Dico quel che penso, a volte non penso a ciò che dico!
Sono così spontanea, che quel che mi passa per la mente,
non mi pongo problemi a tradurlo in parole.
In quanto agli amori passati, ne
avessi avuti d’importanti, li ho scordati. Maurizio Picariello, un colto
cantastorie del quale ho pubblicato qualcosa su questo blog, afferma:
il primo bacio te lo diedi quando ti vidi la prima
volta e non quando ci baciammo. Eri piccola e tenera. Tornai a casa e parlavo da solo.
Chiuso in camera, mi guardai allo specchio e lì
capii che tutto quello che avevo chiamato amore prima di te, erano solo vuote
parole.
Direi
che è questa la sostanza. Non è vero che il primo amore non si scorda mai. Io
non so chi sia stato il primo ragazzo di cui mi sono innamorata (che non vuol
dire avere avuto una storia con lui, semplicemente il primo che mi ha fatto
battere il cuore). Forse avevo 10 anni?
Quel che credo, ne sono fortemente persuasa, e che di
norma è l'ultimo amore:
Quello che rimane impresso nella mente e nel cuore.
Quello che per un'ultima volta ti fa sentire vivo, il cuore che batte forte, le
emozioni che crescono nell'anima.
Quello con cui puoi parlare di tutto senza
essere criticata, che non ti chiuda la bocca, con un secco "taci!", ma con
baci.
Quello è l'amore che non si scorda.
Quello che non ti fa soffrire, che ti
regala gioia e sorrisi, che ti accompagna per mano lunga la via della vita.
Quegli amori fugaci, quelle "cotte" che arrivano come un colpo di fulmine, ma se ne vanno via come nubi spazzate dal vento...e non esistono più.
Quindi
ha ragione il cantastorie: "Tutto quello che avevo chiamato amore, prima
di te, erano solo vuote parole".
Niente di più vero.
E questa è prosa. Solo prosa. Ma le stesse parole, sistemate in altro modo, potrebbero diventare poesia? Certo, ma prosastica!
Non è vero
che il primo amore non si scorda mai.
Quel che credo,
ne sono fortemente persuasa,
quel che non si scorda
di norma è l'ultimo amore.
Quello che rimane impresso
nella mente e nel cuore.
Quello che per un'ultima volta
ti fa sentire vivo, il cuore che batte forte,
le emozioni che crescono nell'anima.
Quello con cui puoi parlare
di tutto senza essere criticata,
che non ti chiuda la bocca, con un secco "taci!",
ma con una serie di baci.
Quello è l'amore che non si scorda.
Quello che non ti fa soffrire,
che ti regala gioia e sorrisi,
che ti accompagna per mano
lunga la via della vita.
Quelli del passato, se sono rimasti indietro,
nel passato, appunto, non erano amori,
ma fuochi di paglia,
emozioni momentanee senza futuro.
Quegli amori fugaci, quelle "cotte"
che arrivano come un colpo di fulmine,
ma se ne vanno via come nubi
spazzate dal vento...e non esistono più.
Quindi ha ragione il cantastorie:
"Tutto quello che avevo chiamato amore,
prima di te, erano solo vuote parole".
Più o meno sono le stesse parole più sopra, scritte in prosa, ma incolonnate con gli accapo, come fosse una poesia. Ma non lo è. Per diventare tale, servirebbe trovare le giuste rime, misurare le sillabe con la vera metrica, suddividere in terzine, quartine, senari, settenari, novenari, endecasillabi...quel che vi pare, purché abbia la forma che la poesia richiede.
Mi sono spiegata?
Danila Oppio
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