POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, novembre 27

GEOPOLITICHE DEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

                                   

Geopolitiche del Sahel

Come simboli del nostro pensiero, potremmo prendere tre elementi molto comuni del nostro spazio saheliano.  Polvere, vento e sabbia...

Innanzitutto, la polvere, che entra dappertutto e colpisce il nostro SGUARDO in modo talvolta pericoloso. È di questo che vorrei parlare per prima cosa, perché tutto nella nostra vita dipende dal modo con cui guardiamo le cose... La prima cosa da osservare, quando si studia qualsiasi argomento, è proprio il tipo di sguardo col quale osserviamo una determinata realtà... Dove e come leggiamo la realtà! Da qui guardiamo (e leggiamo) la realtà dal Sahel, uno spazio umano, geografico, politico, economico e culturale. Questo è già un aspetto interessante, ma da solo non basta, perché bisogna scegliere IL LUOGO socio-umano da cui guardarla. Ci sono luoghi privilegiati che diventano lo specchio della società... Uno di questi luoghi è la migrazione: i migranti rivelano molto del nostro Sahel! La seconda fase consiste, come detto prima, nella scelta del tipo di visione, della qualità della nostra sguardo... di ciò che stiamo cercando. Potremmo dire che dobbiamo scegliere il giusto tipo di occhiali con cui guardare... ed è in questo senso che dobbiamo stare attenti alla... polvere! I nostri occhi possono essere, spesso senza rendersene conto, "colonizzati" dalla mentalità dominante, capitalista, neoliberista, guerrafondaia. Una realtà in cui la ricerca del profitto, del prestigio e del potere prevalgono sulla ricerca del bene comune, cioè del bene dei poveri. È questo tipo di sguardo che può leggere i segni del futuro nella realtà, i segni della speranza negli occhi dei giovani e dei poveri, gli unici che vogliono scoprire un mondo diverso. Per farlo, dobbiamo spolverare i nostri occhi, perché siano liberi e aperti a cogliere il nuovo, spesso nascosto come l'acqua del sottosuolo che solo i rabdomanti sanno scoprire!

Conosciamo il vento nel Sahel: porta polvere e libera dalla polvere! Il vento è il simbolo della mobilità, dello spostamento e del cambiamento. Prima ho accennato alla migrazione e ai migranti come "luogo" privilegiato per leggere e "ascoltare" la realtà. È un fatto sociale totale, una sorta di SPECCHIO attraverso il quale possiamo vedere noi stessi, come società, sistema economico, politico e sociale. Per secoli, il Sahel è stato una zona di transito per carovane, schiavi (purtroppo) e merci di ogni tipo: un luogo di passaggio e di transito. In seguito, abbiamo subito una colonizzazione pesante e dolorosa, che ha contribuito a trasformare le migrazioni e spesso ha cercato di fermarle, modificarle e indirizzarle, ad esempio con il lavoro forzato. Conosciamo la figura saheliana dell'ESODANTE..., dell'avventuriero, questi personaggi fanno parte della cultura sociale ed economica del Sahel, soprattutto in alcune stagioni dell'anno. È anche la mobilità della transumanza dei pastori che costituisce una delle ricchezze del Sahel. Tuttavia, in questi diversi processi di spostamento e mobilità, abbiamo codificato e spesso "mercificato" la migrazione e i migranti. La mobilità verso la costa atlantica o verso il Nord Africa, o ancora più lontano, verso l'Europa, l'Asia o le Americhe, ha assunto una nuova dimensione per una serie di ragioni che ci portano alla geopolitica in questione. La crescente demografia, con una maggioranza di giovani, la ricchezza del sottosuolo, la riduzione delle aree di pascolo e dei punti d'acqua... Il transito dei migranti verso il Nord e l'esternalizzazione delle frontiere europee nel Sahel hanno ridotto la libertà di mobilità dei migranti. Il resto lo sappiamo: questa parte del Sahel fa parte della frontiera meridionale dell'Occidente! Tutto questo, insieme ad altri fattori come le azioni dei Gruppi Armati Terroristi e il commercio di droga, armi e persone, ha contribuito a un notevole livello di violenza in quest'area. I milioni di rifugiati, sfollati interni e migranti forzati ne dimostrano chiaramente gli effetti. Ma dovremmo guardare più da vicino alla forza sovversiva che si cela dietro la migrazione. Si tratta di chi, per molte ragioni, non accetta di scomparire nel silenzio dell'invisibilità della globalizzazione. Non sono d'accordo con il mondo così com'è e cercano qualcosa di diverso, che sta già avvenendo in viaggio. Ecco perché tutti i potenti guardano ai migranti con un certo sospetto!

