COVID-19 Le proposte dell’Associazione
Luca Coscioni
Questo articolo l'ho ripreso da SENZAFINE, propostomi dalla Prof.RENATA RUSCA ZARGAR
Il 19 marzo si è tenuto il webinar dell’Associazione Luca Coscioni (Associazione Luca Coscioni ) sul tema "Covid-19: Le Nostre Proposte al Governo".
Vittorio Agnoletto, politico oltre che medico, ha iniziato i lavori facendoci riflettere sul fatto che ci siano quasi otto miliardi di persone sul pianeta mentre i vaccini non sono affatto disponibili per tutti. Il problema più grave è la questione dei brevetti: la proprietà intellettuale è monopolio per 20 anni, cioè, chi ha creato il vaccino in tutto questo lungo periodo può decidere quanto, dove e a quale prezzo produrre. È evidente che, anche con le migliori intenzioni, le Aziende farmaceutiche che hanno scoperto i vaccini contro il coronavirus non sono in grado di garantire una produzione tanto vasta. L’India e il Sud Africa hanno chiesto, infatti, sostenuti da altri paesi, una moratoria temporanea almeno per i vaccini contro il coronavirus. Tale richiesta è stata bloccata dall’Europa, dalla Gran Bretagna, dalla Svizzera.
Secondo il mio punto di vista, l’Europa si dimostra, come spesso succede, disumana (gli altri esseri umani non hanno diritti) ma anche cieca. Il coronavirus, intanto, è un virus molto intelligente. Non solo sta uccidendo milioni di persone nel mondo, ma si trasforma in varianti, alcune più forti e capaci di annullare persino i vaccini. Ammettendo che gli Europei (superiori ma non avveduti!) fossero tutti vaccinati, nel mondo globale, si formerebbero varianti resistenti che ci tornerebbero indietro facendoci morire di nuovo. Nel nostro stesso interesse, allora, i vaccini dovrebbero essere distribuiti ovunque (non solo qualche cassa in beneficenza, tanto per andare in Paradiso), ovviamente, permettendone la produzione là ove ci siano le capacità tecniche.
Si potrebbe, inoltre, sostenere che, essendo i vaccini, prodotti anche con denaro pubblico, i profitti sulla pandemia dovrebbero essere moderati. Oppure, si potrebbero liberare i brevetti e, naturalmente, le Aziende Farmaceutiche dovrebbero essere giustamente ricompensate.
Essendo, però, la situazione immobile (mentre il Covid diventa sempre più veloce), è stata presentata un’ICE, cioè un’iniziativa dei cittadini europei verso la Commissione europea per proporre un atto legislativo concreto, cioè una proposta al Parlamento europeo. Perché l’iniziativa venga presa in considerazione è necessario 1 milione di firme di cittadini UE.
Questa iniziativa si chiama “No profit on pandemic.eu”
Possiamo firmare al link:
Cos'è un'ICE? | No Profit on the Pandemic (noprofitonpandemic.eu)
Sono consapevole che firmare petizioni o ICE sia ritenuta da molti una seccatura e che ci sia anche timore a divulgare i propri dati. Il punto è che quando si ritiene una cosa giusta, si deve avere il coraggio di farla. Non si può sempre credere che siano gli altri a doversi prendere tutte le responsabilità e che a noi tocchi solo lamentarci. Nel nostro piccolo, è importante che facciamo sentire, tutti insieme, la nostra voce.
Dopo Agnoletto, hanno relazionato altri intervenuti, tra cui Lisa Noja, parlamentare, che ha messo in evidenza il fatto che non ci siano in Italia, purtroppo, stabilimenti capaci di produrre i vaccini. Ha puntualizzato, inoltre, le difficoltà delle persone con malattie molto gravi e disabilità perché non sono ancora state inserite nelle categorie prioritarie per la vaccinazione stessa. “C’è gente, -ha ricordato – che sta in casa da un anno per non infettarsi!” Oltre a ciò, ci sono i caregiver che dovrebbero essere vaccinati, come gli operatori sanitari, visto che assistono dei malati! L’Italia, con le sue tante Regioni, è rimasta particolarmente indietro nello stabilire la priorità delle categorie deboli.
Doriana Sarli, anch’ella parlamentare, ha ribadito come sia stato indecente che il nostro Governo abbia contrastato la vaccinazione ai paesi poveri, quelli stessi di cui sfruttiamo le materie prime!
Valeria Poli, professoressa ordinaria del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute, ha dato, infine, alcuni cenni di grande chiarezza. A fronte del fatto che i dati sulla pandemia non siano raccolti e comunicati con metodo, esiste una petizione (Dati bene comune, Petizione · #datiBeneComune In formato aperto, ben descritti e machine readable @Palazzo_Chigi @GiuseppeConteIT · Change.org) che può essere firmata dai cittadini.
Poi, si è chiesta quale vaccino sarebbe meglio fare, nel caso si potesse scegliere. Prima di tutto, il vaccino serve per salvare le nostre vite e per limitare il più in fretta possibile la circolazione del virus in modo da diminuire la possibilità di varianti.
Ma i vaccini fermano l’infezione asintomatica?
In un lavoro che ha preso in esame un enorme numero di persone in Israele, è risultato che Pfizer dà una protezione, dopo la seconda dose, del 92%. Astra Zeneca, la cui seconda dose è dopo tre mesi, cioè molto tempo dopo, risulta solo il 65% e, inoltre, risulta meno valida per gli anziani. Va bene, invece, nelle persone giovani che, però, dopo il vaccino, possono essere contagiose come asintomatici, nonostante loro siano protette. Considerando che i giovani sono quelli con una vita sociale più attiva, possono, però, trasmettere il virus! Allora, a cosa serve il vaccino visto che i giovani, difficilmente, andrebbero in terapia intensiva? Gli insegnanti, ad esempio, tutti vaccinati con Astra Zeneca, a volte assistono alunni molto fragili ai quali possono trasmettere l’infezione.
Il nostro paese ha fatto questa scelta, probabilmente, perché più economica. Ma quanto ci costa una terapia intensiva?
L’Europa stessa ha contrattato Pfizer a un prezzo di circa 12 euro, gli Stati Uniti hanno pagato il doppio e Israele il triplo.
Escludendo la questione morale, Il vero risparmio sarà che i paesi prima vaccinati, prima liberi dal virus, potranno ricominciare a vivere, lavorare, guadagnare…
Ciliegina sulla torta, la professoressa ha ricordato che l’Italia non finanzia la Ricerca e che persino di un timido bando, lanciato a giugno dal MIUR per l’emergenza Covid, non si sa più nulla.
Come ho già detto, sono scelte prive di lucidità.
L’unica speranza è che facciamo così pena al Covid, causa la nostra incapacità e incompetenza, che se ne vada via da solo, magari trasmigri su Marte, che è tanto di moda in questo periodo.
Renata Rusca Zargar
Nessun commento:
Posta un commento