POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, marzo 30

QUANDO BRUCIANO LE LABBRA SULLA FRONTE di Coucou, Sèlavy!


QUANDO BRUCIANO LE LABBRA SULLA FRONTE
Quando bruciano le labbra sulla fronte
L’ultima veste della sera è già mattina
E l’albero è trascinato giù dal morto
La tigre e l’usignolo hanno scambiato i loro versi
Lungo tracce di sangue rappreso
E sotto la radura gelata si innalza il cielo
Tu, ruffiano che mimi le moine della vita
Con la molesta inquietudine del tarantolato
Tu sei capace di trovar la pace
Quando bruciano le labbra sulla fronte.
Se questo intonaco ci è venuto a noia
Qualcuno sarà un buon mercante
Ora la corda ha da rimbalzare ancora
Perché proprio tutto è disposto
Quando bruciano le labbra sulla fronte.
I rami ti scacciano da ogni regno
Tutti uguali i sentieri del bosco
Una luce! Non è niente davvero
Lanterne di alchimisti e cacciatori
Alle calcagna, operanti dalle abitazioni
Non mi spennellano d’orrore a sufficienza
Quando bruciano le labbra sulla fronte.
Per il forno, prima del forno
Io mai cotto a puntino
Schermarsi gli occhi da bagliori cremisi
Per la bizzarra tregua a sorpresa
Quando bruciano le labbra sulla fronte

Coucou, Sèlavy!

domenica, marzo 29

UN FANTASTICO QUADRO DI PATRIZIA MACCHIA


Questo magnifico quadro di Patrizia Macchia mi ha colpito moltissimo, sia per i colori che per quel che rappresenta. Ognuno interpreta quel che gradisce, io ci vedo una barca leggera tra i flutti tempestosi del mare, ma la barca galleggia allegra, sapendo che arriverà sana e salva in porto. Così spero per tutti noi, quando questa cosa che ci è piovuta addosso come una bufera sarà sparita. 
Ringrazio la Prof. Carla Maffini per aver pubblicato quest'opera che per me è straordinaria.
Danila Oppio

SCORCIO di DANILA OPPIO

Considerato che non posso uccidere il Corona Virus, ho cercato di ammazzare almeno il tempo...che mi tocca trascorrere chiusa tra le quattro mura.
Poiché amo molto quei paesi che mantengono ancora l'aspetto medievale, ho pensato di riprenderne uno scorcio...da una cartolina e rielaborato a modo mio.
Quindi, come mio solito, mi sono divertita a modificare l'originale con il programma che ne cambia l'aspetto.
Danila Oppio

Originale
e sotto, varianti









mercoledì, marzo 25

GALLERIA D'ARTE di DANILA OPPIO

SI TRATTA DI UN MIO DISEGNINO FATTO OGGI PER INGANNARE IL TEMPO, E FORSE DISTRARRE IL CORONA VIRUS...
LA PRIMA E' LA VERSIONE ORIGINALE, LE ALTRE LE MIE DIVAGAZIONI CON UN PROGRAMMA VIRTUALE









PRIMAVERA NONOSTANTE TUTTO di DANILA OPPIO

Un assaggio dal mio giardino...dimenticato causa di forza maggiore, ma lui si risveglia sempre a primavera! Qui sotto un mio disegno e le foto di alcune fioriture.



Narcisi


Forsizia


Camelia rosa


Camelia rossa

PRIMAVERA di NORMA TROGU

Non poteva far di meglio la fantastica pittrice NORMA TROGU nell'offrirci questo allegro dipinto che trasmette gioia coi suoi sgargianti colori.
In questo periodo di quarantena e di dolore, c'è tanto bisogno di essere rallegrati durante la forzata clausura. Grazie Norma, sei meravigliosa! 

Danila Oppio



"Primavera"
Olio 60 x 60
Serie "Quarantena"

martedì, marzo 24

ESPLODI PRIMAVERA di MARIELLA OPPIO


ESPLODI PRIMAVERA

Esplodi primavera.
Fai di un prato
un tappeto di margherite,
di una pianta,
Fiori di pesco.
Fai di un vaso
una collana di tulipani.
di ranuncoli
bocche rosse di baci.

Il cielo è terso.
Scrivi con le nuvole
poesie, pensieri belli.
Ti aiuterà la brezza
a incorniciare il giorno
e farne un tutto
di bellezza e gioia,
di nuova vita!


 Mariella Oppio

IL COSMONAUTA diCoucou Sèlavy!