Finalmente abbiamo la sabbia, naturalmente! A volte ce ne dimentichiamo, ma la realtà è testarda e ce lo ricorda: in fondo, noi stessi non siamo altro che sabbia, sabbia con un cuore! Da quando sono arrivato a Niamey, 12 anni fa, sono stato sedotto dalla sabbia e dalla sua umile, fedele, ineluttabile... eterna presenza! Il Sahel non è tutto sabbia, ma la sabbia è un elemento costante delle nostre strade e delle nostre vite. La sabbia si insinua, si mescola, va dappertutto ed è mobile perché si adatta alle situazioni, non si impone... Regni, presidenti, regimi militari e stai di eccezione vanno e vengono ma la sabbia resta! Per me, questa è la metafora più interessante per le persone, i popoli del Sahel, che stanno costruendo una nuova politica, non con la strategia ma con l'avventura quotidiana della sopravvivenza. Nel Sahel anche la geopolitica è di sabbia e chi non ne tiene in debito conto nelle sue analisi si accorgerà, col tempo e a sue spese, che tutto era già stato scritto. Il vento aveva cancellato ciò che la polvere, con ostinazione, aveva cercato di ricordare. 


                              
Mauro Armanino, Niamey, 25 novembre 2023


venerdì, novembre 24

mercoledì, novembre 22

LA RIVOLUZIONE DI SABBIA DEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

 


                         La rivoluzione di sabbia del Sahel

Mamon o Mammona, secondo l’etimologia aramaica, significa ciò su cui si può contare, qualcosa che dà certezza e sicurezza. Questo è stato il dio denaro e potere scelto come protagonista nella fase politica del Niger prima che avvenisse l’ultimo colpo di stato militare nel passato 26 luglio. Molti osservatori concordano nel definirlo, all’inizio, un colpo di stato da ‘palazzo’ e cioè concepito all’interno del sistema stesso. Assai presto però, sotto la spinta e lo spirito di una parte consistente del ‘piccolo’ popolo e di una porzione dei militari, il colpo di stato si è gradualmente trasformato in qualcosa che, con esitazione, si potrebbe chiamare ‘rivoluzione’. Una rivoluzione di ‘sabbia’ ma pur sempre una rivoluzione, se per essa intendiamo la sconfessione del dio denaro o Mammona come orizzonte unico della politica nigerina. Le cose, cioè, vanno bel oltre ciò per cui erano state pensate e organizzate. C’è altro che, per certi versi malgrado la giunta militare al potere, si sta disegnando nel regno del possibile per il popolo nigerino. Forse si tratta dell’ingenua stoltezza di dire no ai vari Mammona che hanno finora dato sicurezza alla politica per rischiare un futuro, appunto, di sabbia.
Ci sono state incertezze, contraddizioni, ambiguità e probabilmente errori commessi in questa primi mesi di transizione. Rifondare le basi stesse su cui poggia il Paese. Una relazione dignitosa e paritaria con l’antica potenza coloniale e con gli altri Paesi. La revisione in termini più rispettosi delle culture locali della Costituzione e, soprattutto, l’interpretazione della politica come il tentativo di coniugare la giustizia con la dignità dei poveri. Tutto ciò si può mettere in un solo e in fondo semplice concetto: la cittadinanza perduta e ritrovata dei nigerini. Sembra essere questo il cantiere sociale di tipo ‘rivoluzionario’ che potrebbe svilupparsi ma nel rispetto di alcune condizioni. Una di queste sarà il passaggio, non immediato, dall’unificazione dei cittadini ‘contro’ un nemico, cosa tutto sommato agevole, per convergere attorno a valori comuni. Ciò implica, ovviamente, la ri-creazione nella società di spazi di dialogo sociale, politico e culturale soprattutto per i giovani che rappresentano la straordinaria maggioranza del popolo. L’altra condizione per il seguito del cantiere sociale consisterà nel passaggio da un facile ‘nazionalismo’ di stampo autarchico ad una riapertura delle frontiere mentali che vede nell’altro una creatura di sabbia come noi.
In ultimo dovremmo poter citare, nel contesto del cantiere sociale di cui sopra, il ruolo forse determinante degli intellettuali e di coloro ai quali è stato affidato il ruolo della custodia della parola. Diventare i ‘cantori’ del nuovo potere, i giullari di corte o semplicemente i ‘ripetitori’ delle verità ufficiali oppure realizzare con la saggia follia di un tempo il ruolo che loro compete. Il cantiere sociale avrà un futuro a condizione che le parole di coloro a cui sono state confidate dal destino siano sempre e solo di smascheramento di ogni menzogna del potere. Solo così la rivoluzione del Sahel sarà scritta, per una breve eternità, sulla sabbia.

