POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, maggio 30

VERSO L'ABOLIZIONE DELLA MATERNITA' SURROGATA di RENATA RUSCA ZARGAR


Verso l’abolizione della maternità surrogata

ICASM, Coalizione Internazionale per l’Abolizione della Maternità Surrogata, ha pubblicato recentemente un libro dal titolo “Verso l'abolizione della maternità surrogata", a cura di Marie-Josèphe Devillers e Ana-Luana Stoicea-Deram, attiviste francesi coordinatrici Icasm. Il testo raccoglie le testimonianze e argomentazioni di molte esperte provenienti da vari paesi e ha avuto la sua presentazione virtuale (qui le notizie Iniziativa ICASM: il libro pubblicato da Spinifex "Verso l'abolizione della maternità surrogata" - Coalizione per l'abolizione della maternità surrogata (abolition-ms.org). Essendo, infatti, le collaboratrici che si battono contro quello che chiamiamo "utero in affitto", situate in località molto lontane tra di loro, non ci poteva essere nessun’altra soluzione.

Si sono, dunque, susseguiti vari interventi, tra cui quelli di Gena Corea (USA), che da sempre ha protestato contro la violenza sulle donne specialmente in questo campo; di Yoshie Yanagihara (Giappone) che ha esaminato il punto di vista giapponese, di Phyllis Chesle (USA) estremamente dura su tale pratica di compravendita di esseri umani e di Silvia Guerini (Italia) che ha spiegato la procreazione nell'era delle biotecnologie, quando un ovulo può essere prelevato da una donna e impiantato su un’altra e tutto corrisponde a un mercato di miliardi e al desiderio di ottimizzare il prodotto, cioè avere il figlio su misura!

Eppure, come ribadisce Laura Isabel Gomez García (Spagna), il legame madre-figlio  non si può comprare e neppure esiste, secondo Eva Maria Bachinger (Australia) il diritto a un figlio. 

Dobbiamo, insiste Catherine Lynch (Australia), mettere i bambini al primo posto, mentre Renate Klein (Australia) ha esaminato le strategie per fermare la maternità surrogata internazionale. 

Infatti, questo tipo di maternità è non solo un delitto internazionale che parifica la donna a un animale da riproduzione, ma non ha neppure rispetto per il bambino. Che traumi avrà un bambino quando scoprirà che la madre biologica l'ha fabbricato per conto terzi a pagamento?

Eppure, molti paesi, in cambio di preziosa valuta straniera, permettono ancora alle loro donne di prestarsi a un commercio tanto inumano!

Ce ne siamo resi conto tutti, in questo periodo, assistendo alla facilità con cui le povere donne ucraine, per denaro, si offrano a tale mostruosità. Con la guerra, i bambini già nati e ancora da nascere hanno avuto difficoltà a essere consegnati al “committente acquirente” peggiorando persino lo stato di povertà di queste “fattrici”. Una tragedia nella tragedia. 

Dalla Sinossi del libro, Verso l'abolizione della maternità surrogata — Spinifex Press, le importanti parole di Gena Corea: “La maternità surrogata non è libertà. È un crimine. Le donne non si accontenteranno della libertà spazzatura. Vogliamo la vera libertà: la sostanza, non solo l'apparenza. Vogliamo un vero nutrimento per il nostro spirito. Vogliamo la dignità umana. Lo vogliamo per tutti noi. Lo vogliamo per le donne in Thailandia, Bangladesh e Messico, così come per le donne che non sono ancora nate.”

Il libro fa parte della collezione  "STOP SURROGACY NOW” : The Stop Surrogacy Now Collection (5 libri) — Spinifex Press 

Per collaborare o conoscere meglio CIAMS si può visitare il sito Home - Coalizione Internazionale per l'Abolizione della Maternità Surrogata (abolition-ms.org) o scrivere a equipe.ciams@gmail.com

Renata Rusca Zargar





 


