ospiti e dei parenti degli stessi. Avete reso i vostri ospiti prigionieri, e ammanettato i parenti mettendo loro anche un bavaglio perché non possano urlare il loro dolore.  E con questo ho concluso. 
Danila Oppio



E qualcuno lo dovrà pure trattare
quest'argomento che continua a lacerare!
Abbiamo messo i nostri cari al chiuso
non per metterli da parte, ormai in disuso.
Non per lasciarli là in un angolino
dormendo di pastiglie a capo chino.
Ogni giorno siamo lì venuti
portando cose belle come aiuti.
Ci siamo stati sempre fino a che
avete CHIUSO le porte in faccia a me.
E io non smetterò di rammentare
a Stato, Sanità, gente comune
che il MURO del SILENZIO ha un altro nome
si chiama MALAVITA senza errare.

Angela Fabbri

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