POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, aprile 30

UN PRIMO MAGGIO DI SABBIA di P. MAURO ARMANINO




         Un primo maggio di sabbia 

L’afferma l’improbabile articolo primo della Costituzione della Repubblica italiana. Una Repubblica democratica fondata sul lavoro e dove la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione. Il primo maggio, fossero davvero così le cose, dovrebbe coincidere con la festa della Repubblica. Basare l’identità di una Repubblica sul lavoro è stata un’intuizione troppo sovversiva per essere presa sul serio. Il lavoro come fattore costitutivo della realtà pubblica e cioè dello stato, indica un orientamento, un cammino, una scelta e un impegno. Il primo maggio, che cade quest’anno di domenica, è una fragile festa che rivela come non mai, la profezia disattesa di un articolo di legge assai scomodo.

A Niamey, a causa della concomitanza con la conclusione del mese santo del Ramadan, sono state sospese le manifestazioni del primo maggio. Come segno di lutto per gli uccisi dal terrorismo prima, a causa delle misure legate alla pandemia dopo e stavolta per motivi religiosi, questa data scompare dal calendario sociale del Paese. Eppure, la fraternità, il lavoro e il progresso sono il blasone della Repubblica del Niger. Anche in questo caso il lavoro è posto come ponte, legame o condizione tra la fraternità e il progresso. Senza il lavoro non sarà possibile la pratica della fraternità e del progresso sociale chiamato giustizia. Non c’è lavoro senza lavoratori ma ci sono cittadini senza lavoro ed è così che si mutila una Costituzione.

Buona parte dei lavoratori della nostra Repubblica sono contadini o allevatori di bestiame da transumanza attraverso il Sahel. Ci sono poi gli ‘amministrativi’ che sono considerati i privilegiati nei ministeri e i servizi dello Stato, educazione, sanità e forze armate. Seguono coloro che lavorano nelle imprese multinazionali di estrazione dell’uranio, del carbone e del petrolio. Arrivano poi gli operai e gli impiegati delle non numerose aziende del posto, di trasformazione e dei beni di prima necessità. Una menzione speciale va fatta per i fortunati che hanno trovato lavoro nelle ONG umanitarie che si moltiplicano in modo esponenziale. Dalle Internazionali alle locali c’è posto per molti. Le carestie, gli sfollati e i migranti danno lavoro a molti!

C’è poi il settore informale, quello che più conta e annovera un gran numero di lavoratori e lavoratrici. I ristoranti occasionali, le ‘boutiques’ che nascono e scompaiono a seconda delle stagioni e dell’umore degli amministratori comunali. Ci sono i venditori ambulanti di ogni possibile mercanzia, dalla sabbia alle scarpe passando dai barbieri e dai sarti che vanno in giro in cerca di clienti. Da non dimenticare i cercatori d’oro che, a migliaia, scavano rischiose gallerie e usano di nascosto la dinamite per qualche pepita in più. Si trovano i contrabbandieri di droga, armi, persone e politica. Un certo numero vive della guerriglia che si confonde con una ideologia religiosa che confina col banditismo e si perpetua con la complicità del potere.

Una Repubblica fondata sul lavoro e l’Altra che porta come divisa la fraternità, il progresso e il lavoro che rende fattibile i due che lo precedono. Una Repubblica che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione di conflitti, e però partecipa a tutte le guerre possibili. L’Altra che ne paga le conseguenze con migliaia di sfollati, centinaia di morti e intere regioni abbandonate dai contadini e allevatori residenti. Una Repubblica fondata sul lavoro tradito e l’Altra che aggiorna le manifestazioni del primo maggio. Sabbie di tutto il mondo unitevi perché la costruzione della fraternità e del progresso sociale sono l’unico lavoro da festeggiare per cambiarlo.

   Mauro Armanino, Niamey, 1° maggio 2022

PREGHIERA PER TE di RENATA RUSCA ZARGAR


PREGHIERA PER TE

Qualche volta abbiamo pregato insieme, io e te: tu sul tuo tappetino rivolto verso la Mecca e io accovacciata vicino.

Erano attimi di serenità senza differenze.