sabato, maggio 28

UN PAESE DI CERCATORI, IL NIGER di P. MAURO ARMANINO




Un paese di cercatori, il Niger

Lo ricordava l’umorista nigerino Mohamed Moustapha Moctari, detto Maman sulle onde di Radio Francia Internazionale. Nel Niger siamo un popolo di cercatori perché tutti ‘si cercano’! Nel francese locale ‘cercarsi’ significa vedere come sbarcare il lunario e cioè la sopravvivenza al quotidiano per sé e la propria famiglia. ‘Cercarsi’ implica creatività, darsi da fare, attivare dei contatti utili per un lavoro precario, occasionale oppure il colpo di fortuna per via di conoscenze prossime o remote. Come in molti altri Paesi africani, pure qui e forse soprattutto qui, vivere e cercare cammina assieme. Siamo un popolo di ‘cercatori’.
Dell’oro per esempio. Nel Paese e in particolare nel Nord, il deserto del Teneré e ai confini col Burkina Faso, si estende un’immensa vena aurifera. In condizioni spesso inumane, tramite pozzi, gallerie e con mezzi talvolta rudimentali, l’oro offre lavoro e speranza di reddito a centinaia di miglia di persone. Si tratta di un lavoro pesante, pericoloso e non sempre all’altezza delle speranze economiche dei cercatori. Certi gruppi armati terroristi profittano di questo lavoro con estorsioni, tasse o minacce. Gli incidenti mortali sono frequenti e tentare una statistica affidabile rasenta la temerarietà. La febbre dell’oro non è finita.
E poi, naturalmente, i migranti. Nigerini, stranieri di passaggio, in transito, di rientro o in attesa di ripartire: c’è un mondo specializzato nella ricerca. Di un mondo e una terra nuova con frontiere che non siano ‘cocci aguzzi di bottiglia’, riprendendo Eugenio Montale di un ‘Meriggiare, pallido e assorto’. Cercano e ‘si cercano’ e poi difficilmente trovano quanto cercavano perché nel frattempo il viaggio e le intemperie umane incontrate li hanno resi differenti. Epperò, rimangono il prototipo e la metafora di ogni cercatore di altrovi che potrebbero esistere solo si ricominciasse a credere che le utopie sono la cosa più ragionevole della vita.
Però al primo posto ci sono loro, gli sfollati, rifugiati, scacciati e quasimenti invisibili in alcune regioni del Paese. Risultano colpite da una cinica violenza con pezze giustificative di ideologia religiosa armata in nome di un certo Dio. Cercano, per ora inutilmente, la pace, la possibilità di vivere, coltivare, allevare, mandare i figli a scuola, di curasi e soprattutto di vivere una vita che non sia scappare d’un posto all’altro col terrore che sia l’ultimo. A migliaia cercano acqua, cibo, sicurezza, rispetto, futuro e un Paese che voglia considerarli come cittadini veri e reali di una repubblica degna di questo nome.
Ci sono i giovani che disegnano il futuro sulla sabbia. Le donne che lo inventano sul momento perché i numerosi figli a loro affidati abbiano quanto il destino ha loro preparato. Gli artigiani che fanno, coi piccoli mezzi a loro disposizione, miracoli di creatività, costruzione e riparazioni dell’irreparabile. Ci sono i politici che cercano di mantenersi al potere ad ogni costo e tramite qualunque alleanza. Ci sono i religiosi che, invece di cercare Dio, cercano ‘clienti’ onde perpetuare un potere in via di graduale estinzione. Ci sono i bambini ‘Talibé’ che cercano ogni mattina il cibo o le piccole monete da portare al maestro-‘marabout’ a cui sono stati affidati. E troviamo, infine, tutto un popolo di contadini che cerca e attende la pioggia per seminare, una volta ancora, il futuro.

                          
 Mauro Armanino, Niamey, 29 maggio 2022

venerdì, maggio 27

HOBBY E COLLEZIONISMO - a Cortemaggiore dal 5 al 19 giugno 2022


 

FIORI DEI MONTI VALDOSTANI - scatti di ALESSANDRA GIUSTI

E' sempre un grande piacere ricevere omaggi floreali dagli amici, che siano foto o in forma reale, poco importa. Del resto, non si devono mai raccogliere i fiori che crescono spontanei in montagna, vanno solo ammirati nel loro splendore! Grazie cara Alessandra!





REMO PASETTO PITTORE - Galleria d'Arte


Remo Pasetto (Raldon, Verona, 1925 - Desenzano, 2019)

Terminate le scuole superiori, segue i corsi dell’Accademia di Belle Arti Cignaroli. Trasferitosi a Milano nel 1950, incontra Giacomo Manzù e si dedica alla scultura fino al 1958, anno in cui inizia la sua attività di pittore. La prima personale di opere scultoree risale al 1957 e si tiene alla Galleria Schettini di Milano.

Tre anni dopo allestisce la prima mostra di pittura negli spazi della Galleria Nuova Corrente, a Firenze. I suoi quadri, che inizia a dipingere negli anni in cui a Milano il Realismo sociale stava virando verso declinazioni esistenziali, presentano la storia di quanti abbandonavano il duro lavoro dei campi per vivere in città e finire sui ponteggi dei cantieri edili. Questo suo particolare orientamento di ricerca ne ha fatto un lucido e disincantato interprete di spaccati di vita quotidiana delle classi subalterne. 

(Andrea Romoli)

Questo autore era in marito della maestra elementare di mio figlio, Nicoletta. Qui sotto una selezione dei suoi numerosi dipinti. 












sabato, maggio 21

"CASA MIA E' IL PARADISO! Parola di migranti di ritorno - di P. MAURO ARMANINO


‘Casa mia è il paradiso’, parola di migranti di ritorno
Jules non ha timore ad affermarlo. 29 anni di età e di mestiere calciatore, Jules, lascia le due figlie e la loro madre per andare a scoprire altri terreni di gioco più appetibili. Non riesce a passare però l’Algeria e lì si ferma per un paio d’anni lavorando a cottimo nei cantieri di Oran e in quelli della capitale. Arrestato sulla strada dalla polizia è mandato a Tamarrasset e poi espulso alla frontiera col Niger. Raggiunge la capitale grazie al buon cuore di un camionista che commercia cipolle da esportazione. Dell’avventura in Algeria e del viaggio ricorda soprattutto la violenza e il razzismo. Conclude che solo a ‘casa sua c’è il paradiso’.
Paul, anche lui originario del Camerun, è di mestiere calciatore. Diciannovenne sogna con l‘Europa e l’Italia in particolare. Dopo aver giocato nella vicina Guinea Equatoriale pensava spiccare il salto continentale. Ha lavorato per qualche mese a Tripoli In Libia per poi essere arrestato, detenuto e picchiato, come migliaia di altri migranti, in un campo tenuto da libici. Rifiuta di chiamare per telefono la sua famiglia per chiedere i soldi del riscatto e, per grazia divina dice lui, riesce a scappare dall’inferno. Compie il viaggio a ritroso verso il Niger e, nell’attesa del ritorno al comune Paese si conosce con Jules e, assieme, giocano i supplementari.


