POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, agosto 31

IN GIRO PER OSLO di DANILA OPPIO

Gira rigira biondina l'amore e la vita godere ti fa...
Sono le parole di una vecchia canzone simpatica e piena di ritmo incisa nel 1963. E pare si adatti perfettamente a me, rientrata ieri sera, stanca ma felice, da un viaggio a Oslo dove ho potuto tenere tra le braccia il mio ultimo nipotino che non ha ancora un mese di vita. E questa diversamente giovane biondina è ritornata nel capoluogo norvegese piena di vita e di felicità.
Nei post precedenti ho raccontato d'aver visitato il Parco VIgeland e il museo di Thor Heyerdhal coi suoi Kon-Tiki e Ra. Ora vorrei raccontare di un quartiere di Oslo. Un luogo che è frequentato da artisti, come potrebbe essere la zona Brera di Milano. Si chiama: Grünerløkka dove scorre Il fiume Akerselva che attraversa Oslo da nord a sud. Lungo il fiume si trovano aree verdi e sentieri, ma anche resti della vecchia Oslo industriale.

A est del fiume, dietro le storiche costruzioni industriali, c'è il quartiere di Grünerløkka. Qui si nascondono piccoli caffè, ristoranti, bar e locali. Grünerløkka è anche una zona popolare per lo shopping, con originali negozi di design, vintage e dell’usato.
A nord di Grünerløkka trovate Torshov con le case della cultura Soria Moria og Trikkestallen. Torshov è una zona tranquilla.

Fare una passeggiata lungo Akerselva, un'attrazione turistica ricca di storia.

Il fiume Akerselva inizia a Maridalsvannet - il più grande lago di Oslo e punto di partenza consigliato per l'escursione di 8 km lungo il corso del fiume. Akerselva è stata la culla dell'industrializzazione della Norvegia nella seconda metà del 19mo secolo. In quel tempo il fiume alimentava segherie, fabbriche tessili e officine meccaniche. (in po' come avvenne lungo l'Olona nell'Alto Milanese e varesotto).
Oggi Akerselva svolge il ruolo prezioso di "polmone verde" della città, costituito da una popolare area ricreativa con parchi verdi e una natura rigogliosa. Molte delle vecchie fabbriche lungo il fiume sono state ristrutturate e ora ospitano caffetterie, gallerie, uffici e scuole.


I percorsi lungo il fiume sono l'ideale per escursioni a piedi, in bicicletta o per la corsa. 
zona tranquilla con molti parchi e accoglienti caffè e bar. Un bellissimo ponte,  
l'Ancurbrua l'Anker che attraversa il fiume Akerselva nel quartiere Grünerløkka è qualcosa di straordinario:



PEER GYNT




Sullo sfondo la famosa casetta rossa (ne parlavano molto ma ancora non ne conoscevo il motivo!) Poi mi sono documentata e pare si tratti della Casa rossa dipinta da Munch. Intanto ho ripreso questo signore che viaggia sui monopattini elettrici messi a disposizione dal Comune per i cittadini che vogliono spostarsi velocemente senza inquinare. Molta ecologia in Norvegia e dovremmo prenderne esempio anche noi italiani.



 
Red Virgina Creeper  1898-1900:a me non sembra la stessa casa, ma poco importa, intanto abbiamo citato anche il famoso pittore norvegese dell'Urlo! 



