L’era della plastica
Molti e molti anni fa, quando io e Dani eravamo bimbe piccole
molto piccole, Angie aveva una bambola.
Una bambola di quell'epoca, di gomma solida e flessibile,
sembrava di carne.
Angie non giocava con le bambole come facevano le altre bambine,
aveva un fratello di tre anni più grande e giocava ai pirati, alle guerre
da corsa, con lui che in poco tempo preparava la scena unendo e sovrapponendo delle
semplici sedie e creando una nave, anzi, un grande Galeone. Gli spazi creati
dalle sedie diventavano
i vari scomparti di un bastimento che, come si sa, è
fatto a strati anche adesso. I marinai erano ritagliati in forma di uomini
nella carta da giornale. Mio fratello Daniele, ideatore di tutte le meraviglie
della mia infanzia, aveva tratto spunto dagli omini di carta che ci faceva
la Nonna Santina (la nonna di nostra mia madre), sapete, quegli omini che,
ritagliati in fogli di carta sovrapposti, una volta liberati si tengono tutti
per mano e fanno il girotondo.
Ma fratello Daniele ne costruiva di ogni foggia e misura, adatti
ad ogni compito che servisse l'avventura. Non incatenati, ma ognuno
utilizzabile singolarmente, un po' come le marionette del teatrino. Che spesso
era appunto proprio una nave, con tutti gli spazi creati fra le sedie che
permettevano di muovere quelli che in questo caso erano marinai. Come ogni nave, anche questa aveva una dispensa e i
tempi di distribuzione del cibo, costituito dai gambi dei cipollotti raccolti
nell'orto dietro casa (abitavamo in paese), gambi non usati in cucina e che
venivano tagliati per creare così le razioni dei marinai,
dolci e profumate dei profumi di un'altra epoca.
Poi, dopo questa lunga preparazione, arrivava la storia e
l'avventura...
La nave portava il Principe Marcello Bizzarri sui mari a
incontrare e combattere pirati e gente del genere. E il Principe era la piccola
bambola di cui ho parlato all'inizio, vestita di carta o di qualche
straccino che alla mamma non serviva più. Cosa importava? tanto il
principe era un temerario e conseguiva ferite ad ogni scontro, segnate con una
matita rossa sul suo corpo e risultava, alla fine di ogni avventura, con le
vesti tutte stracciate. Le ferite venivano lavate e lui di nuovo rivestito come
si deve.
Ma, dopo le innumerevoli ferite e i conseguenti lavaggi, la
bambolina cominciò a marcire e un giorno sparì.
Disperata ne andavo in cerca, ma il fratello Daniele mi mostrò
un oggetto nuovo appena arrivato in casa: una ciotola di plastica azzurra e mi
disse "La tua bambolina non è andata perduta, si è solo trasformata
in questa, è qui dentro".
Ho fatto fatica a credergli, diciamo che gli ho creduto solo per
la sua gentilezza verso la mia disperazione, anche perché in quella tazza di
plastica azzurra, con tutta la mia immaginazione, non riuscivo a vederci
il mio bel Principe Marcello Bizzarri.
Da quei tempi lontani, gli 'oggetti nuovi' si sono
moltiplicati, diversificati, sparsi in tutto il mondo e forse forse l'ormai antico
'BIG JIM', che fu compagno d'infanzia del fratello piccolo, non era che un
discendente della mia bambolina...
Ecco per te.
Buon domani.
Angie
Nessun commento:
Posta un commento