Darius con P. Mauro


Darius, liberiano di origine, ha conosciuto l’esilio in Ghana per dieci anni, assieme a migliaia di compatrioti. Tornato al Paese riparte e la sua vita è una cartina geografica che si sposta a seconda delle circostanze del momento. Opera il balzo migratorio in Senegal e poi in Mauritania per arrivare nel Marocco. Si trova suo malgrado in Algeria e da lì, come da tradizione, deportato e poi espulso alla frontiera col Niger. Lui e la sua compagna Esther, della Sierra Leone, che voleva raggiungere la Spagna e aveva pagato il ‘passeur’, si erano incontrati in Mauritania. Avevano fatto credere alla donna che quella era la Spagna promessa…
Vedendo le persone piuttosto bianche di pelle e ben vestite nella capitale Nouakshott lei per un momento lo ha creduto. Finché, Darius, incontrato perché comprava i pesci che lei vendeva sulla spiaggia, le ha spiegato dove si trovava. Entrambi a Niamey, in attesa del ritorno in Liberia, hanno messo al mondo un figlio in Algeria, l’hanno chiamato Emmanuel. Il Dio che viaggia con loro perché il paradiso non è lontano.


Mauro Armanino, Niamey, 22 maggio 2022

martedì, maggio 17

IL CANE - LA VOLPE - SAN ROCCO e LA SCRITTURA ALLA TASTIERA - editoriale Danila Oppio

Uno scioglilingua spagnolo infantile per giocare con la “erre”. 


El perro de San Roque

no tiene rabo,

porque Ramón Ramírez

se lo ha robado

San Rocco è considerato il protettore dei cani e dal flagello della peste e viene festeggiato il 16 agosto, data in cui a Camogli, in provincia di Genova, viene premiato ogni anno un cane per una buona azione compiuta per l'essere umano.

Ma perché San Rocco è così legato al fedele amico dell'uomo?

La storia di San Rocco

Si narra che mentre il santo giaceva moribondo in una grotta, colpito dalla peste, un cane Breton che si era accorto di lui, lo aiutò a guarire portandogli ogni giorno un pezzo di pane rubato alla tavola del suo ricco padrone. Il suo gesto così sensibile fece il miracolo e San Rocco dopo qualche giorno inaspettatamente guarì.

Da quel momento il santo non si separò più dall'animale e, pur essendo figlio unico del governatore di Montpellier, nel 1300, rinunciò a tutte le sue ricchezze per aiutare tutti coloro che come lui erano stati colpiti dalla peste, portando cure e sollievo nei ricoveri e negli ospedali e salvando tante vite.

“The quick brown fox jumps over the lazy dog" 

" La rapida volpe marrone salta sopra il cane pigro " è un pangram in lingua inglese, una frase che contiene tutte le lettere dell’alfabeto. La frase è comunemente usata per esercitarsi con la digitazione tattile, testare macchine da scrivere e tastiere di computer, visualizzare esempi di caratteri e altre applicazioni che coinvolgono il testo in cui si desidera l'uso di tutte le lettere dell'alfabeto.



