POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, novembre 17

1 ORIENTAMENTI PER IL CULTO DELLA VERGINE - conferenze per l'Avvento di Padre CLAUDIO TRUZZI OCD

 


– 1 –
"ORIENTAMENTI PER IL CULTO DELLA VERGINE"
Maria occupa un posto fondamentale nel Cristianesimo, sia riguardo a Dio che nel suo rapporto con i fedeli. La devozione verso di Lei ha seguito lo scandire dei secoli. Il Concilio ha riproposto la Sua figura ed il culto verso Maria nel modo dovuto. Sembra strano, ma ancora ai nostri giorni talvolta si manifesta in forme ed atteggiamenti non sempre adeguati e sani. 
Papa Paolo VI nella Esortazione Apostolica "Culto Mariano" (Marialis cultus), ci offre alcuni orienta-menti di base per il culto a Maria, che renderanno la nostra devozione a Maria, sana, vera, "mariana". 
Il culto a Maria oggi
«La devozione verso la Vergine Maria – scrive il Papa – (...) è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui, al posto singolare che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per lei; come pure, ad ogni sviluppo autentico del culto cristiano consegue necessariamente un corretto incremento della venerazione alla Madre di Dio...
Nel nostro tempo, i mutamenti prodottisi nel costume sociale, nella sensibilità dei popoli, nei modi di espressione della letteratura e delle arti, nelle forme di comunicazione sociale, hanno influito anche sulle manifestazioni del sentimento religioso. Certe pratiche cultuali – che un tempo non lontano apparivano atte ad esprimere il sentimento religioso dei singoli e delle comunità cristiane – sembrano oggi insufficienti o inadatte, perché legate a schemi socio-culturali del passato, mentre da più parti si cercano nuove forme espressive dell'immutabile rapporto delle creature con il loro Creatore, dei figli con il loro Padre.
Ciò può produrre in alcuni un momentaneo disorientamento...». 
Tre orientamenti per il culto della Vergine
* Biblico – «La necessità di un'impronta biblica in ogni forma di culto è oggi avvertita come un postulato generale della pietà cristiana. ... Il culto alla Vergine non può essere sottratto a questo indirizzo generale della pietà cristiana, anzi ad esso si deve ispirare per acquistare nuovo vigore e sicuro giovamento. La Bibbia, proponendo in modo mirabile il disegno di Dio per la salvezza degli uomini, è tutta impregnata del mistero del Salvatore e contiene anche, dalla Genesi all'Apocalisse, non indubbi riferimenti a colei che del Salvatore fu madre e cooperatrice. (...)
L'impronta biblica esige, soprattutto, che il culto della Vergine sia permeato dei grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli venerano colei che è "sede della Sapienza", siano essi stessi illuminati dalla luce della divina Parola ed indotti ad agire secondo i dettami della Sapienza incarnata».
* Liturgico – «... La norma della costituzione Sacrosanctum Concilium (La sacra liturgia), mentre racco-manda vivamente i pii esercizi del popolo cristiano, aggiunge: “Bisogna però che tali esercizi, (...), siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, da essa traggano ispirazione, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano.
... Due atteggiamenti potrebbero render vana nella prassi pastorale la norma del Concilio Vaticano II:
– innanzi tutto, l'atteggiamento di alcuni che si occupano di cura d'anime, i quali disprezzando a priori i pii esercizi – che pure, nelle debite forme, sono raccomandati dal Magistero – li tralasciano e creano un vuoto che non provvedono a colmare; essi dimenticano che il Concilio ha detto di armonizzare i pii esercizi con la liturgia, non di sopprimerli.\
– In secondo luogo, l'atteggiamento di altri che, al di fuori di un sano criterio liturgico e pastorale, uniscono un insieme di pii esercizi e atti liturgici in celebrazioni ibride. Avviene talora che nella stessa celebrazione del sacrificio eucaristico vengano inseriti elementi propri di novene o altre pie pratiche, con il pericolo che il Memoriale del Signore non costituisca il momento culminante dell'incontro della comunità cristiana, ma quasi occasione per qualche pratica devozionale.