IL COSMONAUTA
Sfiorato aveva il patto delle stelle
Si ripeteva con gloria recriminatoria
Invecchiando al contrario sotto gli occhi di allora
Al ribasso, rilanciava
E sarebbe stato tempo di tornare
Ma come un vangelo rimase
In amalgami lucenti impietrito
Riflesso nell’apostasia della cruna in attesa
Quella cruna per cui passò un giorno candido,
di corsa, senza impetrare
Sfiorato aveva il patto delle stelle
Si ripeteva col respiro dei mondi antichi
Non un capello ai branchi terreni, impallidì
E sversava giuncante
Il violato infinocchiante
Eppur lasciava ancora un d’altro canto taciuto
Al mondo compiaciuto
Del rotante: come va?

Coucou, Sèlavy!



LA GHIGLIOTTINA NON È NULLA, 
NORIMBERGA NON È NULLA
Poiché
Verrà un tempo in cui il terrore
Sguinzagliato da un trascurabile sovrappensiero
Scavallerà le palpebre e
Quando l’occhio traverserà lo specchio dell’occhio
Uno sguardo sorprendente lo sguardo
Vi schiuderà la crepa eterna
Per un istante inesorabile e
Sazio mai
Non basterà una fine o una nemesi
Non basterà
Pagare con
Denaro, lacchè
Lacrime e sangue
Bagattelle familiari
Un colpo d’occhio all’ingranaggio della permanenza!
Convertirassi agendalmente nel
Basso continuo: “In data odierna”
Oblio! non si darà in cui confidare e
Ogni fede sarà menzognera
Accesi come stelle, soli e trapassati dai
Fosforici tratti del cielo
Senza telaio per reggere
Senza peso per cadere
Tornerete alla pelle senza distrazioni
Alla bianca tela fluttuante priva di interno:
Smarrite riposte e preghiere
Dimenticate le committenze
Voi, morendo come simboli
Verrete restituiti alla disumanità
Dell’amore umano.
Coucou, Sèlavy!

LA LAMPADA di Coucou Sèlavy!


LA LAMPADA
Non già l’incontinenza celeste
Non gli sferzanti viaggi in mare
Né il mesmerico oro nero
Non le viscose piccole morti
E non il lento sangue dei vivi
Potettero di me lavare
I residui celati là in fondo
Per strapparmi alla ferrosa prigionia:
Furo le lacrime, stilla per stilla
A far la ruggine che divorò i miei confini
Finché mi alzai in piedi
E all’altare di grattacapi millenari
Grattandomi il culo
Infine
Restai sordo ai vostri desideri.

Coucou,Sèlavy!

GALLERIA D'ARTE CARMINE MONDELLI

Rivisitando 

František Kupka

in questa tragedia. (Olio su tela cm 40x50)




František Kupka nacque nel 1871 a Opočno, nella Boemia orientale (allora parte dell'Impero austro-ungarico, oggi nella Repubblica Ceca). Dal [1889] al [1892], frequentò l'Accademia di Belle Arti a Praga. ... Kupka si iscrisse all'Accademia di Belle Arti a Vienna, dove si concentrò su temi allegorici e simbolici. Morì a Puteaux il 24 giugno 1957 e fu fra i maggiori esponenti della pittura astratta e dell'orfismo. Le opere di Kupka nascono dal realismo, poi evoluto in pura arte astratta.

domenica, marzo 22

PERORAZIONE di Coucou Sèlavy!

Giuseppe Paradiso: uomo che piange

PERORAZIONE
Quest’uomo che –da impostore poco accorto, 
lo si ammetta- vive imitando sé stesso

Quest’uomo usa sporgersi un po’ troppo
 dal balcone: è un egoista
Dirò pure che quest’uomo, il medesimo, 
lascia sovente rotolare la sua testa
 a terra in guisa assai veloce, fino a cacciarsela fra i piedi:
è così che inciampa e si azzoppa!
Quest’uomo, che amavamo da tondo,
 era in fondo già ipocrita e sospetto da neonato: 
parea tondo, ci blandiva insomma con tale parvenza, 
ma di fatto non era e non è tondo né quadrato.
 Guardatelo! Si è fatto piuttosto rettangolare 
come una bara ambulante, 
vorrà forse seppellirsi in se stesso?
Quest’uomo, proprio lui, quest’uomo
 è sempre sul punto di finire,
 ma non finisce mai
Quanta sabbia e deserti gli abbiamo risucchiato
 dal di dentro impiegandolo come clessidra per aiutarlo

E lui per ripicca si ammala di sete,
 aggiornando lo straziante elenco dei suoi mali

Quest’uomo, per la miseria, ancora lui, 
ci assorda e ci tormenta durante le tregue
 con le sue discutibili melomanie, 
e quando dovrebbe parlare tace,
 lucidando lo sconforto come un ossesso

Eccolo che piange, quest’uomo incorreggibile,
 irrecuperabile, quest’uomo che non prende sul serio 
neppure le proprie lacrime

Diciamolo chiaramente una volta per tutte
Quest’uomo deve smetterla di morire 
a serramanico nel mobilio altrui.

