POETANDO
In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!
sabato, aprile 29
venerdì, aprile 28
mercoledì, aprile 26
MACHIAVELLI E BAUDELAIRE di Danila Oppio
Ultimamente mi sto interessando ai Petits
Poèmes en prose (Poemetti in prosa) perché si
avvicinano - credo ne siano i precursori - ai versi liberi che vanno tanto di
moda oggigiorno. Baudelaire ha avuto il
buon senso di non definire quelle sue opere “Poesie”
poiché non lo sono. In secondo luogo, il poeta è stato riabilitato dalla Corte
di Cassazione francese, nell’anno in cui nascevo. Alcune sue poesie contenute nella
raccolta Le fleurs du mal (i fiori del male) erano state messe
all’indice, e il poeta fu deriso e perseguitato, tanto che nel 1857 fu
processato proprio a causa di questo capolavoro, e accusato d’immoralità.
Mi pare quasi che il poeta francese fosse a
conoscenza che un’associazione culturale avrebbe indetto un bando che lo
riguardava, in occasione del suo 150° anniversario dalla morte, e mi girellava
intorno con una certa insistenza, bisbigliando ai miei orecchi, in questi
ultimi tempi, chiedendomi di occuparmi di lui, poeticamente parlando.
Ora non so cosa ne verrà fuori, sicuramente a
qualcuno di mia conoscenza il Machiavelli calzerebbe a pennello, per me, trattare
di questo personaggio è …troppo machiavellico!
Che vita conduceva Baudelaire? Si divertiva, in
breve tempo ha speso metà del capitare ereditato da suo padre, tant’è che la
madre l’ha messo sotto la tutela di un curatore affinché amministrasse i suoi
beni.
Fornicava? Fornicavano Macchiavelli e Baudelaire? Non so,
ma questo verbo mi riporta ad un passato remoto, e a due ricordi d’infanzia:
- le formiche. Quando ero bambina e studiavo il catechismo, si usava questa parola
che, essendo parecchio strana, nessuno si prendeva la briga di spiegarci cosa significasse.
Ritenni quindi che formicare (così
avevo inteso) fosse un peccato che aveva a che fare con le formiche!
- La fòrmica. Quando mia madre acquistò una cucina in fòrmica, quel materiale americano
usato come rivestimento per mobili, onde proteggere il legno sottostante,
compresi che il peccato non dipendeva dalle formiche, ma dai mobili della
cucina!
Vi ho divertito? Ero così da piccola, ingenua e
credulona, tanto che mi convinsero fossero le cicogne, a consegnare i
bambini, perché non volevo accettare che
nascessero sotto i cavoli: avrebbero patito tanto freddo dentro l'orto!
Il classico modo per saltare di palo in frasca, in questo dialogare che sfiora grandi personaggi e cose di piccole conto...ma sta proprio qui il divertissement!
Baudelaire…con me aveva altro in comune: faceva uso
di oppio, per non provare troppo dolore durante la paralisi causata da un
ictus, malattia che lo condusse alla morte a soli quarantasei anni. Ed io come
mi firmo?
Danila Oppio
lunedì, aprile 24
Anche la natura ha diritto d'immagine
In questi ultimi giorni, l'amico Gerardo Annunziata mi ha inviato due splendide fotografie, scattate nei pressi di Paestum. Non posso ignorarle, e quindi desidero dar spazio alle stesse su questo blog. Vale la pena ammirare le meraviglie della Natura!
La fioritura
arcobaleno
domenica, aprile 23
PREGHIERA DI UNA PASQUA di Roberto Vittorio Di Pietro
Ci troviamo ancora nella settimana dopo Pasqua. Oggi è la Domenica della Misericordia e chi, oltre al Padre Misericordioso narrato nella Parabola del Figliol prodigo, è stato umanamente misericordioso, nell'aiutare il Signore a portare la Croce verso il Calvario, se non il Cireneo? Ho scelto questa lirica di Roberto Vittorio Di Pietro, che ben s'intona al periodo.
Cristo e il cireneo di Tiziano Vecellio
Roberto Vittorio Di Pietro
sabato, aprile 22
Dico quel che penso...sulla poesia!