lunedì, maggio 16

A CAPRI SULLE ORME DI TIBERIO





A CAPRI SULLE ORME DI TIBERIO

Finalmente, arrivo in vista di Capri con l’aliscafo da Napoli.
Ed eccola là, l’isola, proprio davanti alla prua, con la sua forma di panettone doppio che si allunga impervio tra le onde.
Non è la mia prima volta ma ora sono alla ricerca delle tracce di Tiberio: perché mai un imperatore romano avrebbe lasciato Roma, la città più bella del mondo, per venire a vivere e a governare da qui il suo grande Impero?
Siamo solo a maggio, ma già i turisti affollano il porto di Marina Grande diretti, chissà, alla famosa Piazzetta dove si incontrano i vip, ad affollare le vie dello shopping firmato o, infine, ad ammirare da lontano i faraglioni dove vive la lucertola blu.
A Capri nulla è scontato, persino la lucertola ha voluto prendere il colore del mare che abbraccia la terra con immaginifici riflessi che vanno dal blu al verde limpido e all’azzurro della grotta più famosa.
Rimango a guardare ammaliata i taxi scoperti, rossi, bianchi, lunghi macchinoni sontuosi. Uno si chiama persino “Tiberio”, perché qui l’imperatore è sfruttato come una fantasiosa attrattiva turistica.
Tiberio, infatti, aveva ben dodici ville a Capri: la più importante era dedicata a Giove, Jovis, e si trovava proprio in cima a un’altura. Di là egli poteva scorgere la costa campana e comunicare con i suoi domini usando semplicemente il faro. Ma nell’isola si favoleggia, scherzandoci, del famoso “salto di Tiberio” a picco sulla scogliera: di là veniva gettato, per frantumarsi sugli scogli ed essere inghiottito dal mare, chi doveva subire una punizione. Certamente, dato che i Romani non erano affatto teneri e uccidevano amici e nemici senza pietà, Tiberio avrà fatto condannare a morte molte persone.
Ma, forse, da quella cima, avrà fissato pure infinite volte lo sguardo in alto per rivolgere una preghiera alle stelle che governano la vita degli esseri umani. Poi, si sarà girato all’intorno, all’orizzonte del mare, alle forme sinuose della costa, alle nuvole in cielo, alla vegetazione rigogliosa e profumata, ai colori rassicuranti dell’universo tutto mentre la pace gli scendeva nell’animo. Povero Tiberio, bambino infelice prima e uomo mai amato dal patrigno Augusto, in seguito.
Eppure, Capri gliel’aveva mostrata proprio Augusto che ne aveva fatto una sua proprietà privata.
Dunque, Capri è  storia, la nostra storia.
Ma non solo. Capri è trionfo di alberi, arbusti, erbe, fiori, è profumo di limoni, mare fertile di pesci, molluschi e crostacei, è nelle ripide scogliere dove solo le capre hanno il coraggio di avventurarsi.
Capri è ancora fascino e bellezza naturale, nonostante le tantissime ville di personaggi celebri di ogni parte del mondo di oggi ma soprattutto di ieri, quando ci si rifugiava sull’isola per godere di una vita a pieno titolo.  
Nei giardini di Augusto, oltre alla vista mozzafiato sui faraglioni, ho ritrovato le simboliche e sinuose installazioni dell’artista Claudio Carrieri, di Savona. È sempre un’emozione osservare i lavori di Carrieri, ma ambientati in questo sito appaiono davvero mitici.
Infine, la gente dell’isola è amichevole, gentile, accogliente.
Lo dimostrano persino le piastrelle di ceramica che indicano il numero delle abitazioni ma anche le caratteristiche della famiglia (come, ad esempio, “Casa Amore e Musica”).
Lo dimostra il personale locale dell’Agenzia Campania Turismo che, assai disponibile, risponde a chi ha bisogno di una semplice informazione ma anche a chi chiede di più: un suggerimento, forse, un libro, una storia...
Ad Anacapri (altro comune dell’isola), inoltre, si può andare in seggiovia sulla cima del Monte Solaro per deliziarsi della vista sul golfo.
E si può persino incontrare la poetessa Annalena Cimino.  Famosa in tutta Italia, vincitrice di innumerevoli premi, Annalena è la poetessa dell’Amore. Nei suoi versi c’è il calore del sole e dei sentimenti di questa terra. “Non chiedermi perché, / era scritto nel destino, / forse in una favola antica, / in un libro con pagine bianche, / tra nuvole e pianeti. [...]” ella scrive “Danzava il vento / tra mille lune morte / sembrava volesse consolare / il pianto del mare, / tra le onde impetuose / argentee scie / e candida schiuma, [...]” 
In conclusione, dopo aver calcato vie e sentieri, dopo aver scoperto angoli di vicoli che si inerpicano con i fiori abbarbicati alle ringhiere, dopo aver visitato i  musei, allora è necessario fare il giro intorno all’isola in barca.
La Cooperativa Motoscafisti di Capri accompagna, appunto, gruppi di turisti che desiderano cingere da fuori questo Eden, avvicinarsi alle tante grotte, ai faraglioni, incontrare gli yacht dei ricconi alla ricerca anch’essi di una bellezza unica.
Tiberio si bagnava nella magica Grotta Azzurra, piastrellata dai suoi artigiani, attorniato da straordinari riflessi celesti e da splendide statue: praticamente, allora, il sito era una grande piscina privata. Attualmente, l’acqua non è più così bassa ma le barche sanno farci rivivere ancora la profonda cultura di quel tempo che, oggi, sembriamo aver del tutto dimenticato.

Renata Rusca Zargar

LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI della Dott.ssa ZARINA ZARGAR


La regolazione delle emozioni

 Zarina Zargar 13 Maggio 2022  Dott.ssa Zargar emozioni Psicologia

Psicologa clinica (iscr. 11466-A) e psicoterapeuta in formazione. Con diverse esperienze formative e lavorative alle spalle, la Psicologia è indiscutibilmente la mia passione. Amo approfondire i più disparati ambiti psicologici e credo che da ogni esperienza si possa imparare qualcosa. Quest'ultimo è il concetto fondamentale che mi guida nella stesura dei miei scritti: siamo esseri umani incredibili, capaci di modificarci ogni giorno. Anche un piccolo spunto oggi può portarci a intraprendere nuove strade un domani!

Che cosa sarebbe la vita senza emozioni?

Le emozioni che proviamo danno alla nostra esistenza una bella spennellata di colore: ci permettono di assaporare ciò che ci circonda e ciò che abbiamo, ci fanno percepire quello che noi siamo.

Molto spesso le nostre emozioni sono positive e ci regalano giornate da ricordare; altre volte, invece, sono nettamente negative e ci provocano un disagio significativo.