Coucou, Sèlavy!


IN TERRA/IN CIELO di Coucou, Sèlavy!


IN TERRA/IN CIELO
Corpi presi in prestito per secolari esiti:
Impalchino palafitte i nervi a croce
E non raccolga l’occhio in bitume scempi a latere
Purché lo spiritismo duri ancora un po’.
Ahimè, come le case son crepati
“Qualche giorno in più affittiamole”, si dissero
E allora “In giardino!
Le crepe non potranno che adagiarsi
Per noi saranno piante”
Ci accomodammo, si accomodarono
L’orticello nostro era tutto lì.
Quali nembi restavano ai germogli di noi stessi?
Il giorno dopo sarebbe piovuto comunque
In terra si dice: dal cielo. In cielo: non si sa.

Coucou, Sèlavy!

VOGLIO...di KIARA TORCHIO e DANILA OPPIO


21 MARZO – BENTORNATA PRIMAVERA
Non voglio che tutto riprenda come prima.
Voglio che questo momento porti a una vera rivoluzione.
Dentro e fuori di noi.
Voglio imparare la lezione da questo periodo difficile, non farmi sfuggire il più piccolo insegnamento, voglio portare dentro di me le emozioni, le riflessioni e i pensieri che mi genera e far sfociare in me un profondo cambiamento di vita.
Voglio che ogni lavoro sia celebrato, rispettato e tutelato:. dal medico all’infermiere, dal giornalista all’insegnante, dall’operaio all’impiegato, dall’inserviente al muratore. Non esiste un lavoro più degno di un altro: come stiamo sperimentando ora anche la cassiera di un supermercato è un’eroina perché sta svolgendo in questo momento un compito fondamentale.
Voglio che ogni persona sperimenti il tempo per sé come lo stiamo vivendo ora. Senza un tempo lento, semplice e dilatato nessuna persona al mondo può scoprirsi, riposarsi davvero e ricaricarsi. E mettere in atto la propria creatività. E scoprire i propri doni.
Voglio che ognuno di noi diffonda nel mondo il proprio dono, proprio come sta accadendo ora dove sono nati corsi, video, iniziative delle più svariate, per poter dare un pezzetto di noi (il migliore!) in questa emergenza.
Voglio che ritorniamo a vivere dell’essenziale, a fare la spesa nei nostri paesi, a comprare solo ciò che ci serve davvero.
Voglio che l’automobile sia utilizzata il meno possibile, solo per necessità e non per svago o per comodità.
Voglio che impariamo a ritirarci dal mondo e ad ammirarlo senza il nostro disturbo e il nostro rumore.
Voglio che le nostre case diventino nidi e non luoghi di passaggio. Voglio che siano il centro delle nostre giornate, che siano curate, vissute e amate come luoghi sacri.
Voglio che sia ristabilito il tempo dei bambini. Soprattutto dei più piccoli che senza spostamenti e impegni quotidiani riescono a indirizzare liberamente le proprie energie nel gioco e nella creatività. E sono più sereni. E più calmi. E più veri.
Voglio che sia favorito laddove si può il lavoro da casa. Perché in questo modo tante risorse (economiche, fisiche ed ecologiche) siano conservate.
Voglio che siano considerate preziose le passeggiate vicine a casa e ci si renda conto che una vacanza lontana comporta costi ambientali, fisici ed economici molto grandi e, forse, ne possiamo fare a meno o comunque diminuirle molto considerandole un vero e proprio lusso.
Voglio che sia mantenuta una certa distanza. Tra le persone. Perché è solo in questo modo che ogni persona riesce a tracciare i propri confini e a non con-fondersi con l’altro. Ed è solo così che possiamo essere empatici e portare sollievo. Se invece ci fondiamo ci perdiamo e non siamo di nessun aiuto, nemmeno a noi stessi.
Voglio che i baci e gli abbracci non vengano regalati a chiunque. Sono un contatto fisico molto intimo e profondo da donare con cura e attenzione per non disperderne tutto il valore.
Voglio che gli anziani ritornino ad avere il ruolo che da sempre appartiene a loro. Custodi di storie, di memorie e di saggezza. I più vicini al divino e al mistero della vita.
Voglio che regni il rispetto, la solidarietà, la fratellanza con chiunque. Rimanendo a casa rispettiamo noi stessi ma anche la salute degli altri. Stiamo aiutando i più deboli attraverso spese e iniziative bellissime. Abbiamo iniziato anche a conoscere i nostri vicini, persone fino ad ora salutate e basta.
Voglio che la morte ritorni a essere presente come ora nelle nostre vite. Perché è la paura della morte che fa emergere l’angoscia. Perché solitamente ce ne dimentichiamo, perché la rifiutiamo. Voglio che diventi un accadimento doloroso ma sacro come lo è la nascita, entrambi parti dello stesso ciclo. Dobbiamo ritornare a venerare la morte come un dio, a parlarci, a non temerla, a considerarla come la porta che ci conduce a un mondo diverso. Come una nuova rinascita.
Tutto questo non può venire da un decreto o da una costrizione. Nasce dentro ad ognuno di noi, Dopo aver vissuto insieme un’esperienza così forte.
E’ l’ora della svolta.
E’ ora che ognuno di noi faccia la propria parte davvero.
Non per riprendere tutto come prima.
Ma per ricominciare in un altro modo.
Più creativo.
Più responsabile.
Più consapevole
Più vero.
Non voglio più la normalità.
Voglio il capolavoro.”