Dico quel che penso, a volte non penso a ciò che dico!
Sono così spontanea, che quel che mi passa per la mente,
non mi pongo problemi a tradurlo in parole.
In quanto agli amori passati, ne
avessi avuti d’importanti, li ho scordati. Maurizio Picariello, un colto
cantastorie del quale ho pubblicato qualcosa su questo blog, afferma:
il primo bacio te lo diedi quando ti vidi la prima
volta e non quando ci baciammo. Eri piccola e tenera. Tornai a casa e parlavo da solo.
Chiuso in camera, mi guardai allo specchio e lì
capii che tutto quello che avevo chiamato amore prima di te, erano solo vuote
parole.
Direi
che è questa la sostanza. Non è vero che il primo amore non si scorda mai. Io
non so chi sia stato il primo ragazzo di cui mi sono innamorata (che non vuol
dire avere avuto una storia con lui, semplicemente il primo che mi ha fatto
battere il cuore). Forse avevo 10 anni?
Quel che credo, ne sono fortemente persuasa, e che di
norma è l'ultimo amore:
Quello che rimane impresso nella mente e nel cuore.
Quello che per un'ultima volta ti fa sentire vivo, il cuore che batte forte, le
emozioni che crescono nell'anima.
Quello con cui puoi parlare di tutto senza
essere criticata, che non ti chiuda la bocca, con un secco "taci!", ma con
baci.
Quello è l'amore che non si scorda.
Quello che non ti fa soffrire, che ti
regala gioia e sorrisi, che ti accompagna per mano lunga la via della vita.
Quegli amori fugaci, quelle "cotte" che arrivano come un colpo di fulmine, ma se ne vanno via come nubi spazzate dal vento...e non esistono più.
Quindi
ha ragione il cantastorie: "Tutto quello che avevo chiamato amore, prima
di te, erano solo vuote parole".
Niente di più vero.
E questa è prosa. Solo prosa. Ma le stesse parole, sistemate in altro modo, potrebbero diventare poesia? Certo, ma prosastica!
Non è vero
che il primo amore non si scorda mai.
Quel che credo,
ne sono fortemente persuasa,
quel che non si scorda
di norma è l'ultimo amore.
Quello che rimane impresso
nella mente e nel cuore.
Quello che per un'ultima volta
ti fa sentire vivo, il cuore che batte forte,
le emozioni che crescono nell'anima.
Quello con cui puoi parlare
di tutto senza essere criticata,
che non ti chiuda la bocca, con un secco "taci!",
ma con una serie di baci.
Quello è l'amore che non si scorda.
Quello che non ti fa soffrire,
che ti regala gioia e sorrisi,
che ti accompagna per mano
lunga la via della vita.
Quelli del passato, se sono rimasti indietro,
nel passato, appunto, non erano amori,
ma fuochi di paglia,
emozioni momentanee senza futuro.
Quegli amori fugaci, quelle "cotte"
che arrivano come un colpo di fulmine,
ma se ne vanno via come nubi
spazzate dal vento...e non esistono più.
Quindi ha ragione il cantastorie:
"Tutto quello che avevo chiamato amore,
prima di te, erano solo vuote parole".
Più o meno sono le stesse parole più sopra, scritte in prosa, ma incolonnate con gli accapo, come fosse una poesia. Ma non lo è. Per diventare tale, servirebbe trovare le giuste rime, misurare le sillabe con la vera metrica, suddividere in terzine, quartine, senari, settenari, novenari, endecasillabi...quel che vi pare, purché abbia la forma che la poesia richiede.
Mi sono spiegata?
Danila Oppio
Avete disperso i semi, attenti!
Avete
disperso i semi, attenti!
In vedetta c'è un guardiano di luce
avvamperà la vostra indole scialba
sarete perduti.
Esso è una libagione trasparente
non morsica, non ha veleni
guarda, osserva
come a prendere le distanze
come a sancire la differenza tra vermi e aquile.
Non crediate di nascondervi!
I vermi moriranno vermi
e le aquile, aquile.
Alessia D’Errigo
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