Alla riva del Piave seduta
Osservo lo scorrer del fiume
le cui limpide e placide acque
Furono arrossate dal sangue
Dei cadaveri di giovani fanti
Che un secolo fa sull’onde cullò
Percorro l’impervio sentiero
Che al Monte Grappa mi reca
Giungo affannata al sacrario
Dove ossa di soldato italiano
O di altro combattente straniero
Condividono il riposo mortale
Odo di loro le
fievoli voci
Sussurrano: “Fatica tu pure!
Noi abbiamo lasciato l’impronta
Dei vecchi consunti scarponi
Le nostre membra disperse
Da mille baionette perverse”
Cent’anni dalla Grande Guerra
Hanno insegnato ben poco
L’odio, il potere, la fame di terra
Tutto concorre ad armare
La mano dell’uomo incapace
Di creare un Pianeta di pace.
Ricordo, quand’ero bambina
Un canto che il cuore struggeva
Il mormorare del placido Piave
Ma il rombo del cupo cannone
Il suo triste canto rompeva
Per colpa di guerra aguzzina.
Monte Grappa tu sei la mia patria
Cantava, squarciando le gole
L’orgoglioso spirito della Nazione
Ora il senso di Patria è in discesa
L’Italia disamorata, dimentica
Di quei ragazzi che l’hanno difesa
A cent’anni da quella Prima
La guerra altre terre calpesta
A far stragi di popoli inermi
Di genocidi, e ridotti alla fame
Ed ora, un ignoto milite resta
A ricordo di quello sfasciame.
Alla riva del Piave seduta
Nasce nella mente un pensiero:
Quando troveremo la chiave
Che apra la porta alla Pace
E invece dell’ennesima guerra
Saranno fiori a invader la Terra?
Danila Oppio
Inedita
Bellissima!
RispondiEliminaGrazie, Danila.
Graziella
Ti ringrazio, carissima!
RispondiEliminaDanila