Kiara Torchio

Brava Kiara, ma sai quanti di simili post sto leggendo in questi giorni? Sai quanta gente sensibile sta riscoprendo i veri valori dell'esistenza, in questo terribile momento? Sono tutte considerazioni che nascono spontanee. Ma lasciami qualche dubbio...quando tutto questo sarà finito - se mai finirà - temo che ognuno riprenda a vivere come prima, anzi che  la prolungata clausura dentro le mura di casa, faccia riprendere con maggior vigore quello che si è fermato, per recuperare il tempo perso. Perché, nonostante i buoni propositi, la gente dimentica facilmente. Dimentica le guerre, le carestie, i disastri ecologici e ambientali, o quelli naturali. Mi auguro che non avvenga tutto questo, ma che ognuno diventi consapevole di quanto tempo abbiamo speso in azioni inutili delle quali possiamo farne a meno. 
Sono con Kiara. Anch'io desidero il capolavoro. 

Danila Oppio

mercoledì, marzo 18

NON DATUR di Coucou, Sèlavy

NON DATUR
Sfociando a singhiozzi nel deserto,
dici che nessuno berrà a quel cactus.
Ma tu sai
Che il pianto non è pianto
Che la pianta non è pianta
Così, non hai scampo: ne hai troppo
E pare al timpano un galoppo
Persino lo stonato ritorno a casa.
Arti scomposti all’aria
Cranio calamitato al suolo
Muscoli strappati e congiunti
In fune
Affinché qualcuno o qualcosa
Resti appigliato al globo
Un istante in più.
Coucou, Sèlavy!

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Una bella iniziativa della Casa Editrice Largo Libro di Agropoli, che potrete leggere qui sotto, e inserisco anche il link della pagina del blog.





martedì, marzo 17

MONITO di Coucou, Sèlavy!


MONITO
Non ho imparato niente, da quando nacqui a questo mondo. L’esistenza mi ha contaminato come una corsa strisciante: vedere sempre meno, sentire sempre meno, varchi che si chiudono, un cielo a groviera diventa una corazzata nel cemento. Ridevano e si sgomitavano quando alludevo confusamente, per la vergogna di un linguaggio lontano che mi avevano portato a ignorare, alla congiura che si faceva inevitabilmente e comunque nostra. Era la media cui consegnarsi, era l’arguzietta sprofumata di baratri, era quello stesso intendersi. Nel corpo sfibrato rinnovo un addio da ridere; ma dove sia stato firmato questo patto, in quale momento, non lo ricordo. Attenti, officianti del pensiero, della materia, dell’anima, dell’arte. Ascoltate questo brulichìo, considerate per un attimo i vostri occhi di allora.
 Coucou, Sèlavy!

NON CI RESTA CHE SOGNARE di MARIELLA OPPIO


NON CI RESTA CHE SOGNARE 

Il cielo è coccolato
 da bianche nubi
libere di sbizzarrirsi
 nel cielo sospinte da Eolo.
È bello seguire
il loro vagare mutante,
e sognare lidi lontani.
Sognare ora è la mia libertà
priva di vincoli.
Sognare è sbrigliare la mente,
far volare la fantasia,
creare un mondo nuovo
dove possa regnare la pace,
la serenità e l'amore.
Ora la realtà
ha un aspetto utopico.
Una necessaria prigione
per il bene universale.
La generosità
è priorità del momento,
elimina ogni traccia d’egoismo.
Quando il tempo sarà purificato,
 allora, soltanto allora,
 sapremo apprezzare
 il sacrificio attuale.
Per ora sognare è l’unica,
 bellissima realtà
per ognuno gratuita.
Guardo il cielo azzurro
 con una stretta al cuore
 e sospiro, aspettando…
Mariella Oppio