A quanti agiscono così vorremmo ricordare che la norma conciliare prescrive di armonizzare i pii esercizi con la liturgia, non di confonderli con essa.
* Antropologico. «Nel culto alla Vergine si devono tenere in attenta considerazione anche le acquisizioni sicure e comprovate delle scienze umane… Si osserva, infatti, che è difficile inquadrare l'immagine della Vergine, quale risulta da certa letteratura devozionale, nelle condizioni di vita della società contemporanea e, in particolare, di quelle della donna nell'ambiente domestico [dove le leggi e l'evoluzione del costume tendono ... a riconoscerle l'uguaglianza e la corresponsabilità con l'uomo nella direzione della vita familiare]; sia nel campo politico, ...; sia nel campo sociale, ...; sia nel campo culturale ....
Ne consegue presso taluni una certa disaffezione verso il culto alla Vergine e una certa difficoltà a prendere Maria di Nazareth come modello, perché gli orizzonti della sua vita – si afferma – risultano ristretti in confronto alle vaste zone di attività in cui l'uomo contemporaneo è chiamato ad agire.
A questo proposito, ..., ci sembra utile offrire, noi pure, alcune osservazioni.
– Innanzi tutto Maria è sempre stata proposta dalla Chiesa all’imitazione dei fedeli non ... per il suo tipo di vita e, tanto meno, per l'ambiente socio-culturale in cui essa si svolse – oggi dovunque superato –; ma perché ella aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio; perché ne accolse la parola e la mise in pratica; perché la sua azione fu animata dalla carità e dallo spirito di servizio; perché, insomma, fu la prima e la più perfetta seguace di Cristo: il che ha un valore esemplare, universale e permanente.
– In secondo luogo, vorremmo notare che le differenze sopra accennate sono in stretta connessione con alcuni connotati dell'immagine popolare e letteraria di Maria, non con la sua immagine evangelica, né i dati dottrinali precisati nel lento e serio lavoro di esplicitazione della parola rivelata. (...)
La Chiesa, quando considera la storia della pietà mariana, si rallegra costatando la continuità del fatto, ma non si lega agli schemi rappresentativi delle varie epoche culturali, né alle particolari concezioni antropologiche che stanno alla loro base, e comprende come talune espressioni di culto, perfettamente valide in se stesse, siano adatte a uomini che appartengono a epoche e civiltà diverse».               
Per un "sano culto"....
Dopo aver offerto queste direttive, ordinate a favorire lo sviluppo armonico del culto della Madre del Signore, il Papa ritiene opportuno richiamare l'attenzione su alcuni atteggiamenti cultuali erronei.
«Il Concilio Vaticano II ha già autorevolmente denunciato 
– sia l'esagerazione di contenuti o di forme che giunge a falsare la dottrina, 
– sia la grettezza di mente che oscura la figura e la missione di Maria;
– nonché alcune deviazioni cultuali:
° la vana credulità, che al serio impegno sostituisce il facile affidamento a pratiche solo esteriori; 
° lo sterile moto del sentimento, così alieno dal Vangelo che esige opera perseverante e concreta». (...)
«La vigile difesa da questi errori e deviazioni renderà il culto alla Vergine più vigoroso e genuino:
– solido nel suo fondamento, per cui in esso lo studio delle fonti rivelate e l'attenzione ai documenti del Magistero prevarrà sulla ricerca esagerata di novità o di fatti straordinari; 
– obiettivo, nell'inquadramento storico, per cui si elimina ciò che è manifestamente leggendario o falso; 
– adeguato al contenuto dottrinale, per evitare presentazioni unilaterali di Maria, le quali, insistendo più del dovuto su un elemento, compromettono l'insieme dell'immagine evangelica; 
– limpido nelle sue motivazioni, per cui con diligente cura sarà tenuto lontano ogni meschino interesse. 
Infine, ... vorremmo ribadire che lo scopo ultimo del culto alla beata Vergine è di glorificare Iddio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà». Papa Paolo VI  2-2-1974