Le nostre emozioni, comunque, non sono immobili: nel corso di un mese, di una settimana, ma anche di una sola giornata siamo in grado di sperimentarne un’ampia gamma. Pensiamo all’emozione che proviamo alla mattina, ad esempio, poco prima di entrare in un ambiente di lavoro che non ci piace; facciamo il confronto, ora, con quello che proviamo magari alla sera mentre ci rilassiamo sul divano o ci dedichiamo a un’attività che ci fa stare bene. Nel primo e nel secondo caso, sicuramente, non proviamo la stessa emozione e così avviene anche nel corso del resto della giornata.

Come ci gestiamo in questa “giungla emotiva”?

La capacità di regolare le proprie emozioni è sicuramente una capacità fondamentale e molto adattiva.

Nel percorso di crescita, tutti quanti abbiamo l’opportunità di imparare a gestire il nostro stato emotivo. Inizialmente sono i nostri caregiver, cioè i genitori, ad aiutarci a elaborare quello che ci accade e quello che proviamo. Fungono da mediatori in un mondo che ancora non conosciamo bene e ci aiutano a comprendere e dare una spiegazione agli eventi esterni e interni alla nostra persona.

Gradualmente, poi, con il passare degli anni il processo diventa automatico, interiorizzato, e nella maggior parte dei casi porta come risultato finale a una corretta gestione delle emozioni percepite.

Spesso, però, la vita ci mette di fronte a sfide nuove e mai sperimentate, in cui è difficile capire da subito quale sia la rotta da seguire. Può succedere, allora, che la propria capacità di calibrarsi all’interno del proprio mondo emotivo si vada a incrinare.

Qui entra ancora in gioco la capacità di regolare le proprie emozioni. Una situazione di novità, per esempio, può creare ansia e gioia allo stesso tempo: se la nostra capacità di regolare le emozioni non cede riusciremo a goderci l’esperienza tenendo a bada la paura di iniziarla; al contrario, se la capacità di regolare le emozioni vacilla potremmo essere sopraffatti da ansia e paura e non riuscire ad andare avanti.

Che cos’è la regolazione emotiva?

Con il termine regolazione emotiva si fa riferimento ad una serie di processi che consistono nell’attenuazione, intensificazione e/o mantenimento di una determinata emozione e che dipendono dagli obiettivi che un individuo ha (Gross, 2007).

La notizia importante, poi, è che i processi regolatori possono essere automatici o controllati, consapevoli o inconsapevoli e in ogni caso coinvolgono cambiamenti dinamici che durano nel tempo (Gross, 2007).

In altre parole, la regolazione emotiva non consiste solamente nel riuscire a mettere da parte le emozioni spiacevoli, ma anche nel riuscire a dare maggiore spazio a quelle belle e portatrici di positività. La regolazione emotiva, quindi, mira a trovare l’equilibrio all’interno del proprio vissuto emotivo senza escludere alcuna emozione e lo fa anche grazie ai processi introspettivi che siamo in grado di attivare.

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Motivazione

Tutte le nostre emozioni hanno qualcosa da dirci. La loro funzione, infatti, è quella di segnalarci ciò che va bene e ciò che ha bisogno di una miglioria.

Quando queste emozioni diventano troppo forti, però, e arrivano al punto di bloccarci e impedirci di procedere vuol dire che qualcosa è andato storto. É proprio in questo caso, quindi, cioè quando le emozioni diventano disadattive che si parla di disregolazione emotiva.

La disregolazione emotiva: questa colpevole

Il concetto di disregolazione emotiva è strettamente legato a quello di regolazione e si riferisce ad una interruzione della “stabilità interna” dei processi mentali che sono legati alla costante e dinamica regolazione delle attività cervello-mente-corpo-ambiente (Lazarus & Folkman, 1984).

Come tutti sappiamo, infatti, il nostro organismo deve costantemente trovare il giusto equilibrio in un contesto ricco di variabili e in incessante divenire. Talvolta si tratta di un compito davvero troppo complesso che può portare a esiti spiacevoli per la persona.

Non stupisce più, quindi, che la presenza di difficoltà nella regolazione emotiva sia trasversalmente presente nella maggior parte dei disturbi psicologici come disturbi d’ansia e dell’umore, disturbo Borderline di personalità, abuso di alcool e di sostanze, bulimia, Binge Eating e molti altri.

Caro me, chiedimi come sto…

Risulta essenziale, di conseguenza, focalizzarsi sempre sulle emozioni che la persona prova. È un lavoro che va fatto in terapia con professionisti del settore, ma anche in autonomia nella routine della propria giornata. Chiedersi come ci si sente piuttosto che non farci caso, essere consapevoli e presenti a se stessi, è il primo e fondamentale passo verso una relazione equilibrata con il proprio vissuto emotivo che può portare molto probabilmente a una consapevolezza propositiva. Non ignoriamoci.

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BIBLIOGRAFIA:

-Schreiber, L. R., Grant, J. E., & Odlaug, B. L. (2012). Emotion regulation and impulsivity in young adults. Journal of psychiatric research, 46(5), 651-658.

-Tugade, M. M., & Fredrickson, B. L. (2007). Regulation of positive emotions: Emotion regulation strategies that promote resilience. Journal of happiness studies, 8(3), 311-333.

