POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, maggio 12

LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO - opera collettiva - Lettera alla mia famiglia di DANILA OPPIO

 

Alla splendida raccolta, ho partecipato con questa mia lettera, mai inviata, che procurerò di consegnare direttamente  con copie dell'antologia, ad ogni membro della mia famiglia.

Alla mia grande famiglia
 (in ricordo di mia madre)

Carissimi: marito – figli - e nipoti,
tanti pensieri non vi ho detto, se non “en passant”. Li tenevo dentro di me per non apparire sdolcinata, trasmettendovi ovvie e scontate parole. 
Ora ho un grazie nel cuore che sta trasbordando, e desidero metterlo nero su bianco.
Grazie per l’amore che mi avete donato in tutto il tempo che mi siete stati accanto.
Grazie per aver accolto la nonna, mia madre, con grandi attenzioni per la sua persona, con la presenza costante soprattutto nel periodo in cui lei si stava perdendo nelle sue fantasie senili, con la salute sempre più precaria, per il profondo affetto con cui l’avete accompagnata anche nei suoi giorni presso la RSA.
Vi ringrazio soprattutto per avermi sostenuto in quell’immenso dolore che provavo nel vederla sfiorire e rattrappirsi come fosse divenuta un ramo secco. E a seguito della sua dipartita, presagita per il deperimento del suo stato di salute, e per l’avanzata età, che aveva varcato la soglia del secolo di vita ma che, da figlia, non ero disposta ad accettare. Non si accoglie mai la scomparsa di chi si ama profondamente. È stata dura, però la vostra presenza e l’assidua compagnia è ancora di grande sostegno per me, che stavo crollando psicologicamente e fisicamente. Sì anche con i vostri rimbrotti che mi hanno allontanato da quel pensiero fisso:
 “Mamma non c’è più, non la vedrò mai più, avrò fatto del mio meglio per prendermi cura di lei?”.
 Sono domande che frullano in capo e alle quali non so dare risposta. Si pensa sempre di non aver fatto e dato abbastanza, e si rischia di sentirsi in colpa. Che altro potevo fare, se non amarla? E voi mi avete aiutato. Ora le sue ceneri nell’urna blu, si trovano su un ripiano della mia libreria, e ci resteranno fino a quando non potremo accompagnarle al paese natale, e deporle nella tomba di famiglia, dove lei desiderava dormire il sonno eterno, accanto alle spoglie di mio padre, dei suoi genitori e fratello. Ora che lei è qui accanto a me, mentre scrivo, la sento vicina. Ogni giorno raccolgo le viole che sono sbocciate nel nostro giardino e che a lei piacevano tanto, e le depongo vicino a lei. So che dal Cielo le vede e se ne rallegra.
Sapevo di mentire, quando alla RSA mi chiedeva di riportarla a casa nostra, dicendole che lo avrei fatto, ben sapendo che non mi sarebbe stato possibile, date le sue gravi condizioni di salute, che richiedevano continua assistenza medica e infermieristica, che purtroppo non ero in grado di offrirle. 
Ora, davanti alle sue ceneri, le ho detto col pensiero: 
“Mamma, adesso sei tornata a casa! E appena possibile ti porterò  al tuo paese, non appena le restrizioni a causa della pandemia spariranno, potremo partire per la tua ultima destinazione”. 
Però sento che sei qui con me, che mi fai compagnia e mi proteggi come quando ero bambina, questo accade perché la mia e tua famiglia mi ha dato un enorme sostegno. 
Ecco, queste sono parole che non ho mai detto a voi, miei cari, e ho sentito il bisogno di farlo prima che sia troppo tardi, e pentirmi in seguito di non avervi  detto per tempo ciò che serbavo nel cuore. Avete patito anche voi le stesse mie pene, ed è giusto che sappiate quanto vi ho compreso e apprezzato per la vostra condivisione. 
“Naufragar m'è dolce in questo mare” è un ossimoro che Leopardi usa per capire come lo sprofondare nell'infinito possa suscitare una certa serenità. Il naufragare nel mare è una metafora dello smarrimento. Come un uomo può ritrovarsi alla deriva del mare, lo stesso può avvenire, se si perde nei meandri della sua mente.
Ed io, che mi ero persa in un mare di sofferenza, ora ho compreso che il mio dolore, accanto a voi, e con voi condiviso, si è addolcito. Grazie dal più profondo dell’anima.

Danila Oppio (moglie, madre e nonna)

2 commenti:

  1. La leggerò sul libro che a giorni dovrebbe arrivare anche a me. Voglio sentire il profumo della carta e le emozioni che mi rilasceranno le parole scritte. Poi ti dirò
    Ciao Danila

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  2. ed io leggerò tutte le altre lettere mai scritte contenute in questa preziosa raccolta! Grazie Rita, un abbraccio!

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