sabato, novembre 16

DANILA OPPIO ha ottenuto il premio Speciale per la composizione poetica PENSIERI SPAZZATI DAL VENTO

 Questo lungo anno molto sofferto, non ho partecipato a nessun concorso per il quale ho ricevuto i relativi Bandi, tranne che per questo indetto da La Luna e il Drago a cura di Anna Montella. 

E ieri ho ricevuto comunicazione di aver meritato il premio speciale da Regina Resta, presidente dell'Associazione VerbumlandiArt . APS editore di VerbumPress. 

Qui il diploma:



e qui sotto la nota critica:


Per questa mia composizione poetica dedicata alla nascita del mio ultimo nipote Leon che è  nato 5 anni fa e vive a Oslo 
Pensieri spazzati dal vento

A fine giorno si spegne la tristezza
mentre l’oscurità illumina le stelle,
accendo una sigaretta, e soffio via
gli strampalati pensieri imbrigliati
nella nuvola azzurrognola di fumo
che m’aleggia attorno in dissolvenza.

L’arrivo di Leon mi fu salutare:
divenne la mia molletta da bucato
per appendere il cielo, come fosse
un lenzuolo steso al sole a sventolare
nel suo color cobalto, allegro nel vento,
fondendosi al colore tra cielo e mare.

E l’astro sorge gettando caldi dardi
creando ombre che stacco dal marciapiede
per farne abiti nuovi. E non è tardi
per arredare l’anima, vuoto ambiente,
con ricordi un po’ nostalgici 
o con i vocii fantastici
del mio nuovo amato erede.

Accendo un’altra sigaretta e riprendo 
con pazienza a districare
quei fili ingarbugliati nella mente.
Ma ne esiste uno, da altri differente:
porta il nome Speranza e vuota
più non è, questa mia stanza. 
Mentre un vagito odo in lontananza.   

Danila Oppio             

ps: da quando ho inviato questa poesia ho smesso di fumare, quindi è merito di Leon se non fumo più!            

SABBIA MIGRANTE, OSSIA IL MONDO VISTO DA QUI di Padre MAURO ARMANINO


Sabbia migrante, ossia il mondo visto da qui

Sbarcando a Niamey il mese di aprile del 2011 la parola ‘migrante’ non faceva parte del lessico locale. Si parlava piuttosto di ‘avventurieri’, oppure più semplicemente di ‘esodanti’. Queste due parole nominavano altrettante visioni del migrante, come gli occidentali lo chiamavano. L’avventuriero è una delle figure tipiche dell’immaginario culturale dell’Africa Occidentale perché andare lontano e di preferenza al mare era come un cammino iniziatico. Il giovane diventava ‘uomo’, avventurandosi verso il totalmente sconosciuto per i Paesi del Sahel, il mare! L’immenso, l’ignoto e cioè la grande sfida.

La seconda parola che definiva il migrante era, appunto, ’esodante’. Una parola evocativa che suona come un esilio scelto, un andare senza conoscere come, e se il partente sarebbe tornato.

In effetti nel Niger, da tempo, si praticava una migrazione stagionale che a volte si trasformava in definitiva. I Paesi della costa atlantica o il nord Africa, Algeria, Marocco e soprattutto Libia erano privilegiati. Un esodo provvisorio, per affrontare la stagione di passaggio tra il raccolto e la nuova stagione. Quanto gli avventurieri o esodanti mandavano o portavano a casa permetteva alla famiglia di creare nuove opportunità di emancipazione.

Arrivò poi, dall’Occidente, con una certa violenza, un nuovo lessico che trasformò radicalmente e in modo radicale, la percezione delle migrazioni. L’esodante divenne un ‘migrante’, si trasformò presto in ‘clandestino’, poi in ‘illegale’, ‘irregolare’, in ‘criminale’ o in un ‘illuso’ dall’Eldorado occidentale. L’esternalizzazione delle frontiere europee, peraltro iniziate prima del vertice nel 2015 a La Valette, col Marocco e il Soudan in particolare, hanno completato il processo di ‘criminalizzazione’ della migrazione come fenomeno. Si trattava di bloccare o almeno ridurre il numero di ‘potenziali migranti’ che avrebbero potuto attraversare il Mediterraneo. L’organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM, l’Unione Europea e gli accordi bilaterali, hanno contribuito a rendere le rotte migratorie più inacessibili, pericolose e onerose. Non solo il mare ma anche il deserto si sono trasformati in cimiteri senza nome e volto. L’agenzia Frontex ha collaborato al respingimento di 27.288 naufraghi tra il 2019 e il 2023. I morti nel Mediterraneo dal 2014, secondo ‘Statista’ sono stati più di 30 mila. Una guerra!