                                

Mauro Armanino, Niamey, 19 novembre 2023
 

mercoledì, novembre 15

INSURREZIONI NON SOSPETTE NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

 Insurrezioni non sospette nel Sahel


Gli insorti non sono quelli che d’abitudine crediamo tali. Ribellioni armate contro il potere costituito che nasce da un’insofferenza nei confronti del mondo così come sembra confezionato. Si pensa subito ai gruppi armati, ai terroristi, ai martiri, ai patrioti, ai nemici dello stato o semplicemente a bande di briganti senza scrupolo o strategia di conquista del potere. Di questi, nel Sahel, abbiamo ormai una certa esperienza se non altro per le dolorose conseguenze sul terreno. Oltre due milioni di sfollati nel Burkina Faso, milioni di persone nel Mali e nel Niger che si trovano in situazione di annunciata e provocata carestia, senza contare le migliaia di scolari trovatisi bruscamente senza scuole e insegnanti. Il diritto ad una vita decente, alla sicurezza, ad una casa, lavoro e assistenza medica sono da anni un pallido ricordo del passato. 
Gli insorti non solo quelli che d’abitudine crediamo tali. Quelli, per intenderci, che hanno mutilato il futuro di intere generazioni di bambini e di giovani o che aggiungono cadaveri a cadaveri nei cimiteri improvvisati che il vento del deserto copre, con pudore, di oblio. Questi non hanno il diritto di essere chiamati insorti perché, invece di far ‘sorgere’ la giustizia e la speranza, precludono spesso in nome di un dio quanto mai lontano e affossano l’umano che ne costituisce il volto. I veri insorti sono coloro che, inosservati, passano le frontiere chiuse, fanno funzionare le istituzioni, i taxi in città, trovano sempre qualcosa da mettere nelle pentole per la famiglia e trovano perfino i soldi per mandare i figli a scuola. I veri insorti non hanno né armi né religioni da difendere e non credono alle false promesse dei discorsi impastati di disprezzo e di odio. 
Le insurrezioni non sono quelle che d’abitudine crediamo tali. Si ispirano al silenzio e del silenzio sono la più alta espressione perché solo le parole che questo nascono hanno la forza di inventare futuro. Le vere insurrezioni sono quelle ispirate dalla saggia e paziente sabbia perché lei, attenta custode di generazioni di resistenze, ha imparato a memoria il sapore della dignità. Gli insorti del Sahel sono feriali, quotidiani e, per principio o per scelta, passano inosservati a giornalisti, politici, imprenditori religiosi e faccendieri politici. Non offrono garanzie elettorali e, spesso, non entrano nelle statistiche e nei rapporti semestrali della Banca Mondiale o delle Agenzie di annotazione per le banche di investimento. Le insurrezioni portano il sigillo dell’invisibilità per occhi assuefatti al potere e colonizzati dal calcolo del Prodotto Interno Bruto.
Le insurrezioni non sono quelle che d’abitudine crediamo tali. Né le sanzioni né i colpi di stato che ne sono state il pretesto potranno fermarle o confiscarle. Le giunte militari, le ordinanze che ritmano i tempi di transizione o i regimi di eccezione non riescono ad arginare ciò che le insurrezioni serbano per coloro che sanno ascoltare il suono del vento. La storia umana, com’è noto, è costituita dalle nozze del vento coi nomi di tutti coloro che non hanno piegato le ginocchia agli idoli del momento e sulla cui fronte non è marcato il segno della bestia che arriva dal mare. Chiamiamo insorti coloro che non si sono lasciati sedurre dalle lusinghe della bestia. In cambio della vita lei promette ai suoi seguaci il potere, il prestigio e l’arroganza della menzogna. Nel Sahel gli insorti sono coloro che chiedono al vento dove si trova la verità.

