Premessa
Pensando al mio futuro, credevo di poter vivere i giorni dell’età matura, realizzando quei sogni che prima erano impossibili.
Immaginavo che, una volta cresciuti i figli, sistemati e indipendenti, avrei potuto usufruire del tempo libero, con il conseguimento della pensione per concedermi qualche viaggio, o passeggiata, o dedicandomi a hobby piacevoli.
Ma il destino non sempre è nelle nostre mani.
Un tempo la vita era molto più breve di oggi. Quando una persona superava gli ottant’anni, si diceva che avesse vissuto a lungo. Ora spesso si raggiungono i novant’anni, o addirittura i cento. Succede così che anche i figli che non sono più nel fiore degli anni, si devono prender cura dei loro genitori.
L’intera vita è stata dedicata ala prole, poi ai nipoti, e quindi ai genitori bisognosi di assistenza.
Allora il tempo libero, quei viaggi agognati, quei sogni da realizzare quando finalmente si è terminato l’adempimento dei sacrosanti doveri di lavoro e famiglia, rimarrà un sogno? E intanto subentrano malattie, e imprevisti di ogni genere. Accade purtroppo che a volte non ce la fai, e pensi che un’esistenza così non vale la pena continuare a viverla. E allora desideri solo dormire, dormire a lungo…meglio dire, per sempre.
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Pier delle Vigne, Inferno XIII secondo girone |
Suicidio
Ci sono giorni in cui
Diventa subito notte
Tanto buia e profonda
Neppure una pallida
Stella che buchi
Il firmamento
Neanche un fievole
Lumicino tremulo
Che infonda speranza
In quei giorni
Non avverti la presenza di Dio
Solo un’Infinita solitudine
E in quel nulla
Perde senso il vivere
E spegni anche la vita
Fatico a stare in piedi, mi devo appoggiare alle pareti altrimenti cado a causa di capogiri. Sono ancora molto intontita, ma i medici dicono che è normale, poiché la dose elevata di sonnifero la devo smaltire poco alla volta e ci vogliono giorni. Ma io cerco di fare il possibile per reagire, però non riesco a fare nessun lavoro in casa, tutto mi costa un'enorme fatica, anche solo per lavare l'insalata. E gli occhi mi si chiudono in continuazione faticando a tenerli aperti. Ma non perché abbia sonno. E’ solo l'effetto del Valium e mi pare di essere una pupattola di pezza Ricordi? di quelle che un tempo avevano le bimbe povere, fatte di stracci ma amate come fossero quelle bambole dei ricchi, di porcellana e con gli occhi mobili e abiti di taffetà?
Beh...io sono quella pupattola di pezza, e neppure mi sento amata.
Sei la sola amica che ho, Angie...tutte quelle che avevo (se vogliamo considerarle amiche, ma forse sono solo conoscenti) non le frequento più. Non ho nulla da condividere con loro, mentre con te, tutto quanto. Dalla scrittura, alla quotidianità della vita, ma soprattutto da un grande affetto che mi lega a te. E se ci sono state incomprensioni, litigi, silenzi...sono cose finite nel dimenticatoio, ma delle quali sono certa che sono servite per rafforzare quella gomena che mi tiene legata a te in modo indistruttibile.
Non ho mai amato una donna, a parte la mamma, che mi ha dato la vita, come amo te. Ed è un amore che assomiglia ad un cordone ombelicale..che tiene unito cuore e anima.
Ora mi riguardo una per una le foto della tua cucina...da subito mi è parsa così bella, che rispecchia i miei gusti d'arredamento, ma voglio rivederla nei particolari, così che almeno mi possa illudere di averla ammirata a casa tua.
E di essere lì con te, seduta al tavolo a prendere insieme un caffè!
Dani
(ma dov'è il caffè? Ah, già, stai aspettando me per farlo!
Il discorso 'cordone ombelicale' o quello della 'gomena' è meglio che me lo dimentichi perché mi sento soffocare qualche volta anche da un fazzoletto al collo...
Il caffè sarò felice di servirtelo, magari con una fetta delle mie torte (forno permettendo, che adesso se lo accendo mi salta tutto l'impianto).
Gli amici... E' spesso parola abusata. Non sono certo quelli che stanno con te attorno alle tazze del tè.
E gli amici proprio, bisogna imparare a conoscerli, per non chiedere mai loro qualcosa che non ti possono dare, li metterebbe non in imbarazzo ma nel dolore di non poter dare quello che è loro chiesto.
Tuttavia, ci sono amici che danno anche quello che non possono dare e amici che danno più di quel che ti aspetti da loro e quest'ultimo è un regalo talmente meraviglioso che però ci dà la responsabilità di riuscire a restituirlo. Sorprendendoli a nostra volta.
L'amicizia che ho qui sopra appena descritto è infatti un lavoro duro, ma che fa dormire sonni tranquilli e crea in noi quella pace non altrimenti raggiungibile.
Sono anni che non vado in ferie, ad eccezione di quel paio di volte che mi sono portata appresso mamma, e quindi ferie non erano certo, perché è come se fossi stata in casa prendendomi cura di lei, con la differenza che almeno a casa mia ho le mie cose, le mie comodità e il pc, che lì non c'è. Per vacanza intendo anche solo un paio di giorni, ma che li possa dedicare a me, che sia un cambio radicale fuori dalla solita routine. Fosse anche uscire per dare uno sguardo alle vetrine, pur non acquistando nulla. Ma questo è un lusso che nessuno mi concede. A meno che non prenda la porta e me ne esca, fregandomene di tutto. Ma il mio senso del dovere me lo impedisce. E pensa un po', Ieri, in quel corridoio del Pronto Soccorso, su di una barella scomodissima, con la flebo attaccata al braccio, ci credi? Mi sono sentita in vacanza. E questo è il massimo....sarebbe da scriverne un racconto...che rasenta l'assurdo. Per dirti che in un luogo tanto triste, in una situazione precaria, solo per il fatto che ho fatto un viaggio in ambulanza e rimasta una notte e comunque meno di un giorno al pronto soccorso, col provare la sensazione di libertà è qualcosa che ti può far comprendere come fosse compromesso il mio stato psicologico.