Dicono che anche queste statue dedicate a Peer Gynt, il protagonista dell'opera di Henrik Ibsen e musicata da Edvard Grieg - (1843 - 1907) sono state scolpite da Vigeland. La storia:  Aase vaga in preda all’ansia nella masseria ereditata dal marito. La vedova è madre di Peer Gynt, ragazzo ribelle e inconcludente, troppo simile al padre che ha mandato la famiglia sul lastrico sprecando in feste e gozzoviglie tutto il loro denaro. Dopo una giornata trascorsa in balia di tante preoccupazioni, Aase vede ricomparire il figlio, che come al solito ha un mare di scuse inverosimili da propinarle per giustificare la lunga assenza, i vestiti strappati e i lividi, ma la donna è stanca di bugie e di sotterfugi, vorrebbe un po’ di tranquillità e che suo figlio, la sola ragione di vita che le resta, mettesse la testa a posto, trovasse modo di mantenersi dignitosamente e sposasse una ragazza per bene. Ma quale famiglia affiderebbe la figlia a un poco di buono come Peer? Tutti nei dintorni lo conoscono, sanno che è un bugiardo, uno scansafatiche dedito al bere e alle risse, un seduttore senza arte né parte. Nessun genitore responsabile darebbe in moglie la figlia a uno così. Anzi, in molti preferirebbero linciarlo per toglierlo dalla circolazione e sembra che a lui non importi, non teme minacce e non lo inteneriscono le lacrime della madre. Quando Aase cerca di parlargli e gli butta addosso rabbia e lacrime, Peer la solleva, l’abbraccia forte e deride le sue parole piene di paura e sconforto. Nessuno potrà costringerlo a piegarsi, nessuno gli impedirà di essere libero e fare ciò che vuole, lui desidera divertirsi e godere della forza e della giovinezza che lo animano…
Questo poema drammatico in cinque atti, composto nel 1867 durante un viaggio in Italia, non aveva come scopo ultimo la rappresentazione scenica e risulta evidente dalla struttura del testo: mutamenti rapidi delle scene, situazioni rocambolesche che poco si prestano alla resa davanti a un pubblico, in particolare quello ottocentesco, ambientazioni esterne difficilmente riproducibili. L’opera indulge al fantastico attingendo a leggende e tradizioni norvegesi, con troll, streghe e incantesimi che nulla hanno a che vedere col teatro sociale di Henrik Ibsen e il realismo che permea la sua produzione letteraria, specialmente negli anni della maturità, quando i suoi temi si fanno impegnati, volti a scuotere le coscienze. Peer Gynt antieroe scapestrato, ribelle e insofferente alle responsabilità, erede dei pochi averi e della pessima indole di un padre dissipatore. Un giovane che vuole essere libero di divertirsi e sbagliare, che attraverso il viaggio e la sofferenza arrecata a chi lo ama scoprirà l’uomo che si appresta a diventare. Un’avventura con colpi di scena e momenti di ilarità che segue la crescita del personaggio principale. Una storia d’amore, quello materno di Aase che è pronta a perdonare ogni errore del figlio e quello ingenuo e devoto di Solvejg, disposta ad attendere per anni il ritorno del suo Peer, rinato emotivamente e pronto a seguire la propria strada. Una favola dolce e amara che attraverso la volontà di dilettare il pubblico dei lettori suggerisce spunti di riflessione forse non originali, eppure sempre attuali per la società. Peer incarna i mutamenti della sfera dei valori dell’uomo occidentale, gli schemi ottocenteschi sono in declino e altre prospettive sono alla base della realizzazione di sé stessi.
Una cosa segue un'altra. Da una statua di Vigeland su di un ponte, si collega la storia di Peer Gynt e a quelle dello scrittore Ibsen e del compositore Grieg fino al pittore Munch. Non è tutto straordinario? E queste statue non le  avrei viste, se non avessi prenotato all'Hotel Scandic Vulkan in Maridalsveien 13A, Grünerløkka, 0178 Oslo, Norvegia. 
Situato proprio accanto al fiume Akerselva e alla famosa Oslo Food Hall, a 5 minuti a piedi dal quartiere alla moda di Grünerløkka, lo Scandic Vulkan offre un ristorante italiano, camere con TV satellitare a schermo piatto e la connessione WiFi gratuita.
Tutte le sistemazioni dello Scandic Hotel Vulkan dispongono di pavimenti in legno, scrivania e cassaforte.(di quest'ultima ne faccio volentieri a meno, non avendo nulla da mettere sotto chiave per i pochi giorni del mio soggiorno ad Oslo).
Durante il soggiorno si può usufruire gratuitamente di una palestra e del servizio di noleggio biciclette, perfette per esplorare Oslo. Il quartiere Vulkan vanta inoltre vari sentieri lungo il fiume e numerosi bar e caffetterie indipendenti.
Lo Scandic Vulkan dista infine 500 metri dal Museo della Resistenza Norvegese e 15 minuti di cammino dalla via dello shopping Karl Johans Gate.
Grünerløkka è un'ottima scelta per i viaggiatori interessati alla naturaai parchi e al paesaggio.Quindi felice scelta la mia!