     Mauro Armanino, Niamey, 12 novembre 2023 

venerdì, novembre 10

Ed ora la poesia dedicata a Jerry Hasani VOLARE DA FERMO di DANILA OPPIO

 I quattro precedenti video sono l'esempio del coraggio di Jerry Hasani, un ragazzo bloccato su una sedia a rotelle, ma il cui cervello viaggia libero e senza costrizioni. Così con l'appoggio di insegnanti e compagni di scuola, ha inventato un Calcio Balilla che può far funzionare anche lui e compagni che presentano la sua stessa difficoltà motoria. Un  giorno Jerry ha incontrato Ghali, un marocchino che canta canzoni per ragazzi, una è questa che ho pubblicato in precedenza.

Ora però, dopo questa carrellata, vorrei collegarmi ad una poesia che ho scritto per lui, che ho spedito ad un concorso, e che è stata recentemente inserita nell'antologia SINFONIE D'AUTUNNO a cura di ANNA MONTELLA per LA LUNA E IL DRAGO.












UN VERSO PER OGNI AUTORE. CHI SI RICONOSCE IN UNO DI QUESTI VERSI? Segnalatelo scrivendo nei commenti.
Oggi, 29 settembre... Seduto in quel Caffè... 
e sulle note del brano vintage dell'Equipe 84 ecco a voi, come consuetudine, la POESIA COLLETTIVA relativa alle sole poesie - destinatarie di riconoscimento e/o selezionate per l'inserimento in antologia - della XV edizione 2023 del premio Letterario Internazionale LA LUNA E IL DRAGO. I risultati saranno resi noti la prima decade di ottobre. Buona lettura  

E’ il tempo delle poche cose
di una goccia di pioggia
che riverbera nell’aria
alla ricerca di sorgente e foce,
un saltare d'acqua tra le pietre
da una Itaca all’altra
non importa dove.
Nel silenzio dell’alba le ragioni
che rincorrono aquiloni
attraversano la strada
nel silenzioso quieto vivere
verso lontani orizzonti cobalto,
mentre aleggia nell'aria il ricordo
delle parole che furono incessanti
lasciando all'animo la purezza del futuro
tessuta tra i rami dei lecci.
Scorre nelle vene
euforia di bambina ritrovata,
farfalla posata sull’allegria di begonie
le cui ali conoscono l’azzurro.
L’odore dell’aria che viene da fuori, sa d’erba e di fiori
profumi di lavanda ed i castelli
all’ombra di un muretto fiorito
così che possa ancora germogliare.
Davanti alle finestre si specchiano i ricordi
veri e simbolici
con la tenacia di poche istantanee scolorite.
Corolle spensierate tra orbite di sogni
su un cuscino di petali di rosa.
Di notte quando le ore non hanno volto
tra le note del Notturno di Chopin
s'accende il buio.
Appesa una falce di luna
si colorerà di pastello tenue.
Sulla bilancia della vita
in nuvole di vecchie malinconie
le parole tenute da parte per i giorni migliori,
tornate negli echi del dormiveglia
su cui scivolare
senza alcun rimpianto,
capaci di creare tutto un mondo
come fiumi che scavano la valle
riflessi in pozzanghere di cielo.
La risposta è il vento
per chi cammina sul suo filo di seta.
Caddero d’oro a grappoli le stelle
evanescenti come perle di Swarovski
che trascendeva la tangibilità delle cose
desideri parcheggiati in doppia fila
e così le chiacchiere leggere.
Incanto d’una notte senza età,
frastagliata di silenzi
un duello semantico nel cuore.
E qual fiumana vivida, solare,
il ciuffo di edera che sporge da un muro
nell’aria profumata di rugiada
che solo l'anima sa tradurre in parole.
Una cornice d’azzurro narra lontana altre storie.

