Enorme è il piacere di sentirti dire che io sono importante nella tua
vita. Quante volte me lo sono aspettato e non me lo sono mai sentito dire, ma è
che, quando ho fatto del bene e me lo sono aspettato, lo avevo fatto nel
silenzio.
Per me era importante l’averlo fatto.
La fata e la strega. Sottilizzando le parole, buone o
le cattive non ce ne sono; è un po’ come le azioni, dipende dal senso che si dà
alle stesse. I nomi delle persone non sono portatrici di saggezza o cattiveria
in quanto a nomi.
Le streghe o le fate in me non sono argomento cogente, ma intendo le
fate come creature buone che se ne stanno lì senza infamia e senza lode. Le
streghe hanno fama di essere sempre intente a fare qualcosa nel bene o nel
male.
Se ne hai voglia dimmi, anche in poche parole tue, come le
pensi a tale proposito. Immagino in modo diverso, ma quanto? La Chiesa ce ne ha
data una visione abbastanza distorta, designandole a degne del rogo, e lo
poteva attribuire a qualunque donna fosse vista in un certo modo.
Non è discorso se non di cultura, non hanno a che fare con
affetto e simpatia. Ripeto, le cose non sono buone o cattive, se non da come si
usano. Ricordi l’aforisma” il sasso”?
Tommaso Mondelli
Quelle donne, che ingiustamente ritenevano streghe (Hanno bruciato al rogo anche Giovanna d'Arco, e poi per essersi pentiti di un gesto tanto disumano, l'hanno fatta Santa). Era meglio che la lasciassero viva e libera, poiché aveva solo 19 anni, quando le hanno tolto la vita) erano solo delle erboriste.
Ovvero, conoscevano i benefici e i malefici di certe piante selvatiche,
che potevano curare, come la malva, il rosmarino, la salvia il tarassaco e
tante altre, e nocive, velenose da procurare la morte, come ad esempio la
cicuta, il ricino e altre. Erano, in pratica, delle provette farmaciste, ma
l'ignoranza, che regnava sovrana, le ha tacciate di stregoneria. Se poi una
donna era tanto bella da far perdere la testa a un cavaliere, ad un nobile o a
...un clericale, ecco che era stato stregato. E quindi ...al rogo!
La strega di Biancaneve non è poi così lontana dalla realtà: una mela
avvelenata con curaro, o con cicuta, provoca la morte, e quindi quella strega
era davvero maligna.
Le fate, invece, nella mitologia e nelle fiabe nordiche, non sono altro che
la proiezione del bene, poiché è impossibile ad una fata, fare del male. Amano
la natura e vivono in simbiosi con essa. In pratica, sono angeli femminili. Si
sa, gli angeli sono asessuati, per cui non sono maschi e neppure femmine,
poiché, essendo puro spirito, non possiedono un corpo atto a procreare. Le fate,
invece, fanno innamorare...l'intera umanità. Le streghe, o le maghe, per meglio
dire, hanno sempre causato un po' di timore, perché nel medioevo, una donna che
conosceva gli effetti di una pianta medicinale, dosando nel giusto modo,
curava, ma esagerando, uccideva. Non capita forse anche ai giorni nostri, che
un farmaco derivato da un'oppiacea, possa lenire il dolore, come sedativo e
calmante, se a somministrato a piccole dosi, mentre invece sovra-dosato, porta alla
morte?
Bene credo di aver sviscerato quanto so, ma a brevi linee, riguardo a
questo argomento.
C’è però un veleno che non si vede e non si beve, ma che è più letale di
qualunque altro, ed è la parola usata come offesa. La lingua può essere
tagliente più di una lama, e una frase, più velenosa della cicuta. E di streghe
che usano ferire le persone, con minacce, oppure denigrandole, sminuendole, ce
ne sono molte, e non sono solo di genere femminile!
Per quanto riguarda il tuo desiderio sentirsi dire che sei importante
per qualcuno, a tutti fa piacere sapere che la propria presenza ha un senso, nella
vita altrui. Ma ti ammiro per quel che dici, cioè che per te era importante
donarti, a prescindere dal riconoscimento o meno di quel che hai fatto per gli
altri. Questo è un pensiero prettamente cristiano, non ci si deve aspettare
neppure un grazie. Il dono di se stessi (affetti) o di cose (effetti) deve essere
gratuito e non attendere alcuna ricompensa, né materiale né verbale. Se poi
arriva, fa piacere, ovviamente.
Per quanto mi riguarda, sono sempre grata a chi mi dedica del suo tempo,
anche dovesse essere poco, ancor più che se mi regalasse qualcosa di valore. Ma
il valore cos'è? Un diamante, un lingotto d'oro, o qualcosa che dona felicità,
amore, cultura, serenità? Da molto tempo ho dato il valore di un soldo bucato
alle cose inutili, che sono per esempio anche i monili d'oro, o abiti firmati,
mentre per me hanno un valore inestimabile solo i sentimenti, come l'amore,
l'amicizia, la stima, il rispetto, la dedizione, la condivisione, la cultura.
In breve, il rapporto umano basato sul senso vero della vita.
Danila Oppio
Nessun commento:
Posta un commento