Lo Scandic Vulkan e la piazzetta degli artisti, qui sotto, la piantina del quartiere.




Sul lato della scuola d'arte, una rappresentazione di sensi umani: vista, udito, olfatto, e per tatto...hanno scolpito l'apparato riproduttivo femminile, ovvero utero e ovaie. Si vede che questo è il modo migliore per i norvegesi, di intendere quel quinto senso!



Ma il luogo più bello per me, che racchiude un tesoro prezioso, che si trova salendo questi pochi gradini e aprendo questa porta, oltre la quale c'è il vero motivo per cui ho intrapreso questo viaggio. Il mio adorato nipotino Leon! 


Danila Oppio

THOR HEYERDHAL e i suoi KON -TIKY e RA


Non potevo mancare la visita al museo di Oslo, dedicato al grande esploratore e navigatore


THOR   HEYERDHAL (IN NORVEGESE SI PRONUNCIA THUR)

Biologo, specializzato all'Università di Oslo in antropologia delle isole del Pacifico, divenne in realtà famoso per la sua attività da archeologo. Infatti mise in discussione le teorie contemporanee sulla diffusione umana via mare sul pianeta, non esitando ad organizzare ardite navigazioni con natanti rudimentali per dimostrare la possibilità di viaggi transoceanici in epoca antica.
I suoi progetti navali si basavano su precise documentazioni storiche o protostoriche ed erano eseguiti con l'aiuto di maestranze indigene abili in lavorazioni simili a quelle antiche. I dubbi della comunità scientifica dell'epoca si riferivano generalmente all'uso di materiali poco noti e ritenuti inaffidabili quali legno di balsapapiro e giunco.
Fu anche autore di documentari sulle sue spedizioni. Kon-Tiki ricevette l'Oscar al miglior documentario nel 1952, mentre Ra (The RA Expeditions) fu candidato allo stesso premio nel 1972.
Nel 1970, con un'imbarcazione di papiro come quelle usate dagli antichi Egizi, il Ra II, attraversò l'oceano Atlantico dal Marocco alle Antille. Nel 1977 un'altra imbarcazione di Giunchi, il Tigris, navigò dalle rovine di Babilonia (Iraq) alle Maldive e da lì a Gibuti.
Grazie alla spettacolarità delle sue imprese, documentate ed esposte nel Kon-Tiki Museet di Oslo, molte delle sue teorie, soprattutto sulle origini delle popolazioni polinesiane, risultarono le più diffuse, anche più di quanto meritassero in termini di conferma. Se, da un lato, gli sviluppi successivi dell'archeologia e della genetica (l'analisi del DNA mitocondriale ha rivelato che le popolazioni polinesiane sono arrivate da Occidente: Corno d'Africa, Centro Asia, India, indonesia, Australia) sembrano smentire la sua teoria della discendenza delle popolazioni polinesiane e dell'Isola di Pasqua anche da popolazioni amerinde, dall'altro è certo che il suo contributo è indiscutibile sotto molti aspetti.
Ad esempio, la stagione di scavi del 1955 presso l'Isola di Pasqua, in assoluto la prima vera campagna archeologica, ha permesso di chiarire molti aspetti rendendo possibili gli studi successivi, anche quelli che hanno prodotto smentite di alcune sue conclusioni. I suoi studi e le sue spedizioni hanno comunque dimostrato che in epoche molto antiche le rotte marine erano solcate abitualmente e che gli scambi culturali erano molto più fiorenti di quanto si pensasse.
Polinesia (1937-1938)