A questo punto, è giunta l'ora di terminare con la mia composizione poetica:

Volare da fermo
(dedicata a Jerry che nonostante la sua disabilità 
scrive testi musicali e canta rap)

I piedi miei sono incapaci
non sanno condurmi
dove vorrei andare.
All’improvviso,
due argentee ali
mosse dal solo pensiero  
mi sollevano in alto
indicandomi il sentiero.

E fu musica!

Ecco che ogni cosa 
diventa reale. Volo...
io, che non posso
camminare, certo ormai
d’esser finito in un fosso
spoglio di fantasia,
o – ancor peggio -
scevro di poesia.

Seppur nato disabile
Scoprii che m’eran spuntate
un bel paio d’ale!
Ed ora posso anche volare
pur senza camminare, d’incanto
verso lontani orizzonti cobalto
ho superato lo scoglio scosceso 
con un lungo impegnativo salto. 

E fu musica! 
 




GHALI - Habibi (Prod. Charlie Charles)

Jerry Hasani - Ricchi No (Official Video)

Jerry Hasani - Mostrami La Chiave (Official Video)

Premio Lombardia è Ricerca 2023 sezione studenti Jerry Hasani






Messo a punto da tre studenti dell’Istituto Tecnico ‘Cipriano Facchinetti’ di Castellanza (Varese) è stato creato un prototipo di calcio balilla per disabili, avendo come target persone con disabilità agli arti superiori e affetti da patologie come la tetraparesi distonica di tipo spastico, patologia che non permette un uso efficiente degli arti superiori. Davvero elevato anche l’impatto sociale del progetto, visto che uno dei tre studenti che lo ha messo a punto è anche il target del progetto stesso, avendo una patologia che non gli permette di usare le braccia,  e stiamo parlando di Jerry Hasani, per il quale ho dedicato una mia poesia, e che è stato premiato dalla Regione Lombardia in presenza del Presidente Fontana, e del presentatore Gerry Scotti. Un premio ben meritato. 
"Lombardia è Ricerca": premiato il calcio balilla degli studenti di Castellanza. Ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio e il premio "Lombardia è Ricerca" sono Hasani Xeherito, (Jerry) Nicholas Puglia, e Usman Shahzad dell'Istituto Tecnico 'Cipriano Facchinetti' di Castellanza. stell23 ott 2023

Sono stati comunicati i progetti realizzati dagli studenti delle scuole superiori lombarde che saranno premiati l'8 novembre nel corso della Giornata della Ricerca.
"Lombardia è Ricerca": premiato il calcio balilla degli studenti di Castellanza
Ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio e il premio "Lombardia è Ricerca" sono Hasani Xeherito, Nicholas Puglia, e Usman Shahzad dell'Istituto Tecnico 'Cipriano Facchinetti' di Castellanza. I ragazzi saranno premiati per la sezione dedicata agli studenti del Premio promosso in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e dedicato alla promozione di app e strumenti per la prevenzione e la promozione di stili di vita sani.
Sono stati comunicati i progetti realizzati dagli studenti delle scuole superiori lombarde che saranno premiati l'8 novembre nel corso della Giornata della Ricerca.
I tre gruppi di studenti riceveranno dalla Regione Lombardia 15.000, 10.000 e 5.000 euro. Ulteriori 5.000 euro andranno ad ognuno degli istituti di provenienza dei vincitori, da destinare al miglioramento di materiali e/o strumenti che favoriscano le attività didattiche degli studenti.
Il progetto vincente
Il loro progetto, da titolo "Kick On - Siete bravi nel vostro campo... lo sarete anche nel mio?" consiste in un prototipo di calcio balilla speciale, studiato per essere utilizzato anche ai diversamente abili. Il target sono le persone con disabilità agli arti superiori e affetti da patologie come la tetraparesi distonica di tipo spastico, patologia che non permette un uso efficiente degli arti superiori. Hanno dunque realizzato un calcetto con le stecche motorizzate per fare entrambi i movimenti, sia circolare (tiro) che lineare (spostamento giocatore).
L'obiettivo? Lo hanno raccontato gli stessi ragazzi:
"La cura e l'inclusione delle persone, realizzando un dispositivo a impatto ecologico zero, dato dal riciclo del materiale. Dalle ricerche svolte e dalle riunioni fatte con il presidente della Federazione paralimpica, non risulta esserci un prodotto simile a questo, quindi possiamo dire che è unico".

