Nel dicembre del 1999, in me campeggiava un profondo senso di solitudine. Il 9 ottobre mia figlia Valeria si era sposata, e la casa si svuotò di una persona che la rendeva molto viva. Ai primi di dicembre, l'8 per l'esattezza, mio marito ed io facemmo un giro per il centro, a guardare vetrine per farci un'idea dei regali da acquistare per Natale. Passammo davanti ad un negozio di articoli per piccoli animali domestici, e dalla vetrina, ci faceva festa un piccolissimo volpino di Pomerania, che ci chiamava a gran voce. Chiesi a Carlo se potevamo entrare e almeno accarezzarlo...ma il suo sguardo ci aveva già adottato.Carlo mi disse: "Bene, ora l'ha accarezzato, torniamo a casa". Lungo il tragitto, avevo negli occhi e nel cuore quel batuffolo di pelo beige che non mi staccava gli occhi di dosso. Tanto feci, che alla fine Carlo fece retromarcia, e lo andammo a prendere. Non è neppure costato poco, tra il suo costo e quello dell'occorrente che gli sarebbe servito.
Comunque, felice come non mai, tornai a casa con la mia nuova conquista.
I primi tempi furono duri, dovetti tenerlo, di notte, dentro un box per bambini, perché presentava perdite ematiche nelle feci, e si doveva curare.
Poi divenne il padrone assoluto della casa e dei nostri cuori. Avevamo tre gatti, e lui crebbe con loro, al punto che abbaiava ai cani, e amava i gatti che lo avevano adottato
Davide, un amico di mio figlio Matteo, quando ha visto il contesto in cui viveva (allora erano due ragazzini!) ci disse: "Chico è il cane più gatto del mondo".
Qui in giardino ad annusare i fiori |
Lo abbiamo cresciuto con amore, era un cagnolino vivacissimo, ma da oltre un anno, le cose per lui erano cambiate. Divenne cieco, sordo, barcollava nei movimenti e, purtroppo, sporcava dove capitava. Abbiamo capito che era giunto alla fine, e a Natale lo abbiamo portato dal veterinario per vedere se era possibile dargli ancora qualche speranza di vita, con delle cure. Che non hanno sortito effetto alcuno. Ormai la sua patologia non era reversibile, si andava incamminando verso il Paradiso degli animali. Con tristezza, e pianti dirotti, stamattina abbiamo sentito il veterinario che ha cercato di lenire i nostri sensi di colpa,dicendoci che era stupito avesse vissuto ancora tanto. Lo sedò, poi eseguì l'eutanasia, e lo addormentò per sempre. Non ha sofferto. A soffrire siamo noi. Mi mancherà e purtroppo non posso adottare un altro cucciolo, non essendo noi più in grado di occuparcene, per le varie passeggiate giornaliere e tutte le attenzioni che i piccoli pelosetti richiedono. Forse prenderemo un altro gatto, a far compagnia a Maui. Ma per ora, lasciamo che Chico continui a vivere ancora nei nostri cuori.
Qui, piccino appena adottato
Riposa in pace, ora hai smesso di soffrire.
Ma mi mancherai tanto, ma proprio tanto!
E anche Maui piange la sua dipartita!
Erano buoni amici
Per Danila e per Chico
RispondiEliminaLA VITA
Allora lui c’era
lei c’era lui c’era lei c’era.
Non pensarci! E’ la vita.
Siamo solo un alito di vento
o una scoreggia.
E la vita
si porta via anche la vita.
Angela
Grazie Angela, spero che siamo un alito di vento...piuttosto che quell'altra cosa puzzolente! E' la vita che si porta via la vita? A me pare che sia la morte a spegnere la vita! E tu sai quanto dolore si prova, quando il nostro migliore amico pelosetto non è più con noi. So quanto hai sofferto alla dipartita di Bella! e non si può non pensarci, ci si pensa anche a distanza di anni e chi meglio di te lo può confermare?
RispondiEliminaDanila