POETANDO
lunedì, settembre 29
CHIEDERE SCUSA AI PROPRI FIGLI di Padre MAURO ARMANINO
lunedì, settembre 22
TEOREMI E PROFEZIE di PADRE MAURO ARMANINO
Teoremi e profezie
Tornato definitivamente dal Niger da un paio di mesi, mi sono rimesso a fare i conti con la mia terra di origine. Il pezzo di Liguria tra colline e mare, tra paesini dell’entroterra che si spopolano e turisti di spiagge per i fine settimana. Una popolazione che invecchia con nascite rare e occasionali di nuovi cittadini e abitanti nel pianeta terra. Stranieri coi soldi, dunque rispettati, graditi, attesi e contesi. Poi gli altri stranieri, tra i ‘dannosi’ clandestini e quelli ’utili’ per la cura, l’accompagnamento, l’industria, l’agricoltura e i servizi non più ambiti dai locali. Sembrano definitivamente spazzate via le pazienti costruzioni delle cattedrali, del tempo e le case di pietra.
Da un lato si smaterializza e si controlla, quando possibile, tramite le video-sorveglianze, le geolocalizzazioni e quanto appare sugli schermi televisivi o sui ‘social’. Difficile capire e discernere dove inizia il vero, il fittizio, l’invenzione o la realtà. Proprio quest’ultima, la realtà, mistificata, tradita e manipolata persiste, nella sua ostinata testardaggine, a rifiutare l’eutanasia verso cui il sistema di dominazione vorrebbe spingerla ad avventurarsi. Sarebbe comodo per i poteri politici, economici e talvolta religiosi. Meglio sarebbe, per loro, una costruzione che finge di essere e di proporre il reale che conviene e cioè funzionale agli interessi di quelli che contano.
William Isaac Thomas
Nulla accade senza di esse. Nessun mondo sarebbe possibile, senza le parole per crearlo, raccontarlo e tradirlo. Ed è per questo che riappare, in tutta la sua squisita semplicità e immediatezza il teorema di Thomas. Formulato dal sociologo William Thomas nel 1928 afferma che...’ se le persone definiscono certe situazioni come reali, esse saranno reali nelle loro conseguenze’. Drammaticamente lineare e attuale questo teorema, enunciato, la cui verità parte da proposizioni non dimostrate, conferma che la realtà (reale) non conta. L’importante è credere, cioè far credere in una realtà costruita ad arte per usarla a proprio uso e consumo.
Robert K. Merton, pseudonimo di Meyer R. Schkolnick (Filadelfia, 5 luglio 1910 – New York, 23 febbraio 2003), è stato un sociologo statunitense
Tornato definitivamente dal Niger da un paio di mesi è proprio questo il teorema che sembra essere puntualmente applicato nella vecchia (in senso proprio e non figurato) Europa. Un teorema che dà l’impressione di funzionare egregiamente quando i mezzi di comunicazione si allineano sulla narrazione dominante. Religiosi, intellettuali, partiti politici e quanti hanno peso nel sistema di spogliamento globale della dignità. Questa ritirata o dimissione programmata non farà che spianare il terreno alle conseguenze di quanto il teorema annuncia. Si chiama...’ profezia che si auto-adempie’, concetto introdotto dal sociologo Robert Merton, nel 1948.
Essa descrive come una previsione o credenza, anche se falsa, può indurre le persone a comportarsi in modo tale da realizzarla, confermandone la veridicità. Chi scrive non è mai stato troppo vicino ai ‘grandi’ ma cerca di cogliere frammenti di verità da ogni parte essi arrivino. Mi piace dunque citare, come cammino alternativo a ciò enunciato sopra quanto lasciato da Giorgio Armani. ...’Rispetto e attenzione per le persone e la realtà. E’ da lì che tutto comincia’.
Mauro Armanino, Casarza Ligure, settembre 2025
mercoledì, settembre 17
FRAGILITA', FERITE E UN FUTURO POSSIBILE di Padre MAURO ARMANINO
Fragilità, ferite e un futuro possibile
Non basteranno i sistemi di sorveglianza più sofisticati, le aree video- controllate, le geolocalizzazioni o i controlli facciali. La vita è e rimane fragile per tutti ed è solo una questione di tempo. Una manciata d’anni o poco più. La metafora della sabbia o della polvere non sono mai fuori luogo e probabilmente più ancora laddove si cercano certezze e si finge l’impressione di perennità. Basta poco per destabilizzare piani, progetti e linearità. In questa fragilità che gli anni, le malattie, gli avvenimenti inaspettati ci impongono come ineludibile, appare qualcosa di grande che, in genere, rimane nascosto quando tutto sembra andare bene. Com’è noto le parole rivelano molto del nostro sentire attuale perché offrono (e nascondono allo stesso tempo) ciò che in realtà mettiamo prima di tutto, oppure abbiamo smarrito. Una di queste parole è la ‘sicurezza’ che, ormai da anni, si propone e impone come chiave di lettura di ogni politica che si rispetti. Nulla di nuovo sotto il sole. Qualcuno disse in una parabola che il proprietario, sazio degli affari, voleva ingrandire i suoi granai e poi godersi finalmente la vita. ‘Stolto’ dice il racconto, ‘questa notte stessa ti verrà chiesta la vita. Quello che hai accumulato a chi gioverà’. Così termina chi accumula per sé e non per la vita.