Davvero elevato anche l'impatto sociale del progetto, visto che uno dei tre studenti che lo ha messo a punto è anche il target del progetto stesso, avendo una patologia che non gli permette di usare le braccia.
"Per lui è stato motivo di non abbandono scolastico, questo stesso anno è tornato a scuola solo per portare avanti questo progetto e grazie a questo la sua vita cambierà perché abbiamo scoperto quali sono i suoi talenti e ora possiamo aiutarlo a svilupparli".
Gli altri premi
Nella nota del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dell'assessore all'Università, Ricerca e Innovazione, Alessandro Fermi, anche gli altri progetti premiati.

Istituto Castellanza vince Lombardia è Ricerca

mercoledì, novembre 8

QUANDO SI AVVICINA LA STAGIONE DELLA POLVERE NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO

 

Harmattan

Quando si avvicina la stagione della polvere nel Sahel

Non ci siamo ancora ma la stagione si avvicina. Caldo il pomeriggio e più fresco la notte e all’alba. Dai 40 o più gradi del pomeriggio ai 24 del mattino a Niamey che si sveglia pigramente, cullata dagli appelli alla preghiera dei numerosi altoparlanti delle moschee della città. Lei, la polvere, con fare sornione si lascia intravvedere velando quanto basta la luce del sole e installandosi poi, con la consueta serietà, su tutte le cose e in particolare sullo sguardo. Sono passati i primi cento giorni dal 26 luglio scorso ricordato ormai come il quinto colpo di stato nella giovane Repubblica del Niger. Ci si trovava ancora nella stagione delle piogge di quest’anno, irregolari come al solito e mal distribuite. La Protezione Civile ha registrato 51 morti, 80 feriti e 163.690 sinistrati a cui si può aggiungere la perdita di circa 3. 300 capi di bestiame. Adesso, a tre mesi dal golpe, ci troviamo in una stagione di mezzo che prelude l’arrivo dell’inverno del Sahel col temibile Harmattan. Viene chiamato così Il vento del deserto che coltiva l’autentica polvere da esportazione verso la costa atlantica e talvolta quella mediterranea. La polvere si permette di invitarsi, per ora in sordina.

Le ingiuste e illegali sanzioni economiche della maggior parte dei Paesi che compongono la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, CEDEAO, hanno fin da subito ‘impolverato’ la vita dei nigerini. In particolare, i commercianti, i viaggiatori, i migranti, i rifugiati e, in generale, i più poveri. Dopo i citati cento giorni dal golpe è difficile intravvedere quali le possibili prospettive che potrebbero disegnarsi nel futuro. Sappiamo che non c’è futuro senza presente ed è questo che, in fondo conta per la gente comune. In altre latitudini e diversi paesaggi sono stati chiesti sacrifici di ogni tipo, anche umani, per un radioso sole dell’avvenire che mai ebbe l’occasione di sorgere.  La storia umana, lo sappiamo almeno per sentito dire, si presenta troppo spesso come una serie impressionante di promesse mai mantenute e, non raramente, dipinte di sangue innocente. Ecco perché la metafora della polvere conserva tutta la sua particolare pertinenza, soprattutto in questo tempo che taluni chiamano di transizione. Che la politica sia caratterizzata da uno strato di polvere, spesso insostenibile è una cosa nota anche ai non addetti ai lavori. 

