SINESTESIA D’AVVENTO
Ho raccolto qui le mie povere cose
quello che resta di giorni mal spesi,
ho svuotato le tasche da inutili orpelli,
da cianfrusaglie di pensieri trovate qua e là
nelle ore perdute, quelle vuote,
malamente andate, tra parole non dette,
parole sbagliate.
Ora che della cicala svanito è il canto
e secchi, ormai, sono i viticci
che della vigna han sostenuto i tralci,
dell’estate, solo, rimane l’impronta
fugace ai rami degli ontani
genuflessi al fiume nel dono dell’ombra.
Litania d’amore è il ritorno delle foglie
esauste alla terra madre
spossate nella mestizia dell’abbandono
pur grate per la stagione breve
arresa alla malinconia d’autunno.
Ahh, possedessi io quella sapienza,
quella saggezza che è l’accettare,
non chiedere ad ogni aurora
se ancora si alzerà il vento
ma esser lieto come l’acqua al fosso
che della fonte il mistero non conosce
e quieta si raggela intorno al sasso,
nulla al verno chiede, ma si dispone
e del dubbio non si rode.
Umberto Druschovic, Avvento 2021
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