Tempo fa mi è stato regalato questo libro, molto interessante sia perché contiene il pensiero ateo della scienziata, che quello di un credente. Margherita Hack dialoga con don Pierluigi Di Piazza, suo carissimo amico.
Anch'io, credente, ho dialogato a lungo con un sacerdote, su un'infinità di argomenti, non solo a carattere religioso, ma anche semplicemente umani. Era docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ed insegnava pedagogia. Qui sotto, riporto un mio scritto indirizzato a lui, nel periodo in cui discutevamo sui rapporti umani. E' per ricordarlo, perché come Margherita Hack se ne è tornata tra le sue amate stelle, così anche il sacerdote cui ho indirizzato i miei pensieri, da molti anni è tornato al Padre.
In suo ricordo.
Qui con San Giovanni Paolo II |
"Quando le parole vocali si inceppano, e non danno la configurazione esatta del pensiero, la scrittura viene in soccorso.
Ho imparato a non mettere etichette ai sentimenti che si provano verso le persone che hanno avuto, o hanno, un ruolo determinante nella mia vita. Ne fanno semplicemente parte, entrano in simbiosi con la nostra stessa identità, sono il nostro bagaglio d'esperienza.
Non si possono rimuovere. Entrano in circolo come i globuli rossi del sangue, non ci appartengono ma in qualche modo sono nostri. I sentimenti e le persone, intendo.
Difficile definire se si tratti di slanci di amicizia, di amore o fraterni, ed in ogni caso non rivestono una determinante importanza. Entrano nel cuore, nel pensiero, si installano e vivono con noi. Talvolta possono essere solo fraterni, o solo amichevoli o, ancora, amorosi, dipende dalla situazione, dalle risposte dell'altro, dallo stato d'animo del momento.
E così può capitare di dire alla stessa persona: ti amo - ti voglio bene - fraternamente, appassionatamente, senza peraltro coinvolgere i sensi, ma solo i sentimenti che si incuneano nel cuore e nella mente.
Quando non sentiamo di amare noi stessi, anche l'affetto per gli altri si affievolisce, mentre se siamo in sintonia con il proprio io, diventiamo capaci di rovesciare vagonate di amore sul prossimo. Il Signore conosceva l'indole umana e il nuovo comandamento recita appunto "ama il prossimo tuo come te stesso". La spontaneità nei rapporti con l'altro, consiste proprio nel riconoscere le proprie debolezze e saperle accettare.
Non ci si può arrovellare sul metodo di approccio con il prossimo, su come si deve svolgere il dialogo, o quale gesto è il più indicato...tutto finirebbe col perdere la spontaneità.
Non ha senso ragionare se il modo di porsi dovrà essere impostato sull'amicizia, sull'eros, sulla spiritualità o sull'ironia. Tutto questo può starci o no, dipende dai momenti, dalle situazioni e, in ultima analisi, dalla confidenza che si è instaurata tra gli individui, basata soprattutto sul rispetto reciproco. Appurato questo, decade ogni problematica".
Big Hugs!
Danila
Da un dialogo tra l'autrice e un sacerdote.
Danila Oppio
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