Anziani, ammalati e chi si attorta di solitudine nelle case per anziani. Gente col bastone, spingendo una carrozzella o condotta sottobraccio, spesso, da una straniera che talvolta trascura la sua propria famiglia per assistere gli infermi altrove. In tutto ciò si nasconde una grande verità e una silente ferita. La verità perché è proprio nei momenti di debolezza e fragilità che si smaschera ciò che si nasconde quando tutto sembra filare liscio e le forze illudono, come fanno i monumenti, di eternità. Mentre la ferita è quanto permette all’umano nascosto di emergere. Le ferite lo sappiamo, sono in realtà delle ‘feritoie’ attraverso le quali si infiltra l’umano che era stato confiscato, appunto, dall’apparente ‘sicurezza’ del momento. Le ferite, nelle nostre società, sono innumerevoli e in gran parte censurate da un sistema per il quale ogni debolezza, in quanto sintomo di mortalità, sarà da cancellare come una intrusa. Il tradimento ricorrente dei politici (o dei militari) al potere. L’economia studiata per escludere i deboli. Una scuola creata per perpetuare il sistema e un servizio sanitario ad eliminazione dei non abbienti. Tutto ciò e altro, congiura per rendere la debolezza, la povertà e ogni tipo di indigenza, come vergognoso e di cui parlare il meno possibile.
Perché, in fondo, non rimane che un’unica domanda che attraversa la fragilità e le ferite che ad essa vengono ricondotte. La domanda che si pone come orizzonte di ogni cultura, filosofia, religione o progetto politico. Si potrebbe formulare come un futuro nascosto nel presente o un presente che già contiene e genera il futuro. Che tipo di mondo stiamo creando quando crescono le esclusioni, le eliminazioni e le distruzioni in diretta sugli schermi televisivi come macabro spettacolo quotidiano di impotenza dinnanzi al male.
Mauro Armanino, Genova, settembre 2025
domenica, settembre 7
CON QUEL CHE RESTA DEL MONDO di Padre MAURO ARMANINO
giovedì, settembre 4
La Parole à STE MONIQUE en septembre 2025 di Padre MAURO ARMANINO
Maison SMA e padre Mauro Armanino
La Parole à STE MONIQUE en septembre 2025
Lc 14, 25-33
Ecouter
. De grandes foules faisaient route avec Jésus – Pour écouter sa B.N. du Règne…chemin vers JRS
. il se retourna et leur dit – Donc il était devant…disciples= celui qui suit !
. Si quelqu’un vient à moi sans me préférer à son père, sa mère, sa femme, ses enfants, ses frères et sœurs, et même à sa propre vie, il ne peut pas être mon disciple- La radicalité demandée au disciple
. Celui qui ne porte pas sa croix pour marcher à ma suite ne peut pas être mon disciple- La croix comme signe les persécutions qui nous arrivent pour suivre Jésus et son évangile
. …si jamais il pose les fondations et n’est pas capable d’achever, tous ceux qui le verront vont se moquer de lui : Voilà un homme qui a commencé à bâtir et n’a pas été capable d’achever- ces deux paraboles pour inviter à bien discerner avant de s’engager à sa suite… !
. S’il ne le peut pas, il envoie, pendant que l’autre est encore loin, une délégation pour demander les conditions de paix- La même message : s’engager demande du sérieux et sagesse…
. Ainsi donc, celui d’entre vous qui ne renonce pas à tout ce qui lui appartient ne peut pas être mon disciple- Quand posséder (personnes, argent, pouvoir, choses) devient une idole (= dieu) !
OU- Peut être en Judée
QUAND- Sur son chemin vers JRS (Lc 13, 22)
QUI-Jésus et foule des disciples…
Messages
. Jésus marche vers Jérusalem, lieux de sa passion !
. Disciple est celui/celle qui LE SUIT sur le même chemin … Jésus ne cherche pas des ‘clients’
. Être disciples demande la liberté du cœur (libres de toute possession)
. Evaluer honnêtement avant de s’embarquer à sa suite
. Savoir assumer aussi les conséquences du choix ! (= persécution = croix)Méditer
. Comment apprendre à suivre Jésus aujourd’hui ?
. Que faut- il laisser derrière ? qu’est ce qui nous ‘enchaine’ de nos jours ?
. Quel sont nos idoles ?
Padre MAURO ARMANINO - settembre 2025






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