Qui sentirà da un vecchio indigeno le leggende che ispireranno il viaggio del Kon Tiki. Incontra un altro norvegese, Henry Lie, residente a Fatu Hiva da trent'anni, che gli mostra delle statue di pietra simili ad altre trovate in Colombia. Scopo originale della spedizione era capire come gli animali avessero potuto raggiungere un'isola precedentemente deserta. Il periodo trascorso sull'isola di Fatu Hiva venne poi narrato nel suo primo libro "Paa Jakt efter Paradiset" (1938), che fu pubblicato in Norvegia ma, per l'incombere della seconda guerra mondiale, non fu mai tradotto. Molti anni dopo, a seguito della fama raggiunta con i suoi libri e documentari, Heyerdahl pubblicò una rielaborazione di questo libro sotto il titolo di "Fatu Hiva" (1974), incorporandovi la sua vena salutista.
Columbia britannica[
Nel 1939 partì in cerca di una rotta dall'Asia alla Polinesia; la spedizione era finalizzata alla ricerca di contatti tra civiltà asiatiche, polinesiane e pre-colombiane. Elaborò una prima ipotesi di origine "nordamericana" delle popolazioni polinesiane.
Perù e Polinesia (1947)
Il 28 aprile 1947 Heyerdahl salpa da Callao con un'imbarcazione di legno di balsa di ispirazione incaica, il Kon-Tiki, trasportato dalla Corrente di Humboldt. Il 30 luglio l'equipaggio avvista l'isola di Puka Puka, nell'arcipelago delle Tuamotu, e dopo un'altra settimana riuscirà ad approdare sull'atollo di Raroia. Questa spedizione dimostrò la possibilità tecnica per le popolazioni sudamericane di raggiungere e colonizzare la Polinesia, anche se tale ipotesi non ha trovato pieno riscontro in verifiche effettuate con mezzi moderni, quali le analisi genetiche, che hanno però dimostrato il flusso inverso, tecnicamente analogo dal punto di vista della navigazione.
Galápagos (1952 
I detrattori della sua teoria sostenevano che prima di raggiungere la Polinesia, le popolazioni sudamericane avrebbero dovuto raggiungere le Galápagos, più vicine ma disabitate. Nessun archeologo aveva mai studiato quelle isole, considerate disabitate. Con questa spedizione Heyerdahl dimostra che le Galápagos erano state punto di approdo di navigatori provenienti dalle Americhe in epoca precolombiana. Individua l'isola come possibile attracco delle zattere pre-incaiche preistoriche, ritrovamento di abitazioni precolombiane con resti di centinaia di vasi in ceramica pre-incaici dell'Ecuador e del Perù settentrionale. Le isole avrebbero potuto essere uno scalo migratorio dal Sud America verso la Polinesia.
Isola di Pasqua (1955)
Stabilitosi a Rapa Nui per un anno, Heyerdahl analizzò scientificamente le possibili tecniche di costruzione e trasporto dei moai. Dimostrò che molti di essi erano sepolti dentro la collina e più grandi del previsto, e che in origine recavano sul capo una sorta di copricapo in pietra rossa.
Aiutato da archeologi professionisti, effettuò un'analisi stratigrafica sulla colonizzazione dell'isola, risalente almeno al 380. Tramite l'analisi dei pollini nelle stratificazioni in un lago paludoso, dimostrò definitivamente che alcuni secoli prima dell'arrivo degli Europei, l'isola era coperta da una fitta vegetazione arborea.
Vennero confutate, con un efficace esperimento pratico, le teorie legate all'impossibilità per un popolo primitivo di scolpire ed erigere statue di quelle dimensioni e quel materiale senza una tecnologia avanzata. Durante l'esperimento, con una speciale tecnica e strumenti rudimentali, sei uomini riuscirono in soli tre giorni a scolpire interamente una statua di dodici tonnellate in tufo vulcanico e trasportarla utilizzando 180 uomini, muniti di funi e di un'enorme slitta di legno. Un'altra statua pesante trenta tonnellate, rimasta a terra per secoli, venne issata su un'alta piattaforma di muratura, mediante un apposito basamento di pietre.
Ra