- Dio, io ti domando la buona direzione... se tu sai che questa è una co¬sa buona per me nella mia religione, nel mio ambiente, nei miei mezzi di sussistenza e nelle sue conseguenze, così immediate come ritardate, allora determinala per me, facilitala... o Generoso! -

Abbiamo letto dal tuo Corano questa preghiera per chiedere a Dio di concepire un figlio.

E la nostra bambina è venuta... Samina, il cui nome significa “senza prezzo”. Poi tu sei partito.

La strada che portava al tuo treno mi è sembrata quella che conduce alla sedia elettrica: i passi risuonavano nella notte duri e irreparabili.

Il tuo sguardo, di là dai vetri, era denso di disperazione e di presentimenti come io non l'ho mai visto.

Ora, il tempo senza di te è vita senza vita. Non ho forza, né interesse e neppure conto i giorni perché non ha importanza.

Tengo sempre con me il tuo Corano e il mio Crocifisso, ma non so più pre-gare. La sofferenza per tutto quello che ci è successo, per te, per me, per la nostra bambina, che abbiamo chiesto a Dio, mi ha bruciato il cuore. Anche noi facciamo parte delle persone che devono pagare colpe mai commesse, dei profughi, dei diseredati, degli affamati che piegano la testa ogni giorno davanti alla crudeltà della vita.

Forse, la vita è così, terribile, non ci vuole vedere felici. Forse, abbiamo scelto una strada troppo difficile, forse noi non contiamo niente di fronte all'Ineluttabile.

Non lo so. E non so più pregare.

Che Dio, se mi legge nel cuore, preghi Lui per te, per me, per la nostra bambina e per tutti quelli che fanno fatica a dire grazie alla vita per essere nati.

Renata Rusca Zargar


sabato, aprile 23

Antologia FORMICA NERA di PADOVA: Pensieri spazzati dal vento - poesia di DANILA OPPIO

 Dopo un lungo procedimento, dove la mia poesia appariva spezzata e quindi il Gruppo Formica Nera ha dovuto correggere il PDF (che definisce E-Book ma che non lo è) prima di procedere alla stampa in cartaceo, finalmente mi è arrivato completo. E ringrazio di cuore gli organizzatori di questo evento. Ho avuto il piacere di veder gratificata con il Primo Premio TIZIANA MONARI e tra i primi tre classificati l'amico poeta RODOLFO VETTORELLO. Insieme agli altri degni di pubblicazione, ho trovato CARMELO CONSOLI, Presidente della Camerata dei Poeti di Firenze, per il quale avrei visto una posizione migliore. La mia poesia si trova nello stesso elenco, in compagnia di molti validi autori.

Pubblico ora i testi delle poesie dei tre autori citati sopra, e poi la mia. 

Questa la copertina del libro

copertina











I CITTADINI NELL'ISOLA DELLE SPERANZE RUBATE di P. MAURO ARMANINO

 I cittadini nell’Isola
 delle Speranze Rubate

Caduti di una guerra mai dichiarata. I cittadini morti per naufragio nel Mediterraneo sono stimati a 23 900, dal 2014 alla data odierna. E’ il sito del progetto ‘Missing Migrants’, (Migranti Scomparsi) che aggiorna in tempo reale luoghi, cifre e modalità dell’acquisizione della cittadinanza nell’Isola delle Speranze Rubate. Come la città sommersa di cui essa costituisce come la continuazione naturale, l’Isola in questione non è localizzabile e nessuno potrà affermarne con esattezza confini e forma. Di certo si trova al di qua delle Colonne d’Ercole, anch’esse di difficile identificazione per gli strumenti di controllo. Un’Isola che si è formata in seguito alle politiche dell’esclusione perpetrate da anni di governo delle mobilità criminalizzate. 

Caduti di una guerra mai dichiarata. Nel 2014 vi furono 3286 morti nel mare ‘Nostro’, scesi a 1448 nel 2020 per crescere di nuovo a 2048 l’anno scorso. Nei primi mesi del nuovo anno i cittadini che hanno raggiunto l’Isola in questione sono stati 566. Una volta nell’Isola delle Speranze Rubate, i nuovi cittadini organizzano l’altra vita, quella che avrebbero potuto realizzare fossero arrivati a destinazione. Strade, case, fontane, alberi, giardini, scuole e laboratori sono stati creati a mano a mano che altri cittadini raggiungevano l’Isola. Arti e mestieri si arricchivano di nuove pratiche che si passavano volentieri ai nuovi arrivati che erano accolti con le braccia aperte da coloro che li avevano preceduti. I cittadini si erano organizzati in gruppi.