-Sighinolfi, C., Pala, A. N., Chiri, L. R., Marchetti, I., & Sica, C. (2010). Difficulties in Emotion Regulation Scale (DERS): Traduzione e adattamento Italiano. Psicoterapia cognitiva e comportamentale.

-Weiss, N. H., Sullivan, T. P., & Tull, M. T. (2015). Explicating the role of emotion dysregulation in risky behaviors: A review and synthesis of the literature with directions for future research and clinical practice. Current opinion in psychology, 3, 22-29.

-Szasz, P. L., Szentagotai, A., & Hofmann, S. G. (2011). The effect of emotion regulation strategies on anger. Behaviour research and therapy, 49(2), 114-119.

-Gross, J. J. (2002). Emotion regulation: Affective, cognitive, and social consequences. Psychophysiology, 39(3), 281-291.


AH! QUESTE RONDINI! di ANNA MONTELLA


 

sabato, maggio 14

UNA RONDINE AL TETTO - ANTOLOGIA EDITA DA LARGOLIBRO - tratto dal segnalibro di maggio



Ecco l’elenco, in ordine alfabetico, delle vincitrici e dei vincitori della Prima edizione del Concorso nazionale per poesie e racconti “Una rondine al tetto”, dedicato al tema del rinnovamento, della rinascita.

L’immagine ritrae la bozza di copertina dell'Antologia, che riprende l’opera “Bellezza primaverile” del pittore austriaco Hans Zatzka.

Complimenti vivissimi a tutti i vincitori!

http://largolibro.blogspot.com/p/la-casa-editrice_22.html 


LE VENDITRICI DI SABBIA E LA FESTA DELLE DONNE A NIAMEY (NIGER) DI P. MAURO ARMANINO,


Le venditrici di sabbia
 e la Festa delle Donne a Niamey

 Festa delle Donne


 Donne che raccolgono sabbia per venderla


Qui la donna trasporta acqua ma, con lo stesso sistema, porta anche la sabbia da vendere al mercato. Pare strano, poiché di sabbia nel Sahel ce n'è in gran quantità, però le donne la setacciano, ripulendola, in modo da venderla a chi si occupa di edilizia. 
§§§§§


Questo giorno è l’anniversario della marcia delle donne. Siamo il 13 maggio del 1991, ai preparativi della Conferenza Nazionale Sovrana che avrebbe costituto la più grande opportunità democratica vissuta dal giovane stato del Niger fino allora. Le donne furono migliaia, quel giorno, a marciare fino alla sede della Primatura, per esigere una più consistente rappresentazione femminile nella commissione preparatoria della Conferenza citata. L’anno seguente, il 25 novembre del 1992, la data del 13 maggio sarebbe diventata giornata nazionale della donna nigerina. La strada dell’emancipazione delle donne è affascinante.
La storia e la vita quotidiana del Paese passano da loro. In casa, al mercato, in scuola, all’ospedale, nelle cliniche, negli uffici statali, nei sindacati, tra i vigili e nelle Forze Armate, le donne rispondono presente all’appello. Più ancora, nelle zone rurali del Paese sono esse a trasformare terra e campi in opportunità di cibo per l’indefinita famiglia a loro carico. Legna, acqua, mercato, cucina e molto altro ancora costituiscono spesso la giornata, il passato e anche il futuro delle numerose donne contadine. Nello nostro stesso Paese, più ancora che altrove, coesistono vari paesi che sovente si ignorano o più spesso fingono di non conoscersi.
Secondo dati recenti della Banca Mondiale, infatti, il Niger, con un’economia poco diversificata, dipende dall’agricoltura per il 40 per cento del suo Prodotto Interno Lordo, PIB. Il livello dell’estrema povertà tocca, nel 2021, il 42 per cento della popolazione, circa 10 milioni. Il Paese si trova a gestire l’arrivo di rifugiati dalla Nigeria e da Mali, entrambi per motivi di sicurezza. L’Ufficio di Coordinazione delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari ha recensito 250 mila rifugiati e oltre 276 mila sfollati. Molte ragazze, per motivi economici, si sposano prima di 15 anni.
Una particolare parabola di questi mondi che si passano accanto è costituita dalle ‘venditrici di sabbia’. Il settimanale dell’area di maggioranza politica, il ‘Sahel Dimanche’, in edizione speciale per la festa dei diritti delle donne nigerine, ne parla verso la fine del giornale. Si chiama ‘Tagala’ il bastone portato sulle spalle coi due recipienti alle estremità, riempiti di sabbia raccolta alla riva del fiume Niger o in altri siti propizi. La sabbia o talvolta la ghiaia, è raccolta, passata al setaccio per eliminarne le scorie, e versata nei due secchi posti alle estremità del bastone e tenuti in equilibrio da corde. Poi si gira in città per vendere la sabbia.
Fa 200 franchi locali, circa 30 centesimi di euro alla ‘tazza’. Le donne che vendono la sabbia arrivano dai villaggi dei dintorni di Niamey ed è per sopravvivere al quotidiano che esercitano questo mestiere. Partono al mercato e vendono la sabbia ai muratori o ad altri acquirenti interessati al prodotto. Le donne in questione lasciano le loro famiglie al villaggio e cercano in città quel poco che serve per sfamare o prendere cura della salute dei figli. Nella Festa delle Donne, le venditrici di sabbia di Niamey, sono, forse senza saperlo, qualcosa di unico. Appesi a corde, tenuti in equilibrio sulle spalle, i secchi contengono molto più della sabbia o della ghiaia. Sono un segno eloquente che il mondo, così com’è, riposa sulle spalle delle donne che lo costruiscono ogni giorno, di sabbia.

