VERSI IN VOLO
POETANDO
domenica, novembre 17
1 ORIENTAMENTI PER IL CULTO DELLA VERGINE - conferenze per l'Avvento di Padre CLAUDIO TRUZZI OCD
sabato, novembre 16
DANILA OPPIO ha ottenuto il premio Speciale per la composizione poetica PENSIERI SPAZZATI DAL VENTO
Questo lungo anno molto sofferto, non ho partecipato a nessun concorso per il quale ho ricevuto i relativi Bandi, tranne che per questo indetto da La Luna e il Drago a cura di Anna Montella.
E ieri ho ricevuto comunicazione di aver meritato il premio speciale da Regina Resta, presidente dell'Associazione VerbumlandiArt . APS editore di VerbumPress.
Qui il diploma:
SABBIA MIGRANTE, OSSIA IL MONDO VISTO DA QUI di Padre MAURO ARMANINO
Sabbia migrante, ossia il mondo visto da qui
Sbarcando a Niamey il mese di aprile del 2011 la parola ‘migrante’ non faceva parte del lessico locale. Si parlava piuttosto di ‘avventurieri’, oppure più semplicemente di ‘esodanti’. Queste due parole nominavano altrettante visioni del migrante, come gli occidentali lo chiamavano. L’avventuriero è una delle figure tipiche dell’immaginario culturale dell’Africa Occidentale perché andare lontano e di preferenza al mare era come un cammino iniziatico. Il giovane diventava ‘uomo’, avventurandosi verso il totalmente sconosciuto per i Paesi del Sahel, il mare! L’immenso, l’ignoto e cioè la grande sfida.
La seconda parola che definiva il migrante era, appunto, ’esodante’. Una parola evocativa che suona come un esilio scelto, un andare senza conoscere come, e se il partente sarebbe tornato.
In effetti nel Niger, da tempo, si praticava una migrazione stagionale che a volte si trasformava in definitiva. I Paesi della costa atlantica o il nord Africa, Algeria, Marocco e soprattutto Libia erano privilegiati. Un esodo provvisorio, per affrontare la stagione di passaggio tra il raccolto e la nuova stagione. Quanto gli avventurieri o esodanti mandavano o portavano a casa permetteva alla famiglia di creare nuove opportunità di emancipazione.
Arrivò poi, dall’Occidente, con una certa violenza, un nuovo lessico che trasformò radicalmente e in modo radicale, la percezione delle migrazioni. L’esodante divenne un ‘migrante’, si trasformò presto in ‘clandestino’, poi in ‘illegale’, ‘irregolare’, in ‘criminale’ o in un ‘illuso’ dall’Eldorado occidentale. L’esternalizzazione delle frontiere europee, peraltro iniziate prima del vertice nel 2015 a La Valette, col Marocco e il Soudan in particolare, hanno completato il processo di ‘criminalizzazione’ della migrazione come fenomeno. Si trattava di bloccare o almeno ridurre il numero di ‘potenziali migranti’ che avrebbero potuto attraversare il Mediterraneo. L’organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM, l’Unione Europea e gli accordi bilaterali, hanno contribuito a rendere le rotte migratorie più inacessibili, pericolose e onerose. Non solo il mare ma anche il deserto si sono trasformati in cimiteri senza nome e volto. L’agenzia Frontex ha collaborato al respingimento di 27.288 naufraghi tra il 2019 e il 2023. I morti nel Mediterraneo dal 2014, secondo ‘Statista’ sono stati più di 30 mila. Una guerra!
La mobilità è una componente inseparabile della storia dell’umanità. Non casualmente essa è riconosciuta dalla Dichiarazione fondamentale dei diritti umani al numero 13. Ed è proprio dal continente africano, secondo gli specialisti, che si è iniziato il popolamento del mondo. L’Europa, tanto per rimanere in tema di memoria, è stata per oltre un secolo il continente dell’emigrazione verso le Americhe e l’Australia....
Si calcola che tra ‘800 e ‘900 quasi 50 milioni di persone intrapresero un viaggio senza ritorno verso nuove patrie. Le cause di questo fenomeno furono sia demografiche, con l’aumento della popolazione indotto dalla transizione demografica, che economiche, con l’aumento della produttività del lavoro in agricoltura. L’Italia, con quasi nove milioni di emigranti, fu uno dei paesi che contribuirono maggiormente a questi flussi migratori. Le correnti migratorie, innescatesi nella seconda metà del XIX secolo si mantennero sostenute fino al secondo dopoguerra. (www.units.it).
Le ragioni delle migrazioni sono molteplici e, in fondo, ogni migrante è la sua migrazione...Tuttavia, nell’analisi delle cause, non si dovrebbe sottostimare la realtà delle disuguaglianze economiche, le possibilità di formazione, crescita umana e, naturalmente, l’immaginario simbolico. Rimane un fatto inconfutabile che molti economisti di valore sottolineano. Si sostiene che la migrazione è stata finora il mezzo forse più importante per sfidare la povertà. Naturalmente la complessità del fatto migratorio dovrebbe renderci più attenti alle semplificazioni che spesso polarizzano il tema e le posizioni. Ad esempio, l’idea che i popoli africani ‘invadano’ l’Europa appare come fuorviante perchè, com’è noto, la maggior parte delle migrazioni africane si effettuano all’interno dell’Africa, in particolare nell’Africa Occidentale.