Sarebbe tragico che la polvere, per ora osservabile soprattutto il mattino e dunque all’inizio del giorno, si installi gradualmente nelle parole, idee e scelte che accompagnano i giorni del tempo attuale del Paese. La polvere sulle parole è forse quella più pericolosa perché, in genere, passa inosservata. L’uso quotidiano di certe parole, in realtà nient’altro che polvere, sono spacciate per verità contante. Quanto alle idee, esse non fanno che portare a compimento quanto le parole di polvere, spesso demagogiche, hanno saputo creare. Infine, la polvere avvolge inevitabilmente le scelte che dovrebbero tradurre la politica in giustizia e diritto. Diventa difficile mantenere quanto promesso e promettere quanto è azzardato mantenere. Solo il vento, lucido e temerario quando soffia, potrà riaprire orizzonti nuovi e liberi dalla polvere del tempo.



     Mauro Armanino, Niamey, 5 novembre 2023

venerdì, novembre 3

SANTUARIO DI BARMASC - Val D'Aosta - FOTO E TESTO di ALESSANDRA GIUSTI

 Ricevo dalla cara amica Alessandra Giusti quelle bellissime immagini dalla Val D'Aosta.



 
DESCRIZIONE

A 1828 metri s.l.m. in un paesaggio di alta montagna, ai margini di un bosco isolato sorge il santuario di Barmasc (frazione a monte di Antagnod). Il santuario, costruito tra l’anno 1661 e l’anno 1663, attirò subito folle di pellegrini provenienti dalle parrocchie più lontane per invocare il dono della pioggia, il rito propiziatorio era quello di immergere la croce nell’ acqua che nasce sotto la cappella. Il 15 luglio 1990 il santuario fu visitato da S.S. Giovanni Paolo II.
Il santuario edificato nel 1661 viene restaurato nel 1897; attualmente avrebbe bisogno di un ulteriore restauro perché l’edificio soffre di umidità dovuta alla sorgente che sale dalle fondazioni.
Sulle pareti all’interno della chiesa troviamo affreschi della Natività, Incoronazione della Vergine, Annunciazione, Deposizione dalla Croce. Altare con baldacchino, tabernacolo in legno e tela della Madonna col Bambino tra i Santi Grato e Giocondo. Due sportelli di trittico in legno dipinto (Sant’Anna con la Madonna e il Bambino Gesù, Santa Caterina di Alessandria, San Martino con il povero ai suoi piedi e San Lorenzo sulla graticola).
La venerata immagine della Madonna incoronata che allatta il Bambino Gesù, su cartone dipinto, è attualmente conservata nel museo parrocchiale di arte sacra, che è situato accanto alla Chiesa Parrocchiale di Antagnod . Gli ex Voto si sviluppano lungo le pareti. La festività principale si svolge il 3 agosto.
La storia del Santuario di Barmasc
Il santuario di Barmasc si trova lungo l’antico sentiero che attraversa il Col Portola e va ad Antey. Un viandante che lo stava percorrendo trasportando un quadro della Vergine col Bambino si fermò qui per dissetarsi e riprendere fiato. Posò il quadro sopra un masso e si riposò sotto un larice. Al risveglio cercò di riprendere il quadro ma non fu più in grado di risollevarlo. Corse allora a chiamare il Parroco di Antagnod. Questi, dopo alcune benedizioni e preghiere, riuscì a sollevarlo al cielo e lo portò giù sull’altare maggiore, chiudendo la Chiesa a chiave.
Il mattino dopo però il quadro era sparito. Lo ritrovarono nuovamente a Barmasc, dove il sole faceva brillare il suo vetro come un diamante. Poiché i pascoli di Barmasc appartenevano alla frazione di Lignod, questa volta esso venne portato sull’altare della sua cappella, ma nuovamente esso tornò a Barmasc. Nemmeno il parroco riuscì più a spostarlo e fu quindi qui che sorse, in onore della Madonna del Buon Soccorso, il Santuario posto sopra la sorgente.

Ringrazio Alessandra per la preziosa informazione e aggiungo un po' di sue foto scattate durante il foliage d'autunno.