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Gentile Autore,
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Sono lieta anch'io di rendere visibile attraverso questo blog, Fiabe & Favole.. L'edizione aderisce al progetto NON SIAMO SOLI.
In questa antologia ci sono tre mie piccole opere, che riporto qui sotto:
Favoletta per la
notte
In un bosco di
elci
Lungo viottoli
lastricati da
selci
E bordati da
felci
Viaggiavano
piccoli elfi
In groppa ad
alci
Incoronati da
corna
Con molti palchi
Sopra di loro
Fendevano il
cielo
Due splendidi
falchi
Era una notte
incantata
Dipinta di sogni
e di fiabe
Ma quando un
raggio di sole
Squarciò il
sipario del buio
E illuminò il
mattino…
La sveglia
trillò e il sogno
Si dileguò
Col suo bosco di
elci
Il vialetto di
selci
Bordato di felci
Percorso da
piccoli elfi
In groppa ad
alci
Dalle corna con
molti palchi
Sorvolati
da due splendidi
falchi
Buongiorno
mattino!
E’ già l’ora del
cappuccino.
I
VESTITI DI MARA
C’era
una volta una mamma che voleva un mondo di bene alla sua bambina, e per lei
avrebbe costruito ponti d’oro.
Appena
vedeva un vestitino in vetrina, che giudicava adatto ad essere indossato dalla
sua Mara, lo comperava e tutta contenta glielo mostrava alla piccola.
“Non
mi piace!” - Gridava Mara, pestando i piedini – “Lo volevo rosso e questo è
blu!”.
Allora
la mamma andava dal negoziante e lo faceva sostituire da un abitino blu, ancora
più bello del precedente.
“Non
mi piace, non lo voglio!” Urlava Mara.
”Lo
volevo con le maniche corte e questo le ha lunghe!”.
Allora
la mamma si sedeva alla macchina da cucire, accorciava le maniche, e cuciva gli
orli.
“Non
mi piace neanche così! Aggiungici del pizzo bianco”
E
la mamma, con santa pazienza, ritornava alla macchina da cucire, e applicava il
pizzo.
E
così per ogni altro capo di abbigliamento. modifiche da fare, se non quando
addirittura Mara s’impuntava a non volerlo indossare.
Un
giorno Mara, tornando dall’asilo, disse alla mamma:
“Ma
lo sai che Lara chiede sempre un sacco di cose alla sua mamma? Le dice “Vojo
questo, vojo quello, e la mamma, che le vuole bene, gliele compra”.
La
mamma chiede a Mara:
“Ma
poi, Lara è contenta di quel che la mamma le acquista?”
“Certo,
perché lei sa cosa vuole! Mamma, è vero che io non sono come Lara, e che io non dico mai “vojo, vojo?”
Si
cara, è vero, tu non dici mai “vojo vojo”, ma al contrario, dici sempre “non
vojo, non vojo!”.
La
mamma sospira, mentre s’incammina verso la cucina, e pensa:
La
mamma di Lara ha meno problemi di me, nel gestire il rapporto con sua
figlia! Almeno quando accontenta la sua
bambina, sa di averla resa felice. La mia Mara è sempre insoddisfatta,
insofferente, ed io non so più come fare per vederla felice. Qualsiasi cosa
faccia per lei, non va bene, neppure se le cucissi un vestito tutto d’oro! Il
mestiere di mamma è la professione più difficile del mondo!
La
mamma di Mara decide di incontrare la mamma di Lara. Le spiega il suo problema,
la difficoltà di accontentare la sua bambina.
-
Sai
cucire a macchina, vero? – Le chiede la mamma di Lara. Alla risposta
affermativa, ecco che arriva il suggerimento:
-
Acquista
un sacco di iuta, uno di quelli per le patate e cuci con questo un vestito per
Mara. Nascondi tutti gli altri e poi faglielo indossare.
-
Ma
sarà cosa impossibile!
-
La
colpa non è di Mara: se fa i capricci e tu l’accontenti sempre, lei li
continuerà a fare. Dille che hai speso tutti i soldini per comprare i suoi
vestiti, e che ora deve accontentarsi di indossare un sacco. E se non vuole
metterlo, dille che uscirà senza vestiti. Vedrai come apprezzerà i suoi
abitini, e i capricci resteranno tutti dentro quel sacco di patate.