                            Mauro Armanino, Niamey, 13 maggio 2022

venerdì, maggio 13

Pensando...ad "Amore a prima vista" di Wislawa Szymborska - ANNA MONTELLA


 

LE RONDINI SONO VOLATE VIA di DANILA OPPIO pubblicata in antologia edita da Largo Libro







Le rondini sono volate via

A primavera tornavano le rondini

Un tempo almeno, ma qui non le vedo.

Si sono portate via ogni mia fantasia, 

e la voglia di poesia. Chiamo in aiuto Eràto, 

la musa dell’amore affinché mi sollevi

questo greve cuore. Lei desta delicati versi.


Musa di poesie amorose vestita di mirto e rose,

ispiratrice del canto corale.

le è accanto Tersicore “colei che si diletta 

nella danza”, leggiadra volteggia 

intorno alla sorella, nella mia stanza.

Manca l’ispirazione, vuoto abissale. 


Mi distraggo, chiamo a sostegno Polimnia 

che da Mnemosine, personificazione 

della memoria, sua madre, ereditò la Storia.

S’avvicina Thalia d’edera incoronata, 

musa dell’allegria e scherza con la satira.

Anche Euterpe mi fa compagnia.


Bussa Calliope d’Omero Musa dell’elegia. 

Chi manca?  Urania vestita d’azzurro 

incoronata di stelle, l’accompagna Clio

musa della Storia, ma non ho memoria

del volo delle rondini che ispirano poesia.

Oppure non le vedo, nonostante le Muse. 


Melpòmene si presenta all’appello,

col suo pugnale insanguinato, Chi avrà ammazzato?

Nonostante mi sia rivolta e chiamato a raccolta 

tutte le Muse, se ne sono andate deluse 

poiché nessuna ispirazione ha colto la mia mente

non ho creato niente, se non un po’ di ironia.


Ed ora, sconsolata, con le rondini volo via.


Danila Oppio


mercoledì, maggio 11

FIORI DEL GIARDINO DI DANILA OPPIO FOTOGRAFATI DA PADRE NICOLA GALENO OCD


La settimana scorsa è venuto a trovarci di sorpresa Padre Nicola, perché desiderava fotografare i miei fiori sbocciati nel giardino e, già che c'era, ha anche immortalato il nostro Terranova dormiglione Chance! 





FIORI DI RODODENDRO






FIORI DI CAMELIA


FOGLIE D'EDERA


 IL NOSTRO TERRANOVA CHANCE


Partecipazione alla giornata della Poesia 2022 - DI DANILA OPPIO


 Un fotogramma tratto dal video precedente mentre leggo la mia breve composizione poetica pubblicata nella plaquette "Come una bianconera rondine...titolo tratto dalla poesia di Sibilla Aleramo.

Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio detta "Rina" (Alessandria 14 agosto 1876 - Roma 13 gennaio 1960), è stata una scrittrice, poetessa e giornalista italiana. È ricordata per il suo romanzo autobiografico UNA DONNA in cui dipinge la condizione femminile in Italia a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

Il titolo della plaquette e stato ripreso da questa sua poesia:

Ritrovata adolescenza,
gioia del colore,
occhi verdi di sole sul greto,
scheggiato turchese immenso de l’onde,
biondezza di cirri e di rupi,
rosea gioia di tetti,
colore, ritmo,
come una bianconera rondine
l’anima ti solca.


Il Caffè Letterario La Luna e il Drago a "IL MAGGIO DEI LIBRI 2022"


In questo video ci sono 30 poeti partecipanti al Maggio dei libri 2022, in ordine alfabetico, e tra questi ci sono anch'io. Tutti recitano la loro poesia contenuta nella plaquette  edita da LA LUNA E IL DRAGO dal titolo COME UNA BIANCONERA RONDINE. 

Danila Oppio

martedì, maggio 10

FOLCO GIUSTI - L'ISOLA DELL'ULTIMO RITORNO



FOLCO GIUSTI – L’ISOLA DELL’ULTIMO RITORNO

Impressioni di lettura di DANILA OPPIO

La mia cara amica Alessandra Giusti, con la quale parlavamo spesso di libri che avevamo letto o che erano in lettura, mi suggerì il romanzo storico scritto da suo cugino Folco Giusti. Lo ordinai su Amazon, e quando vidi che era un volume di tutto rispetto, di ben 519 pagine scritte a caratteri, per la mia debole vista troppo piccoli, mi spaventai.

Rimase a lungo sul comodino accanto al mio letto, perché avevo altri libri più snelli da leggere. 

Quando mi decisi a farlo, mi prese così tanto che non vedevo l’ora che fosse sera, per prenderlo in mano e tuffarmi nella sua storia. (è mia abitudine leggere di notte). Molto avvincente, la storia di Rufio, del suo amore incondizionato e travolgente per una donna che conobbe quando era ancora bambina e lui un ragazzo diciassettenne. Delle battaglie combattute contro gli invasori barbarici, a fianco di Aezio, dei lutti, e della ricerca disperata, durata decenni, della sua promessa sposa, della crisi di Roma che perdeva smalto, tutto questo e altro ancora, mi ha tenuta col fiato in sospeso. 

