Psicologa clinica (iscr. 11466-A) e psicoterapeuta in formazione. Con diverse esperienze formative e lavorative alle spalle, la Psicologia è indiscutibilmente la mia passione. Amo approfondire i più disparati ambiti psicologici e credo che da ogni esperienza si possa imparare qualcosa. Quest'ultimo è il concetto fondamentale che mi guida nella stesura dei miei scritti: siamo esseri umani incredibili, capaci di modificarci ogni giorno. Anche un piccolo spunto oggi può portarci a intraprendere nuove strade un domani!
Che cosa sarebbe la vita senza emozioni?
Le emozioni che proviamo danno alla nostra esistenza una bella spennellata di colore: ci permettono di assaporare ciò che ci circonda e ciò che abbiamo, ci fanno percepire quello che noi siamo.
Molto spesso le nostre emozioni sono positive e ci regalano giornate da ricordare; altre volte, invece, sono nettamente negative e ci provocano un disagio significativo.
Le nostre emozioni, comunque, non sono immobili: nel corso di un mese, di una settimana, ma anche di una sola giornata siamo in grado di sperimentarne un’ampia gamma. Pensiamo all’emozione che proviamo alla mattina, ad esempio, poco prima di entrare in un ambiente di lavoro che non ci piace; facciamo il confronto, ora, con quello che proviamo magari alla sera mentre ci rilassiamo sul divano o ci dedichiamo a un’attività che ci fa stare bene. Nel primo e nel secondo caso, sicuramente, non proviamo la stessa emozione e così avviene anche nel corso del resto della giornata.
Come ci gestiamo in questa “giungla emotiva”?
La capacità di regolare le proprie emozioni è sicuramente una capacità fondamentale e molto adattiva.
Nel percorso di crescita, tutti quanti abbiamo l’opportunità di imparare a gestire il nostro stato emotivo. Inizialmente sono i nostri caregiver, cioè i genitori, ad aiutarci a elaborare quello che ci accade e quello che proviamo. Fungono da mediatori in un mondo che ancora non conosciamo bene e ci aiutano a comprendere e dare una spiegazione agli eventi esterni e interni alla nostra persona.
Gradualmente, poi, con il passare degli anni il processo diventa automatico, interiorizzato, e nella maggior parte dei casi porta come risultato finale a una corretta gestione delle emozioni percepite.
Spesso, però, la vita ci mette di fronte a sfide nuove e mai sperimentate, in cui è difficile capire da subito quale sia la rotta da seguire. Può succedere, allora, che la propria capacità di calibrarsi all’interno del proprio mondo emotivo si vada a incrinare.
Qui entra ancora in gioco la capacità di regolare le proprie emozioni. Una situazione di novità, per esempio, può creare ansia e gioia allo stesso tempo: se la nostra capacità di regolare le emozioni non cede riusciremo a goderci l’esperienza tenendo a bada la paura di iniziarla; al contrario, se la capacità di regolare le emozioni vacilla potremmo essere sopraffatti da ansia e paura e non riuscire ad andare avanti.
Che cos’è la regolazione emotiva?
Con il termine regolazione emotiva si fa riferimento ad una serie di processi che consistono nell’attenuazione, intensificazione e/o mantenimento di una determinata emozione e che dipendono dagli obiettivi che un individuo ha (Gross, 2007).
La notizia importante, poi, è che i processi regolatori possono essere automatici o controllati, consapevoli o inconsapevoli e in ogni caso coinvolgono cambiamenti dinamici che durano nel tempo (Gross, 2007).
In altre parole, la regolazione emotiva non consiste solamente nel riuscire a mettere da parte le emozioni spiacevoli, ma anche nel riuscire a dare maggiore spazio a quelle belle e portatrici di positività. La regolazione emotiva, quindi, mira a trovare l’equilibrio all’interno del proprio vissuto emotivo senza escludere alcuna emozione e lo fa anche grazie ai processi introspettivi che siamo in grado di attivare.
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Motivazione
Tutte le nostre emozioni hanno qualcosa da dirci. La loro funzione, infatti, è quella di segnalarci ciò che va bene e ciò che ha bisogno di una miglioria.
Quando queste emozioni diventano troppo forti, però, e arrivano al punto di bloccarci e impedirci di procedere vuol dire che qualcosa è andato storto. É proprio in questo caso, quindi, cioè quando le emozioni diventano disadattive che si parla di disregolazione emotiva.
La disregolazione emotiva: questa colpevole
Il concetto di disregolazione emotiva è strettamente legato a quello di regolazione e si riferisce ad una interruzione della “stabilità interna” dei processi mentali che sono legati alla costante e dinamica regolazione delle attività cervello-mente-corpo-ambiente (Lazarus & Folkman, 1984).
Come tutti sappiamo, infatti, il nostro organismo deve costantemente trovare il giusto equilibrio in un contesto ricco di variabili e in incessante divenire. Talvolta si tratta di un compito davvero troppo complesso che può portare a esiti spiacevoli per la persona.
Non stupisce più, quindi, che la presenza di difficoltà nella regolazione emotiva sia trasversalmente presente nella maggior parte dei disturbi psicologici come disturbi d’ansia e dell’umore, disturbo Borderline di personalità, abuso di alcool e di sostanze, bulimia, Binge Eating e molti altri.
Caro me, chiedimi come sto…
Risulta essenziale, di conseguenza, focalizzarsi sempre sulle emozioni che la persona prova. È un lavoro che va fatto in terapia con professionisti del settore, ma anche in autonomia nella routine della propria giornata. Chiedersi come ci si sente piuttosto che non farci caso, essere consapevoli e presenti a se stessi, è il primo e fondamentale passo verso una relazione equilibrata con il proprio vissuto emotivo che può portare molto probabilmente a una consapevolezza propositiva. Non ignoriamoci.
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BIBLIOGRAFIA:
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-Weiss, N. H., Sullivan, T. P., & Tull, M. T. (2015). Explicating the role of emotion dysregulation in risky behaviors: A review and synthesis of the literature with directions for future research and clinical practice. Current opinion in psychology, 3, 22-29.
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