Caduti di una guerra mai dichiarata. I bambini morti in mare e subito riconosciuti come cittadini dell’Isola, furono 27 nel 2014, 78 nel 2022 e 76 l’anno scorso. Quest’anno, al momento, sono 13 coloro che hanno raggiunto gli altri bambini per formare un unico coro le cui voci sono udibili fino alla terra ferma, quando la direzione del vento le precede. Alcuni sono appena nati mentre altri possono parlare e raccontarsi l’un l’altro come hanno raggiunto l’Isola. I più grandi insegnano ai nuovi come costruire barche di carta per il giorno in cui le condizioni del mare saranno più favorevoli. L’Isola delle Speranze Rubate è anch’essa come una grande barca a vela guidata dai gabbiani cha la conducono verso la terra ferma. Sarà di mattina presto che i cittadini dell’Isola sbarcheranno mentre il coro dei bambini annuncerà la liberazione per tutti.

      Mauro Armanino, Niamey,  24 aprile 2022

venerdì, aprile 22

STRATEGIE E TRANELLI DELLA MENTE delle dott.sse Chiara Massobrio e Zarina Zargar


 

Sarà sicuramente capitato anche a voi di soppesare più e più volte numerose opzioni prima di prendere una vera decisione.

Fare una scelta, più o meno definitiva, comporta come conseguenza non da poco quella di escluderne mille altre di cui alcune potenzialmente appetibili.

Non è di sicuro un’azione facile: richiede tempo, energia e anche la capacità di rimanere poi sui propri passi senza essere assaliti da dubbi per alcuni irrisolvibili e fonte di logorio mentale.

Le scelte da prendere nel contesto della propria settimana o, più generalmente, della propria vita non sono sempre epocali o con conseguenze di dimensioni drastiche. Se ci soffermiamo a riflettere, infatti, possiamo notare come anche in momenti in cui ci riteniamo distratti o affaccendati siamo chiamati inesorabilmente a fare scelte e prendere decisioni.
Ad esempio succede quando guidiamo o pedaliamo in bicicletta: le prime volte, ancora inesperti, ci soffermavamo con attenzione sulla marcia da scegliere o su altri fattori da considerare per non perdere l’equilibrio e andare a sbattere; una volta presa confidenza con la prassi da seguire non ci pensiamo più e inseriamo il nostro “pilota automatico” interiore.

OCCHIO ALLE EURISTICHE...

Come dicevamo le scelte sono molte, ma fortunatamente per tutti quanti noi, alcune di queste scelte vengono fatte in automatico: siamo abituati a discriminare tra un percorso A o un percorso B, a estrarre dalla dispensa gli ingredienti giusti per la colazione e così via senza pensarci troppo.
È un meccanismo molto utile al consueto svolgimento delle nostre attività quotidiane senza che ci siano eccessivi intoppi dettati dall’affaticamento cognitivo ed emotivo.
Questo meccanismo di pensiero a noi familiare ma poco considerato, è conosciuto dalla psicologia con il termine euristica.
L’euristica, quindi, è essenzialmente una scorciatoia di pensiero che ci semplifica la vita.
Le semplificazioni, come intuibile però, possono presentare dei rischi, soprattutto quando sono eccessive.
Proprio nel momento in cui le nostre euristiche ci fanno sottovalutare tutte le variabili del contesto incorriamo in quelli che vengono chiamati “bias cognitivi”. Questi sono dei veri e propri errori di valutazione dettati dalla velocità e dalla superficialità con cui viene analizzata una situazione.
Le euristiche per funzionare, infatti, si basano su conoscenze acquisite e pregiudizi interiorizzati che però non sempre portano il processo di pensiero alla conclusione migliore.
Questi “errori” vengono prodotti spesso da un fatto.