È vero che si tratta di una storia parzialmente inventata dall’autore, ma colma di fatti storici realmente accaduti, e così, poiché ero a digiuno di parte della Storia, soprattutto quella dei Vandali, di Attila, dei Visigoti, insomma della discesa dei barbari nell’attuale Francia e in Italia, così come in Africa, ho potuto arricchire la mia conoscenza.  Non ne sapevo nulla, se non pochi frammentari episodi. L’Isola di Capraia è al centro del racconto, poiché Giusti ama molto quella terra. 

Ne parlai anche con Renata Rusca Zargar, altra amica savonese, insegnante in quiescenza di italiano, storia, geografia, nelle Scuole Superiori, impegnata in ambito sociale, è Presidente dell’Associazione Culturale Savonese ZACEM e si occupa a tempo pieno di una Biblioteca di volontariato che raccoglie libri formativi sui paesi in via di sviluppo, popoli, migranti, pace, intercultura ecc... Ha collaborato con varie testate giornalistiche, tra cui Il Letimbro (allora settimanale della diocesi savonese). Ha pubblicato in formato e-book: “Cilnia Potetio” (romanzo storico ambientato a Pompei, Abel Books, 2011), e molti altri libri e racconti, spesso ambientati in India, poiché si è unita in matrimonio con un uomo Kashmiro. É presente in molti siti Internet, tra cui www.famigliazargar.com e http://www.zacem-online.org/ Insieme con Zahoor Ahmad Zargar ha pubblicato: “L’Islam possibile in Italia” (Bastogi, 2005), “Storie dell’India” (Progetto Cultura, 2007), “Paura dell’Islam” (Caravaggio, 2008), “Lettere da Nazir” (e-book, Società Editrice Dante Alighieri, febbraio 2012), “KASHMIR: DAL PARADISO ALL’INFERNO” (ebook, Società Editrice Dante Alighieri, settembre 2013). Altri libri sono venuti in seguito, ma sarebbe troppo lungo elencarli. 

Renata ha immediatamente ordinato la versione e-book del testo L’ISOLA DELL’ULTIMO RITORNO di cui sto trattando. Lei, durante un breve viaggio a Verona, l’ha letta d’un fiato dal suo tablet, mentre io ho finito molto dopo, proprio per la difficoltà di lettura, ma non per questo meno interessata al contenuto che, come ho detto in precedenza, ha magnetizzato la mia attenzione.

Ho promesso a me stessa che avrei espresso le mie impressioni sul contenuto del romanzo, e lo sto facendo ora. Vorrei però proporre la sinossi in quarta di copertina, per meglio chiarire ai lettori. Questo mio scritto lo riporto nel mio Blog https://versiinvolo.blogspot.com/ perché i miei lettori possano saperne un po’ di più sul contenuto del libro e sull’autore di questo splendido romanzo storico.

“Uno degli ultimi veri romani, il praefectus urbi Claudio Rutilio Namaziano. Suo figlio Rufio, un tormentato cavaliere ante litteram. Il magister militum Flalvio Aezio a far fronte alle orde barbariche, le rivalità tra le prime sette cristiane, i santi, i guerrieri, i navigatori. Una vicenda in parte vera, sulle ceneri della grande storia di Roma. Lampi di coraggio, di passione, di disperazione. Sullo sfondo, la natura meravigliosa, quasi indifferente, di una delle più belle perle del mar Tirreno. “

Si può acquistare qui:

https://www.amazon.it/Lisola-dellultimo-ritorno-guerra-Antico/dp/8833001822

Consiglio vivamente la lettura!

CHI È L’AUTORE

FOLCO GIUSTI, nato nel 1943 a Lari (Pisa) si è laureato in Scienze Biologiche a Siena nel 1966. Subito intrapresa la carriera universitaria, nel 1983 è stato chiamato a ricoprire la cattedra di Professore ordinario di Zoologia nel corso di Laurea in Scienze Biologiche della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Siena. 

Specializzato in ricerche ultra-strutturistiche, sistematiche e biogeografiche sui molluschi, ha pubblicato circa 250 lavori a stampa in prevalenza su riviste internazionali. Ha inoltre prodotto numerosi capitoli divulgativi su giornali e riviste varie. Nel 1977 ha vinto il Premio “A. Garbini” e, nel 1979, ili Premio “E. Zavattari”, ambedue per le sue ricerche zoologiche e naturalistiche. Ha ricoperto la carica di Presidente o di Segretario di numerose società scientifiche nazionali e internazionali ed è stato membro di importanti organismi nazionali per la tutela dei beni ambientali e della fauna. Attualmente è membro del Consiglio Direttivo dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena e Presidente onorario della Società Malacologica Italiana. È cittadino onorario di Kansas City, Missouri, USA. Nel 2003 ha pubblicato una raccolta di racconti, intitolata Un’isola da amare. Capraia: storie di uomini e animali che, nel 2004, ha ricevuto il Premio Letterario “Castiglioncello-Costa degli Etruschi”.