POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, agosto 9

L'allegro Paese dove interessa solo l'apparenza - Racconto di Silvio Coccaro


L’allegro Paese dove interessa solo l’apparenza[1]

Aleksandr è un giovane uzbeco nativo di Samarcanda, antica città asiatica ubicata lungo la storica Via della Seta. Alcuni anni fa emigrò nel Regno Unito per fare il buttafuori in una megagalattica discoteca dei sobborghi di Plymouth. Lo scorso anno, la politica isolazionista britannica lo ha spinto verso una ridente località della nostra costiera dove ha sbarcato il lunario svolgendo una miriade di lavoretti umili e mal retribuiti. Ieri, però, è stato assunto, seppure a tempo determinato, da una piccola agenzia locale di recapiti postali.
Di conseguenza, sul far della sera, si è recato allo snack bar che si affaccia sul porticciolo turistico e pensando nostalgicamente alla sua Samarcanda, ma felice per il nuovo lavoro, decide di darsi alla pazza gioia. Un boccale di birra tira l’altro e dopo un po’ non li conta più. Alticcio, si mette sulla strada del ritorno, per attendere al giusto riposo notturno.
Stamane si è alzato presto per dare il via alla prima giornata del nuovo lavoro. L’aria fresca gli accarezza dolcemente il viso e gli ravviva l’animo.
Per recapitare un pesante fardello di plichi e di manifestini, si è fatto “prestare” da un amico, che qui ha fatto un po’ di fortuna, una vecchia station wagon. Ora la mette in moto ed il trip computer gli manda un warning lampeggiante e di color rosso acceso: «Fuel». Al primo service che incontra fa il pieno di nafta e quindi comincia a cercare i suoi clienti.
Una grande costruzione si staglia sulla destra della strada litoranea che sta percorrendo, è il resort «Miami Beach». A fianco vi sono l’hotel «Bristol» ed il bungalow «Rongo Rongo». Ai loro clienti Aleksandr consegna la corrispondenza dovuta ed il fardello sull’auto diminuisce sensibilmente. In un cottage, mentre consegna alcuni voucher di una ditta di barbecue, gli cadono a terra i volantini di una discoteca, la «Astrid». Li raccoglie nervosamente e vede che quella sera colà c’è «Live Music e Karaoke» ed il Dee-Jay è nientemeno che Joe Santulli.
Man mano che raggiunge una nuova villetta depone il materiale pubblicitario sul suo zerbino, che espone un caloroso: «Welcome». Di tanto in tanto una cassetta postale «U. S. Mail» o «Royal Mail» fa capolino al fianco del cancello e riceve la sua brava quota di pubblicità.
Per un paio di centinaia di metri, la sequenza delle abitazioni è interrotta da un campo di soccer e da una pista di bowling. Ivi consegna i calendari delle partite ai coach. Proseguendo il suo itinerario lungo la provinciale, incontra prima l’insegna di un lounge bar, poi quella di una laundry ed infine un altro resort, il «Tycoon», il cui cancello si apre automaticamente al suo avvicinarsi. Nella hall campeggiano l’avviso: «Opening hours: 8:00 – 20:00» ed un carpet, coloratissimo ed elegante, col rituale «Welcome».



Una ragazzotta procace e tutta curve gli si para davanti in attesa di una richiesta da soddisfare. Ha una maglietta color fucsia, che le stringe leggermente il petto, su cui campeggia il conturbante messaggio: «Shut up your mouth and kiss me!» Poco distanti due bellimbusti si pavoneggiano in T-Shirts immacolate ma con uno stemma araldico e la scritta «Oxford University».
Il nostro eroe si strofina le palpebre per assicurarsi di non essere ancora sotto gli effetti della birra. Allunga un voluminoso plico alla volta della ragazza ed esordisce nel miglior British English di cui è capace: «Lovely Girl, I would be so grateful to you if you could come with me and meet the director to whom I have to deliver this parcel coming from Singapore, the accountant who must register all these invoices, and in the technical office where a Swedish company has sent a control and command tool for the thermo-hydraulic system[1]». Lei lo guarda perplessa e proferisce uno stridulo ed indisponente: «C’ha ritto?[2]» I due giovanotti “oxoniensi” accorrono smarriti, ma è un’altra persona ad impensierire Aleksandr: un energumeno che si è affacciato sulla porta della cucina brandendo con la  mano destra un grosso mestolo di acciaio inox, che picchietta ritmicamente sul palmo della mano sinistra, mentre guarda torvo nella sua direzione. È il boyfriend della Miss.
Aleksandr lascia cadere a terra tutta la sua missiva, poi indietreggia di alcuni passi senza voltarsi, infine dà frettolosamente le spalle al resort e si mette a correre verso l’automobile, con le mani nei capelli e tra sé e sé mormora: «Misero me! Dove dovevo capitare!»


[1] In Italia, secondo la mia modesta opinione, l’inglese è esibito spudoratamente da troppe persone, poche lo studiano per bene e pochissime lo conoscono a fondo!

[2] Contributo dell’amico Giovanni Santangelo.
[3] «Che hai detto?»

Silvio Coccaro

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