Quale fu il martirio di San Lorenzo?
San Lorenzo venne giustiziato dall'editto dell'imperatore Valeriano, che emise un editto che condannava a morte vescovi, presbiteri e diaconi. Secondo Ambrogio, San Lorenzo venne messo a morte sulla graticola. Mentre moriva, urlò spiritosamente al suo giustiziere: "Assum est... versa et manduca".
Qual è il significato del nome Lorenzo?
Lorenzo deriva dal cognome latino “Laurentius”, che denotava inizialmente un abitante di Laurentum, antica città del Lazio. Secondo la tradizione, questa città era stata edificata in un luogo ricco di piante di alloro (in latino “laurus”), da cui il nome.
Il 10 agosto è il giorno dedicato a San Lorenzo, patrono di bibliotecari, cuochi, librai, pasticcieri, vermicellai, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro.
Nella notte tra il 10 e l'11 agosto, ogni anno, gli occhi degli italiani e dei paesi nella nostra latitudine si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente. Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all'interno dell'orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico.
Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell'omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un'atmosfera magica e carica di speranza. In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo, e si aspetta l'evento desiderato durante l'anno.
Nella tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono anche chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo. Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, nell'immaginario popolare ha preso piede l'idea dei lapilli volati in cielo. Questa tradizione è così radicata e evocativa che anche il grande poeta Giovanni Pascoli vi dedicò un canto, chiamato X agosto, in cui rievocò la morte del padre ucciso in un'imboscata proprio quel giorno.
È importante sapere che la pioggia di meteore non è limitata alle notti intorno al San Lorenzo, ma comincia alla fine di luglio e termina oltre il 20 agosto, anche se solo durante il picco massimo del 10-13 agosto si possono scorgere fino a un centinaio di meteore all'ora: negli altri giorni il numero è decisamente minore, ma comunque superiore alle 5-10 meteore l'ora che si vedono nelle notti "normali".
La poesia del Pascoli
La morte del padre, ucciso in circostanze mai chiarite segna profondamente la vita del poeta. In questa, che è la più famosa delle poesie ispirate a questo tragico evento, Giovanni Pascoli vede nelle stelle cadenti della notte di San Lorenzo (10 agosto) il pianto del cielo sulla malvagità degli uomini. Fu pubblicata sul “Marzocco” il 9 agosto 1896 e poi inclusa nella quarta edizione (1897) di Myricae, nella sezione Elegie.
Frasi simpatiche
Se esprimi un desiderio è perché hai visto una stella cadente,
se hai visto una stella cadente è perché stai guardando il cielo,
se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.
(Bob Marley)
Le stelle cadono in silenzio per non svegliare la notte. (Roberto Gervaso)
Le stelle cadono inciampando nel buio. (Roberto Gervaso)
Siamo tutti immersi nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle. (Oscar Wilde)
Le stelle cadenti ci ricordano ogni anno che c’è sempre qualcosa in cui sperare, c’è sempre qualcosa da desiderare. Ama, sogna, desidera e le stelle faranno da contorno alla tua luce. (Stephen Littleword)
10 AGOSTO di GIOVANNI PASCOLI
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
La sera del 10 agosto 1887, festa di San Lorenzo, il padre del poeta, Ruggero Pascoli, fu ucciso con una fucilata mentre tornava a casa dal mercato in un “biroccio": portava in dono due bambole per le sue bambine.
Scrissi anch’io, anni fa, una poesia dedicata a questo giorno:
San Lorenzo
10 agosto
L'incandescenza
Della notte di San Lorenzo
Di pascoliana memoria
Inesistente, la scia
Di un meteorite lontano
Elevato al rango
Di stella cadente
Appare come lo strofinio
Di zolfanello
Su nero bitume
Cielo d'agosto
Bucato di stelle
- Capocchie di spilli -
D’algido chiarore
E anni-luce lontane
Ancora e sempre
Apparenza
D’immensi infuocati
Corpi celesti
Brucianti ribollenti
10 agosto
S'incendia un pensiero
Se ciò che inganna
Uno dei cinque sensi
Abbaglia l’uomo
In modo tanto clamoroso
Di cosa dovremmo mai stupirci?
Danila Oppio
Auguri a tutti coloro che portano questo meraviglioso nome, in particolare a Lorenzo Leveque e a Lorenzo Limido.
Sempre commovente e bella la poesia di Pascoli e profonda e significativa anche la tua, ciao Danila.
RispondiEliminaGiovanna
Grazie Giovanna! Ciao e buon Ferragosto a te e famiglia. Danila
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