Nel 1969 partì dalla città fenicia di Safi, in Marocco, con un'imbarcazione costruita da maestranze del Lago Ciad. Il progetto si basava su documentazioni di tipiche antiche imbarcazioni egizie in papiro, eccessive per navigare solo sul Nilo. Dopo 56 giorni, naufragò a circa una settimana di navigazione dalla meta. Del ridotto equipaggio, anche per la successiva traversata della RA II, fece parte l'esploratore documentarista ed alpinista italiano Carlo Mauri.
Ra II Nel 1970, sempre dal Nord Africa, partì con un'imbarcazione costruita da amerindi Aymara del lago Titicaca, percorrerà in 57 giorni 3 270 miglia, raggiungendo l'isola di Barbados. Con questa impresa dimostrò la fattibilità tecnica, già nell'antichità, di viaggi dal vecchio verso il nuovo mondo, suggerendo che la somiglianza culturale tra i popoli precolombiani e le popolazioni assiro-babilonesi, potrebbe non essere dovuta al caso.
Iraq (1977)
Con una nave di giunchi percorre 6800 km, discendendo il fiume Tigri fino al Golfo Persico, poi nell'Oceano Indiano fino alla valle dell'Indo in Pakistan e verso ovest fino al Bab el-Mandeb, l'imboccatura del Mar Rosso. Con questa impresa, dimostra la possibilità di scambi culturali e commerciali in epoche molto antiche ad opera dei popoli mesopotamici, anche se la tecnica di costruzione della sua imbarcazione era mutuata da indigeni del Lago Titicaca, in Sudamerica, e non dalle antiche tecniche sumeriche.
Maldive
Dal 1981 al 1984 fu alle Maldive: durante questa spedizione archeologica scopre reperti che dimostrano come le isole, già 2 000 anni prima di Cristo, fossero punto di passaggio per navigatori provenienti dalla terraferma e diretti in India.
Nuovi scavi sull'Isola di Pasqua
Tornò sull'Isola di Pasqua dal 1986 al 1987: compì nuovi esperimenti che dimostrano ulteriormente la facilità di trasporto delle statue da parte di una squadra di soli 15 uomini.
Esplorazioni successive
Studia le Piramidi di Tucumè (Perù) nel 1988; dal 1992 al 1995 esegue scavi nelle isole Canarie; s'interessa alle Piramidi di Guimar, dimostrando che non sono ammassi casuali di pietre, ma opera dell'uomo.
Esegue scavi ad Azov, in Russia, nel 2002, alla ricerca delle origini dei popoli vichinghi, ossia la mitica terra dell'Ásaheimr; furono però interrotti dal peggioramento della sua salute.
Premi e riconoscimenti
Nel 1950 ricevette la “Retzius Medal” dalla Royal Swedish Society for Antropology and Geography”. Nel 1952 viene premiato con l'Oscar per il documentario sul viaggio della zattera Kon-Tiki.
Immagine tratta dalla pellicola premio oscar Kon-Tiki
Nel 1960 viene eletto quale membro della “Norwegian Academy of Sciences”, nel 1962 fu insignito della “Lomonosov Medal” dall'università di Mosca, della Gold Medal Royal geographical di Londra, della Medaglia Norvegese St. Hallvardsmedaljen e del Bradford Washburn Award dal museo della Scienza di Boston.
Fu di nuovo candidato nel 1972 all'Oscar per la categoria Documentari, ricevette dottorati Honoris causa dall'Università di Lima e da quella di Cuba.
Oltre a questo a Heyerdhal è stato intitolato un asteroide che ruota fra i pianeti Marte e Giove: 2473 Heyerdahl è un piccolo asteroide della fascia principale, scoperto da Nikolai Stepanovich Chernykh nel 1977.
Il 18 gennaio 2011 la Marina Norvegese ha immesso in servizio la fregata F314 Thor Heyerdahl (classe Nansen), rendendo omaggio al nome di uno dei più illustri esploratori norvegesi.
 (NOTIZIE REPERITE SU WIKIPEDIA
Ed ora un po' di foto dal museo di Oslo
KON TIKI 1950









KON-TIKI



qui sotto:  KA

 






RICOSTRUZIONE DELLO STUDIO DI THOR ESEGUITO DA UNA EQUIPE CINESE









I REPERTI ARCHEOLOGICI DELL'ISOLA DI PASQUA O RAPANUI