Il nostro passato non è il nostro presente, ma può diventare il nostro futuro se ci muoviamo solo sulla base del primo: comportandoci e rispondendo come abbiamo fatto in passato avremo sempre gli stessi risultati e applicando sempre gli stessi sistemi di significato daremo il medesimo senso alle esperienze che facciamo.

Ebbene, la mente tende a portarci sempre nei soliti posti impedendoci a volte di cogliere nuove occasioni e di svoltare laddove il percorso è già tracciato.
Possiamo definire i bias cognitivi come delle vere e proprie distorsioni del pensiero (e di conseguenza alterano il comportamento).
Fortunatamente la maggior parte delle volte queste distorsioni non portano ad esiti negativi. Come si suol dire “la giusta misura sta nel mezzo” e le euristiche diventano disfunzionali solo quando contribuiscono a costruire una realtà soggettiva che pone l’individuo in una costante svalutazione di sé e degli altri, quando portano all’inattività e quando impediscono un buon adattamento all’ambiente e a un prolungato vissuto emotivo di rabbia, tristezza e paura che ne consegue.

Come e a cosa pensiamo ha delle profonde ripercussioni sulla nostra vita e sull’esito dei nostri interventi.

EFFETTO GALATEA...SCOPRIAMOLO!

Basti pensare al cosiddetto “effetto Galatea”, forse più conosciuto con il nome di profezia auto-avverante. Se crediamo che qualcosa accadrà molto probabilmente sarà così perché noi agiremo di conseguenza; perciò se siamo convinti che riusciremo a portare a termine un compito ci ritroveremo in una disposizione mentale tale da agevolare la messa in atto di comportamenti volti al successo.
La prima volta che, tra i banchi dell’università, gli studenti di psicologia incontrano e scoprono questo meccanismo spesso pensano di trovarsi davanti al manifesto del potere personale e generativo che custodiamo nella nostra mente: siamo veramente e direttamente artefici del nostro destino.
È un potere immenso e in grado di generare novità è successo ma è necessario saperlo gestire bene.
Come accennato prima, può avere risvolti anche molto negativi. Le distorsioni cognitive, ad esempio, sono tipiche di certe personalità e si ritrovano sistematicamente in alcuni disturbi mentali contribuendo alla loro formazione, ma soprattutto, cosa peggiore, al loro consolidamento e mantenimento.
Alcune persone incappano più facilmente in certi errori e ne fanno degli schemi cognitivi accessibili e preferenziali per la lettura della realtà. Nelle depressioni, per esempio, o nelle personalità che hanno organizzazioni tendenti ai disturbi depressivi è facile ritrovare bias cognitivi legati agli stili attributivi, alla percezione della propria efficacia, alla generalizzazione o i bias della negatività che rispecchiano e alimentano la seguente triade cognitiva: concetto negativo di sé, interpretazione negativa dell’esperienza e visione negativa del futuro (Beck A. T., 1984; Bara B. G., 2005).
In poche parole, le persone che tendono ad attribuirsi spesso la colpa e si vedono come incapaci di migliorare perché sono sempre state abituate a vedersi così finiscono per sperimentare sentimenti che, in definitiva, le bloccano realmente.

CONSIGLI PRATICI…

Cosa si può fare, quindi, per non cadere in questi errori mentali ma sfruttare al meglio la capacità della nostra mente di arrivare alla sintesi essenziale di ogni situazione?
La prima arma che dobbiamo sviluppare è l’auto osservazione e quindi è importante l’implementazione delle abilità che spesso hanno il prefisso “meta”, come per esempio la menzionatissima metacognizione che ci permette di riflettere sui nostri stessi costrutti mentali. Ciò non significa demonizzare o smettere completamente di utilizzare certi processi.

Se avete letto il nostro recente articolo sulla Mindfulness lo sapete, il trucco è quasi sempre quello: prendere distanza per osservare ciò che accade in noi e fuori di noi, perché per poter iniziare a cambiare qualcosa basta semplicemente iniziare a guardarla.

La mente ha il potere di creare, plasmare e distruggere una o più parti di noi: usiamolo al meglio.