Un
Natale davvero speciale
Sarmina
si trova sola a dover accudire a tre bambine, le sue figlie di 5, 3 e un anno.
Accadde quello che capita sempre più spesso.
Suo
marito Adan partì dall’Albania verso l’Italia, in cerca di lavoro, trovandolo
presso un’impresa edile. Dopo qualche tempo, si fece raggiungere da sua moglie
con le figlie Adana e Argjela e, baraccati in una fabbrica in disuso, si
arrangiarono come poterono, in quegli stanzoni nei quali altri disperati
condividevano gli stessi spazi.
Non
vi era riscaldamento, né acqua potabile, né luce. Sempre meglio che dormire
all’addiaccio. La paga di Adan non copriva che una parte di quanto occorreva
per la sopravvivenza della sua famigliola, così fu loro offerto un pasto caldo
presso la mensa della Caritas, oltre ad indumenti e coperte. Per quattro bocche
da sfamare, non bastava. Inoltre era in arrivo la terza figlia.
Adan lavorava soprattutto in estate, quando i
cantieri erano in piena attività, ma un malaugurato giorno, qualcosa non andò
per il verso giusto. Il ponteggio sul quale Adan si trovava, crollò. Per
l’albanese non ci fu scampo.
Arrivò
l’inverno, nacque Alena e, in quel capannone dismesso, il freddo era
insopportabile e ogni sorta di malattie in agguato. Un’anima buona mise a
disposizione due locali modestamente arredati. Le piccole furono accolte al
nido e scuola per l’infanzia, così durante il giorno la mamma poteva lavorare
come colf a casa di Gemma.
Ma la sera, quando Sarmina rientrava in casa
con le figlie, la solitudine e il dolore l’assalivano. L’assistente sociale
s’impegnò come poteva, però nessuno dona mai il cuore per intero.
Natale è alle porte, bussa a quelle di tutti
come all’uscio di Gemma. Lei sta pensando ai regali, agli addobbi, al pranzo
speciale, come tutte le madri di famiglia.
Da
anni è persuasa che il Natale abbia perso la sua vera configurazione. Oramai è solo una sarabanda di gesti inutili.
Gemma ebbe un’idea che spera condivisa dalla famiglia. Il giorno è giunto, tutto
è pronto.
La
tavola imbandita e, sotto l’albero, tanti pacchetti luccicanti. Creata
l’atmosfera, mancano solo gli ospiti. Gemma sale in auto e percorre qualche chilometro.
Suona al campanello, un vociare di bimbi giunge alla porta.
- Ciao Sarmina, scusami tanto, ma ho
bisogno di te.
- Oggi è Natale, signora Gemma, devo
lavorare anche in questo giorno?
- Forse…
- Ma…e le bambine?
- Portale con te, chiudi l’uscio e andiamo.
Arrivata a casa, Gemma apre la porta
e…sorpresa! Tutti i presenti corrono incontro a Sarmina e alle piccole, che
coccolano subito. Sarmina rimane impettita poi chiede:
- Da dove devo cominciare?
- Coll’andare in bagno a lavare le manine
alle bimbe e poi…a tavola!
Le bambine non avevano mai visto un
albero di Natale e neppure il presepe.
Mille domande, tante risposte. Finito il pranzo, e consumato il dessert,
una vera novità per le bambine, Gemma dice alle piccole:
- Andate sotto l’abete, quei pacchetti sono
per voi.
- Ma signora Gemma – interviene Sarmina –
quali?
- I regali sotto l’albero di Natale sono
tutti per voi.
Gemma era certa che Adana, Argjela e
Alena non avevano mai avuto un giocattolo, inadeguato alle possibilità
economiche della mamma.
- E per voi nulla? – Chiede Sarmina.
- Il nostro regalo l’abbiamo già ricevuto.
Siete voi il nostro dono speciale! E’ leggere la felicità negli occhi delle tue
bambine! Credimi, Sarmina, è il Natale più bello che abbiamo trascorso da anni.
E tutto per merito tuo.
Lo
spirito del Natale non si riveste di luci splendenti, di festoni luccicanti, e
non si nutre di cibi opulenti. Il suo significato più profondo è racchiuso in
una sola parola: Amore.
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