POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

venerdì, ottobre 28

IL MONDO NUOVO: DISERTORI, CONTROLLORI E SOVVERSIV I NEL SAHEL di P. MAURO ARMANINO



Disertori,
controllori e sovversivi nel Sahel


Il capitalismo di sorveglianza ha i funzionari di terreno che agiscono nel tempo e nello spazio. Il tempo dà loro apparente ragione perché la ‘normalizzazione’ o la ‘banalizzazione’ del controllo sembra un fatto acquisito, accettato e talvolta richiesto. Pochi si stupiscono ancora dell’esproprio del diritto alla mobilità operato con fermezza in questi ultimi anni. Le frontiere, tutt’altro che immateriali, sono appunto uno degli spazi nei quali il controllo si esprime con maggiore coerenza. L’evidenza che le frontiere dell’Europa tocchino l’Africa del Nord, coi Paesi del Maghreb e giungano fino al Sahel non scandalizza nessuno. La banalizzazione della normalità e dunque la neo-colonizzazione dell’immaginario sociale rasenta l’evidenza. I campi di detenzione per i migranti e rifugiati in Libia, i fili spinati delle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla in Marocco, le deportazioni degli indesiderati in Algeria e le ‘dissuasioni’ volontarie degli ‘esodanti’ nel Sahel sono una necessaria condizione perché il mondo continui a funzionare come deciso dai potenti di turno.
La resistenza a questa operazione di controllo globale passa attraverso il fenomeno, anch’esso assodato, dei ‘disertori’. Spesso dipinti in modo negativo e criminalizzati, i disertori sono coloro che, per scelta o per necessità, scelgono di slegarsi da un destino che sembra condannarli a ‘collaborare’ con sistema in due modi. Il primo si compie scomparendo nel silenzio, come inutile zavorra da buttare durante la tempesta l’altro, invece, aderendo e ringraziando per il posto subalterno che il sistema ha loro affidato per perpetuarsi. La figura del migrante, che nel suo corpo e nel suo spirito porta la propria frontiera, esprime, come in uno specchio, la responsabilità della diserzione. Scegliendo di partire altrove contesta il tempo, lo spazio e le frontiere del ‘ disordine’ stabilito. Non casualmente il sistema, tramite l’OIM (Organizzazione per le Migrazioni Internazionali) cerca di convincere i migranti che la migrazione e un errore. L’Agenzia Frontex (Frontiere Esterne d’Europa) rende mobili le frontiere e la missione di Eucap-Sahel ‘educa’ il SUD come gestirle e interpretarle. Tutto cospira a rendere le migrazioni ‘ sicure, ordinate e regolari’.
Naturalmente gli attributi citati sulle migrazioni si riferiscono precipuamente ai Paesi di approdo dei migranti. Difficile credere siano possibili migrazioni sicure, ordinate e regolari quando si contribuisce a creare un mondo insicuro, disordinato e ‘irregolare’ per la maggior parte degli abitanti del pianeta. La dislocazione della politica, dell’economia e soprattutto la strategia del ‘disordine’ interessato nel Sahel e altrove, non lascia spazio a nulla che sia ‘ordinato, regolare’ e soprattutto ‘sicuro’. Ecco perché, in questa particolare zona dell’Africa chiamata Sahel, nome che significa ‘ Riva o Sponda’, ci vantiamo di fabbricare gli unici sovversivi che meritino questo nome. Si scrive migranti e si legge ‘sovversivi’ poiché nelle loro borse si nasconde, impolverato, un mondo nuovo.


         Mauro Armanino, Niamey 30 ottobre 2022

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