Se ti è piaciuto il nostro lavoro e vuoi richiedere informazioni o verificare personalmente se il percorso con uno psicologo può esserti d’aiuto, puoi, senza impegno, contattarci così:

•Dott.ssa Chiara Massobrio •Dott.ssa Zarina Zargar

✓email e cell: chiara.massobrio92@gmail.com – 3477460054
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-Instagram dott.ssa Massobrio
-Instagram dott.ssa Zargar

Bibliografia

Bara B. G. (2005), Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva. Volume secondo. Clinica, Bollati Boringhieri.

Beck. A. T. (1984), Principi di terapia cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi, Astrolabio editore.

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giovedì, aprile 21

EARTH SONG testo in italiano

 


Che dire dell'alba?

Che dire della pioggia?

Che dire di tutte quelle cose

Che tu dicevi avremmo conquistato?

Che dire dei campi di sterminio?

C’è un tempo?

Che dire di tutte le cose

Che tu dicevi fossero tue e mie?


Ti sei mai fermato a notare

Tutto il sangue che abbiamo versato prima?

Ti sei mai fermato a notare

Questa Terra piangente, queste coste in lacrime?


Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooooh

Aaaaaaaaaaaah Ooooooooooooooh


Cosa abbiamo fatto al mondo?

Guarda cosa abbiamo fatto

Che dire di tutta la pace

Che hai promesso al tuo unico figlio?

Che dire dei campi di fiori?

C’è un tempo?

Che dire di tutti i sogni

Che tu dicevi fossero tuoi e miei?


Ti sei mai fermato a notare

Tutti i bambini morti per una guerra?

Ti sei mai fermato a notare

Questa Terra piangente, queste coste in lacrime?


Ero solito sognare

Ero solito guardare al di là delle stelle

Ora non so dove siamo

Nonostante io sappia che abbiamo deviato troppo

Che dire di ieri

(Che dire di noi)

Che dire dei mari

(Che dire di noi)

I cieli stanno crollando

(Che dire di noi)

Non riesco neanche a respirare

(Che dire di noi)


Che dire dell'apatia?

(Che dire di noi)

ho bisogno di te

(Che dire di noi)


Che dire del valore della natura?

(Oooh, oooh)

E il ventre del nostro pianeta

(Che dire di noi)


Che dire degli animali?

(Che dire di questo)

Abbiamo polverizzato regni

(Che dire di noi)


Che dire degli elefanti?

(Che dire di noi)

Abbiamo perso la loro fiducia

(Che dire di noi)


Che dire di balene piangenti?

(Che dire di noi)

Stiamo devastando i mari

(Che dire di noi)


Che dire dei sentieri nei boschi?

(Oooh, oooh)

Bruciati nonostante le nostre suppliche

(Che dire di noi)


Che dire della terra santa?

(Che dire di questo)

Divisa dalle religioni

(Che dire di noi)


Che dire dell'uomo comune?

(Che dire di noi)

Non possiamo liberarlo

(Che dire di noi)


Che dire dei bambini che muoiono?

(Che dire di noi)

Non li senti piangere?

(Che dire di noi)

Dove abbiamo sbagliato?

(Oooh, oooh)

Qualcuno mi dica perché

(Che dire di noi)


Che dire dei bimbi?

(Che dire di questo)

Che dire dei giorni?

(Che dire di noi)


Che dire di tutta la loro gioia?

(Che dire di noi)

Che dire dell'uomo?

(Che dire di noi)


Che dire dell’uomo che piange?

(Che dire di noi)

Che dire di Abramo?

(Che dire di noi)


Che dire della morte di nuovo?

(Oooh, oooh)

Ce ne freghiamo?



Earth Song testo versione inglese







Earth song

Testo originale

What about sunrise?

What about rain?

What about all the things

That you said we were to gain?

What about killing fields?

Is there a time?

What about all the things

That you said was yours and mine?

Did you ever stop to notice

All the blood we've shed before?

Did you ever stop to notice

This crying Earth, these weeping shores?

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

What have we done to the world?

Look what we've done

What about all the peace

That you pledge your only son?

What about flowering fields?

Is there a time?

What about all the dreams

That you said was yours and mine?

Did you ever stop to notice

All the children dead from war?

Did you ever stop to notice

This crying Earth, these weeping shores?

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

I used to dream

I used to glance beyond the stars

Now I don't know where we are

Although I know we've drifted far

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Hey, what about yesterday?