Vedi, se scrivo una poesia, se partecipo a un concorso, che vada bene o male poco importa, non posso condividere l'esperienza con lui, né con i miei figli, perché non gliene frega un bel niente di quel che faccio io. A loro basta avere servito a tavola un piatto caldo, la casa in ordine, le camicie stirate e poi andarsene dove desiderano, senza che io debba dire bè!
E quando un marito ti tira dietro parolacce irripetibili e poi aggiunge che di me non sa che farsene, che non vuol vederti più....tu che fai? Dove vai? L'unico pensiero è quello di andartene nel secondo girone dell'inferno, dedicato ai suicidi, ed essere trasformata in un albero, per aver rinunciato alla tua natura umana, come ha scritto Dante. E non sarebbe neppure una cattiva sorte! E forse un povero diavolo saprebbe amarmi di più di quanto io sia mai stata amata dall'uomo che ho sposato. Il quale vive nel più assoluto egoismo. Ma non importa, era solo per chiarire il motivo del mio gesto. Io devo solo servire a qualcosa e a qualcuno. Di quel che penso, di quel che sento, non frega niente a nessuno. Non è che desideri gratificazioni. no davvero, ma almeno un po' di riconoscenza, o come minimo, di rispetto. Mai avuto.
Mi sono buttata sulla scrittura, anche brutta, se vuoi, giusto per esprimere quel che ho dentro. Per rendermi conto che esisto e non sono un burattino di legno.
Ecco Angie, adesso ti ho detto proprio tutto, e lasciami dirti, amore mio, perché anche se a volte mi hai "maltrattato", lo hai solo fatto per il mio bene, ed io l'ho capito e te ne sono riconoscente per l'eternità!
Solo con te riesco ad aprire totalmente il mio cuore.
Con tutta la stima che ti porto, e l'immenso affetto.
Tutte le volte che mi hai parlato della tua situazione familiare ti ho suggerito degli escamotage simpatici per alleviarla e prendere profondamente in giro i tuoi, da tua madre in giù. Ma tu hai sempre pigramente glissato.
Danila cara, io lo so che quando si è giovani si ha una incredibile capacità di sopportazione e che questa viene a mancare, fisicamente e/o psicologicamente, con l'età. Forse è per questo che ci sono tanti massacri casalinghi negli ultimi anni, a base di coltelli o altro: perché le persone vivono più a lungo e quindi affrontano qualcosa che in passato era loro risparmiata dalla loro propria morte.
Nessuno finora ci ha pensato, e solo adesso mentre ti scrivo, mi è venuta chiara questa situazione (mi succede tante volte che faccio delle scoperte quando ti scrivo per cui per egoismo forse è meglio che tu resti viva così posso scriverti) dentro alle famiglie. E' così. La vecchiaia una volta la raggiungevano in pochi ed erano persone evidentemente selezionate in modo naturale sia nel fisico che nella psiche. Adesso, tutti diventiamo vecchi. E dobbiamo imparare questo mestiere.
Ci sono tante cose stupide e belle a questo mondo. Io non so chi mi ha messo qui. Qualche volta ho pensato che ci sono finita per sbaglio e che qualcuno se ne accorgerà e mi riporterà al mio vero mondo. Ma, poiché non posso esser certa di questo, mi sono detta, tanto vale guardarmi attorno e scoprire cosa c'è di buono in questo mondo qua.
Una risata, una risatona, o una di quelle risatine pensando a una stupidaggine che mi ha colpito e che si ferma e poi continua riprende e rido rido di cuore. Anche questo è sale nella vita e zucchero e miele e quello che ognuno preferisce: c'è chi ama il salato, chi ama il dolce secco chi l'aromatico... ce n'è per tutti i gusti.
E forse val la pena di pubblicare questo. Ma, prima, di stamparselo nel cuore. Di scriverlo su una lavagnetta a muro in cucina,là dove finisce il nostro sguardo quando giriamo il budino sul fuoco o... Vai avanti tu Dani, che sei brava. E' vero, non ho mai riletto il tuo SMEMORIA, ma l'ho nel cuore l'ho dentro di me: è bellissimo.
Per la cronaca quotidiana, quel testo lì l'ho trascritto su pc da un vecchio quaderno che tengo da sempre nel cassetto della scrivania. Non è che era già bello e pronto su pc. Ho aperto il quaderno e ho scelto e ho anche tolto una strofa.
di tutto quello che dico.
Signora che piangi in silenzio
e non c'è poi tanto tempo.
(Ferrara, 4 novembre 1975)
E quel testo lì, Angie, ora è qui, perché mi ha fatto bene e non può mancare. Questa è storia vera, di una banale quotidianità, anche se triste, anche se una persona che vuol nascondere i propri sentimenti o le proprie azioni non l’avrebbe mai pubblicata. Per il mio gesto, ho ricevuto rimproveri, moniti, parole insignificanti…da te ho avuto un’iniezione di coraggio e nessuna parola di pietà, poiché non è la pietà che serve in questi casi, ma qualcosa di più grande di me (scusa se faccio la parafrasi del tuo Qualcuno più grande di me), che mi ha fatto capire che una vera amica sa esattamente cosa dire nel momento giusto.