La mobilità è una componente inseparabile della storia dell’umanità. Non casualmente essa è riconosciuta dalla Dichiarazione fondamentale dei diritti umani al numero 13. Ed è proprio dal continente africano, secondo gli specialisti, che si è iniziato il popolamento del mondo. L’Europa, tanto per rimanere in tema di memoria, è stata per oltre un secolo il continente dell’emigrazione verso le Americhe e l’Australia....

Si calcola che tra ‘800 e ‘900 quasi 50 milioni di persone intrapresero un viaggio senza ritorno verso nuove patrie. Le cause di questo fenomeno furono sia demografiche, con l’aumento della popolazione indotto dalla transizione demografica, che economiche, con l’aumento della produttività del lavoro in agricoltura. L’Italia, con quasi nove milioni di emigranti, fu uno dei paesi che contribuirono maggiormente a questi flussi migratori. Le correnti migratorie, innescatesi nella seconda metà del XIX secolo si mantennero sostenute fino al secondo dopoguerra. (www.units.it).

Le ragioni delle migrazioni sono molteplici e, in fondo, ogni migrante è la sua migrazione...Tuttavia, nell’analisi delle cause, non si dovrebbe sottostimare la realtà delle disuguaglianze economiche, le possibilità di formazione, crescita umana e, naturalmente, l’immaginario simbolico. Rimane un fatto inconfutabile che molti economisti di valore sottolineano. Si sostiene che la migrazione è stata finora il mezzo forse più importante per sfidare la povertà. Naturalmente la complessità del fatto migratorio dovrebbe renderci più attenti alle semplificazioni che spesso polarizzano il tema e le posizioni. Ad esempio, l’idea che i popoli africani ‘invadano’ l’Europa appare come fuorviante perchè, com’è noto, la maggior parte delle migrazioni africane si effettuano all’interno dell’Africa, in particolare nell’Africa Occidentale.

I miti da smantellare o perlomeno da ridimensionare sono molti ed è innegabile che un’oculata politica di riflessione e accompagnamento del movimento migratorio, nel dialogo coi Paesi da dove provengono i migranti, gioverebbe a tutti, compresa l’economia dei paesi del Nord. L’inverno demografico dell’Occidente non è irrilevante e compito della politica dovrebbe essere anche quello di prevedere il futuro. Proprio di questo si tratta in fondo. Quale tipo di mondo vogliamo abitare assieme. Se un mondo di muri, reticolati, pattuglie e centri di detenzione esternalizzati o, preferibilmente, un mondo dove l’architettura principale siano i ponti.

             Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024

venerdì, novembre 8

DISUGUAGLIANZE DI POLVERE DIVINA NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

           Disuguaglianze di polvere divina nel Sahel

All’inizio di tutto c’è la polvere con un soffio di vento. E’ questa l’uguaglianza fondamentale che accomuna persone e cose di questo mondo. Poi, col tempo, la storia e gli avvenimenti, le condizioni della polvere cambiano e si può affermare che, qui come altrove, c’è polvere e polvere. Alcuni son più polvere di altri malgrado il soffio originario conservi tutta la sua creativa bellezza e fragilità. 

Col tempo c’è chi dimentica di non essere che polvere aspira alla vita e presume di diventare potente. Così si sono formate le classi sociali, i gruppi di potere, le élite che governano e il popolo che altro non dovrebbe fare se non aderire a quanto si decide per suo bene. La sovranità di polvere si coniuga con l’indipendenza del vento che ad essa si affida. La polvere si trasforma in aristocrazia o dittatura.

Dalla polvere di natura ugualitaria alla società delle disuguaglianze il passo è assai breve e notabile. Ad esempio, c’è che può mangiare regolarmente ogni giorno e chi deve scegliere l’unico pasto che possa imbrogliare lo stomaco. Chi può mandare i figli nelle migliori scuole private del Paese e chi si contenta delle scuole di Stato...nel passato maggiormente apprezzate di quelle private.

Ammalarsi per la polvere comune è un dramma. Senza soldi e garanzia di accompagnamento anche nel reparto di urgenza si può rimanere per ore e giorni in lista d’attesa. Chi, invece, è fatto di una polvere diversa troverà posto nell’ ospedale di referenza, nelle cliniche attrezzate o semplicemente all’estero. La vita degli esseri di polvere non è uguale per tutti. Alcune vite valgono più di altre.