(What about us?)

What about the seas?

(What about us?)

The heavens are falling down

(What about us?)

I can't even breathe

(What about us?)

What about apathy?

(What about us?)

I need you

(What about us?)

What about nature's worth?

(Ooh)

It's our planet's womb

(What about us?)

What about animals?

(What about it?)

We've turned kingdoms to dust

(What about us?)

What about elephants?

(What about us?)

Have we lost their trust

(What about us?)

What about crying whales?

(What about us?)

We're ravaging the seas

(What about us?)

What about forest trails?

(Ooh)

Burnt despite our pleas

(What about us?)

What about the holy land?

(What about it?)

Torn apart by creed

(What about us?)

What about the common man?

(What about us?)

Can't we set him free

(What about us?)

What about children dying?

(What about us?)

Can't you hear them cry?

(What about us?)

Where did we go wrong?

(Ooh)

Someone tell me why

(What about us?)

What about baby boy?

(What about it?)

What about the days?

(What about us?)

What about all their joy?

(What about us?)

What about the man?

(What about us?)

What about the crying man?

(What about us?)

What about Abraham?

(What about us?)

What about death again?

(Ooh)

Do we give a damn?

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh

Ah-ah-ah-ah-ah

Ooh-ooh-ooh-ooh-ooh


Michael Jackson - Earth Song (Official Video)


22 aprile 2022 - giornata mondiale della Terra. Questa canzone dovrebbe far riflettere! 

Péchés de Vieillesse di ROBERTO VITTORIO DI PIETRO






 







Composizioni inedite...per il momento!
ma già protette da copyright della Casa Editrice Helicon di Arezzo.

Roberto Vittorio Di Pietro

LA NINNA NANNA DE LA GUERRA di TRILUSSA


La ninna nanna 

della guerra  

Ninna nanna, nanna ninna, 

er pupetto vò la zinna: 

dormi, dormi, cocco bello, 

sennò chiamo Farfarello 

Farfarello e Gujermone 

che se mette a pecorone, 

Gujermone e Ceccopeppe 

che se regge co le zeppe, 

co le zeppe d’un impero 

mezzo giallo e mezzo nero. 

 

Ninna nanna, pija sonno 

ché se dormi nun vedrai 

tante infamie e tanti guai 

che succedeno ner monno 

fra le spade e li fucili 

de li popoli civili. 

 

Ninna nanna, tu nun senti 

li sospiri e li lamenti 

de la gente che se scanna 

per un matto che commanna; 

che se scanna e che s’ammazza 

a vantaggio de la razza 

a vantaggio d’una fede 

per un Dio che nun se vede, 

ma che serve da riparo 

ar Sovrano macellaro. 

Chè quer covo d’assassini 

che c’insanguina la terra 

sa benone che la guerra 

è un gran giro de quatrini 

che prepara le risorse 

pe li ladri de le Borse. 

 

Fa la ninna, cocco bello, 

finchè dura sto macello: 

fa la ninna, chè domani 

rivedremo li sovrani 

che se scambieno la stima 

 

boni amichi come prima. 

So cuggini e fra parenti 

nun se fanno comprimenti: 

torneranno più cordiali 

li rapporti personali. 

E riuniti fra de loro 

senza l’ombra d’un rimorso, 

ce faranno un ber discorso 

su la Pace e sul Lavoro 

pe quer popolo cojone 

risparmiato dar cannone! 


Trilussa


martedì, aprile 19

CONTRO CORRENTE di ANNA MONTELLA


GALLERIA D'ARTE: NORMA TROGU

 Era tanto che non viaggiavo sul sito di Norma Trogu, e oggi mi sono dedicata a dare un sguardo ai suoi più recenti lavori: m'incantano!


Capricito


Complici


Difendere l'allegria


Il mondo sognato


Il bosco di lecca-lecca


Il paese degli abbracci


Il vento parla


Nel mio corpo


Oltre lo specchio


Paroles en l'air


Vento a favore


Vestita da Mae

Ma non so perché, quest'ultimo è quello che m ha toccato il cuore più degli altri, ed è un disegno con le matite colorate Karandash.


Bravissima Norma!!! 
tu me encantas