I miti da smantellare o perlomeno da ridimensionare sono molti ed è innegabile che un’oculata politica di riflessione e accompagnamento del movimento migratorio, nel dialogo coi Paesi da dove provengono i migranti, gioverebbe a tutti, compresa l’economia dei paesi del Nord. L’inverno demografico dell’Occidente non è irrilevante e compito della politica dovrebbe essere anche quello di prevedere il futuro. Proprio di questo si tratta in fondo. Quale tipo di mondo vogliamo abitare assieme. Se un mondo di muri, reticolati, pattuglie e centri di detenzione esternalizzati o, preferibilmente, un mondo dove l’architettura principale siano i ponti.
Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024
venerdì, novembre 8
DISUGUAGLIANZE DI POLVERE DIVINA NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO
Disuguaglianze di polvere divina nel Sahel
All’inizio di tutto c’è la polvere con un soffio di vento. E’ questa l’uguaglianza fondamentale che accomuna persone e cose di questo mondo. Poi, col tempo, la storia e gli avvenimenti, le condizioni della polvere cambiano e si può affermare che, qui come altrove, c’è polvere e polvere. Alcuni son più polvere di altri malgrado il soffio originario conservi tutta la sua creativa bellezza e fragilità.
Col tempo c’è chi dimentica di non essere che polvere aspira alla vita e presume di diventare potente. Così si sono formate le classi sociali, i gruppi di potere, le élite che governano e il popolo che altro non dovrebbe fare se non aderire a quanto si decide per suo bene. La sovranità di polvere si coniuga con l’indipendenza del vento che ad essa si affida. La polvere si trasforma in aristocrazia o dittatura.
Dalla polvere di natura ugualitaria alla società delle disuguaglianze il passo è assai breve e notabile. Ad esempio, c’è che può mangiare regolarmente ogni giorno e chi deve scegliere l’unico pasto che possa imbrogliare lo stomaco. Chi può mandare i figli nelle migliori scuole private del Paese e chi si contenta delle scuole di Stato...nel passato maggiormente apprezzate di quelle private.
Ammalarsi per la polvere comune è un dramma. Senza soldi e garanzia di accompagnamento anche nel reparto di urgenza si può rimanere per ore e giorni in lista d’attesa. Chi, invece, è fatto di una polvere diversa troverà posto nell’ ospedale di referenza, nelle cliniche attrezzate o semplicemente all’estero. La vita degli esseri di polvere non è uguale per tutti. Alcune vite valgono più di altre.
C’è la polvere che viaggia col vento e nel vento mentre c’è polvere più sofisticata che prende l’aereo con il biglietto di ritorno o per sola andata. Nel primo caso troviamo una certa categoria di migranti e nella seconda gli uomini politici, d’affari, i diplomatici e gli affiliati alle Organizzazioni Internazionali. Per i primi non c’è la certezza dell’arrivo a destinazione. Per i secondi le date sono fissate e sicure.
La polvere delle persone comuni lavora, vive in campagna e rappresenta circa l’ottanta per cento dei 27 milioni che conta la popolazione del Niger. Un altro tipo di persone di povere, circa un milione, ha trovato rifugio nel Paese o vi si trova come sfollato. Nella capitale Niamey si scovano palazzi come castelli fatati di ogni stile architettonico, case blindate, custodite e gemellate con case di terra.
C’è chi sostiene che dietro tutto ciò c’è senz’altro una volontà divina. Come dire che la polvere dell’inizio col soffio di vento si è gradualmente divisa e dunque c’è chi potrà vivere più a lungo con dignità e chi, invece, era scritto scomparisse molto prima perché polvere di scarto. Una polvere nobile e degna e l’altra di seconda mano. Tutto scritto nel libro, come cantava il buon Bob Marley a suo tempo.
Difficile crederlo perché, malgrado le pietre tombali, i monumenti e i nuovi nomi dati alle strade e ai ponti, nel cimitero non rimane che lei, la polvere dell’inizio. Il soffio di vento è uguale per tutti ed è proprio la polvere comune, in definitiva, a pareggiare i conti. Appunto per questo la polvere e il soffio di vento hanno inventato la politica. Perché ciò che creava le disuguaglianze tra gli umani fosse rimosso e le polveri di tutto il mondo, uguali, facessero festa assieme.
Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024
lunedì, novembre 4
domenica, novembre 3
IL LIBRAIO DI RABAT editoriale
MILLE ANNI PER LA "AVE MARIA" - Conferenze di Padre CLAUDIO TRUZZI in preparazione all'Avvento 2024
PER L'AVVENTO / DAL 16 NOVEMBRE AL 21 DICEMBRE (sabato, ore 16)
Terrò una serie di riflessioni sulla Ave Maria- come farla nostra per meglio incontrare Maria a Natale. Allego lo schema del corso con le date.