C’è la polvere che viaggia col vento e nel vento mentre c’è polvere più sofisticata che prende l’aereo con il biglietto di ritorno o per sola andata. Nel primo caso troviamo una certa categoria di migranti e nella seconda gli uomini politici, d’affari, i diplomatici e gli affiliati alle Organizzazioni Internazionali. Per i primi non c’è la certezza dell’arrivo a destinazione. Per i secondi le date sono fissate e sicure.

La polvere delle persone comuni lavora, vive in campagna e rappresenta circa l’ottanta per cento dei 27 milioni che conta la popolazione del Niger. Un altro tipo di persone di povere, circa un milione, ha trovato rifugio nel Paese o vi si trova come sfollato. Nella capitale Niamey si scovano palazzi come castelli fatati di ogni stile architettonico, case blindate, custodite e gemellate con case di terra.

C’è chi sostiene che dietro tutto ciò c’è senz’altro una volontà divina. Come dire che la polvere dell’inizio col soffio di vento si è gradualmente divisa e dunque c’è chi potrà vivere più a lungo con dignità e chi, invece, era scritto scomparisse molto prima perché polvere di scarto. Una polvere nobile e degna e l’altra di seconda mano. Tutto scritto nel libro, come cantava il buon Bob Marley a suo tempo.

Difficile crederlo perché, malgrado le pietre tombali, i monumenti e i nuovi nomi dati alle strade e ai ponti, nel cimitero non rimane che lei, la polvere dell’inizio. Il soffio di vento è uguale per tutti ed è proprio la polvere comune, in definitiva, a pareggiare i conti. Appunto per questo la polvere e il soffio di vento hanno inventato la politica. Perché ciò che creava le disuguaglianze tra gli umani fosse rimosso e le polveri di tutto il mondo, uguali, facessero festa assieme.

        Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024  

domenica, novembre 3

IL LIBRAIO DI RABAT editoriale


IL LIBRAIO DI RABAT

Il libraio settantaseienne (1948) Mohamed Aziz, vive a Rabat, in Marocco e trascorre dalle 6 alle 8 ore al giorno leggendo libri. Ha letto più di 5.000 libri in diverse lingue: francese, arabo e inglese, e rimane il libraio più antico di Rabat, dopo più di 43 anni nello stesso luogo. Alla domanda di perché lascia i suoi libri incustoditi fuori dal negozio, dove potrebbero essere potenzialmente rubati, risponde che chi non sa leggere non ruba libri, e chi sa leggere non è un ladro.
È conosciuto come il libraio più fotografato al mondo. Dal 1963 svolge la sua attività di vendita di libri usati nella Medina, il quartiere più antico di Rabat, la capitale del Marocco. Rimasto orfano all'età di sei anni, cercò di fare il pescatore per realizzare il suo sogno di diplomarsi al liceo, ma all'età di quindici anni abbandonò la scuola perché non poteva permettersi i libri di testo, perché erano troppo costosi per la sua famiglia. Frustrato e senza studi, decise di aprire una libreria, mettendo i libri su un tappeto per terra sotto un albero e da più di mezzo secolo gestisce il suo negozio, realizzando il suo sogno di studiare.
La sua giornata è di dodici ore. Prima di aprire la libreria, cerca i libri usati in altri negozi, per leggerli e venderli. Ormai più che settantenne, dice che bastano due cuscini e un libro per sentirsi felici. Accumula torri di libri e quando gli viene chiesto quanti ne ha, risponde, non abbastanza. Interrompe la lettura solo per pregare, fumare, mangiare, servire e consigliare i clienti interessati ad argomenti specifici. Col tempo la sua libreria è diventata famosa e molti turisti la visitano per acquistare un libro e scattare fotografie. (Natura)

MILLE ANNI PER LA "AVE MARIA" - Conferenze di Padre CLAUDIO TRUZZI in preparazione all'Avvento 2024


PER L'AVVENTO / DAL 16 NOVEMBRE AL 21 DICEMBRE (sabato, ore 16)

Terrò una serie di riflessioni sulla Ave Maria- come farla nostra per meglio incontrare Maria a Natale. Allego lo schema del corso con le date.