IN RICORDO DEL PITTORE SERGIO ORLANDO,
AD UN ANNO DALLA SUA SCOMPARSA
Vorrei ricordare con parole, poche, ma con affetto, immenso, il pittore e poeta Sergio Orlando, amico di una vita dei miei genitori e mio, nel primo anniversario della sua scomparsa, avvenuta a Milano il 10 dicembre 2020.
Sergio, nato a Como il 3 marzo 1939, residente a Milano, era una presenza costante nella “sua” Lanzo d’Intelvi dove aveva aperto lo Studio d’Arte in piazza Garibaldi e dove trascorreva l’estate. Erede dei Magistri Comacini, trascorse l’infanzia in Valle Intelvi, luogo d’origine dei Carloni, famosi pittori e scultori dei quali era discendente diretto. Suoi quadri sono stati esposti nelle collezioni più prestigiose in via Brera a Milano e nella storica Galleria Bolzani.
A Milano fu allievo di Giulio Vito Muritelli, pittore bergamasco che conduceva una ricerca fedele ai valori della poesia; a Brera seguì inoltre la Scuola Libera di Nudo sotto la guida di Gino Moro, mentre a Venezia fu vicino a Virgilio Guidi.
Dal 1970, anno in cui tenne a Milano la sua prima mostra personale, espose in molte città italiane. Al successo di pubblico, fece seguito una serie di critiche positive, accompagnate da numerosi riconoscimenti.
“Sergio Orlando ha sempre l’obiettivo di sondare l’anima delle cose”, scrisse del suo lavoro pittorico lo scrittore Guido Piovene. «Mi piace il suo modo di vedere le cose e soprattutto il suo modo di esprimere e raccontare» disse Federico Fellini, che è stato uno degli estimatori del pittore, insieme a poeti illustri come Rafael Alberti e Giovanni Raboni, e a giornalisti e scrittori come Gaetano Afeltra, Ferruccio de Bortoli, Dino Buzzati e Carlo Bo. Di lui Vittorio Sgarbi ha scritto: «Le sue opere parlano di un mondo quotidiano e intimo, di oggetti accarezzati dal pennello proprio in virtù della loro “morandiana” semplicità».
Su Sergio Orlando si potrebbe dire ancora tanto; desidero però solo trascrivere una delle sue numerose, belle poesie e proporre uno dei suoi numerosi bei quadri, come ricordo di un uomo riservato e modesto nella sua pur evidente grandezza.
Viali d’inverno
Si muovono nuvole impetuose
Sopra il livido paesaggio
Di luce fredda.
Il vento schiarisce
e dà trasparenze
ai viali d’inverno.
Forse la neve a giorni
ricamerà un candore
di bianca nostalgia.
Da “ La natura in versi” Ed. Bocca, Milano, 2006
Vorrei terminare dicendo:
- Grazie Sergio, amico mio, per la tua sensibilità, per la tua gentilezza, per la tua delicatezza d’animo. Non ti dimenticherò mai, rimarrai per sempre in un angolo nascosto del mio cuore, dove conservo la memoria di quelli che ho amato e di cui spero di avere meritato l’amore.
Alessandra Giusti
Nessun commento:
Posta un commento