(ANSA) - TORINO, 10 APR - È scomparso ieri, all'età di 87 anni Giorgio Bárberi Squarotti, critico letterario, poeta e professore universitario. Ne da notizia la Fondazione Bottari Lattes, di cui è stato presidente della giuria tecnica del Premio (2011-2014) e membro del cda, nonché presidente onorario.
Docente all'Università di Torino,ha pubblicato numerose opere sulla letteratura italiana e sui suoi protagonisti, da Dante a Marino, da Petrarca ad Ariosto, da Boccaccio a D'Annunzio, da Tasso a Sbarbaro, a Montale, a Pavese e ad altri contemporanei.
Tra le sue pubblicazioni 'Le donne al potere e altre interpretazioni. Boccaccio e Ariosto', 'La cicala, la forbice e l'ubriaco. Montale, Sbarbaro e altra Liguria', 'Le cortesie e le audaci imprese. Moda, maghe e magie nei poemi cavallereschi'.
Autore anche di versi, tra cui i recenti 'Le langhe e i sogni', 'Le foglie di Sibilla', 'I sambuchi di San Sebastiano', 'Il giullare di Nôtre-Dame des Neiges', 'L'azzurro della speranza'.
Desidero ricordare che in questo blog, il 10 giugno 2016 ho pubblicato la seguente lirica del poeta Roberto Vittorio Di Pietro, accompagnata da un biglietto autografo del Professor Bàrberi. La ripropongo volentieri, certa di fare cosa gradita all'amico poeta Di Pietro.
Il Punto Omega di Roberto Vittorio Di Pietro
Dipinto ad olio di Aurora Giuffria |
IL PUNTO OMEGA
Dopo, s’addormentava come un sasso;
durante, era un vulcano: a flusso libero,
da estrosa moglietèra post-ellenica
(insegnante di lettere in carriera,
grecista/latinista in pianta stabile),
passava come niente a intrattenermi
su Archiloco, Catullo…e il Punto G.
Quel giorno (anche il perverso viene a noia,
specie s’è inverno e uggioso è il pomeriggio)
volli tenerle almeno un occhio sveglio.
“Post…cheee?”: un’erinni scossa dal letargo,
tuonava “Iiiiiio?! Son tutta un’ode classica!”
Le avevo dato della post-poetica…
O tecnico-prosastica, a metà.”
Credo non afferrasse il senso esatto:
mi accusa di parlare per enigmi
o, peggio, d’esser figlio di una sfinge
e di un papiro spurio, pseudoegizio.
(Pare che ci sia un perché, ma vuol spiegarmelo
quando so farne a meno: come il resto,
darmene illustrazione in quel frangente.)
Non era in ogni caso solo questo
ad indignarla: il fatto è che – sorpresa! –
poc’anzi, cioè nel mentre, in corso d’opera,
non so se per rivalsa o per ripicca,
l’avevo annichilita con la satira-
la quinta dell’Ariosto, sst! capirete…
Sul talamo sconvolto, mi puntava
contro la fronte un’unghia color sangue.
“La liricaaa...sbaitava – (M’ero alzato,
ero già in bagno onde evitare il dardo…) –
“La liricaaa… e ascolta, non scappare!
La vera grande lirica è scomparsa…
e tutto il rimanente, devi ammetterlo,
è squallido ciarpame! E’ porcheria.
Quando manca l’amore…quando manca…
(Tornavo indietro, per vederla in faccia:
il tono mi pareva innaturale?)
l’ideale connubio amore-cuore…
quell’implicita rima…sottintesa
come dato di fondo, imprescindibile…
niente da fare…(E qui le tremolava
la glotta, appena) la poesia è pros…tàtica.”
“E’ il Punto… Omega, cara…” – farfugliavo,
calzandomi una scarpa – “Il punto cheee?”
“O-me-ga. In quel…finale dannunziano…”
(Mi masticavo un chicle: lei fumava)
“…sta nel contrasto netto àntea-pòstea…
nel capovolgimento illuse-illude
che chiude il sacro viaggio nel pineto.”
“Giocolerie verbali! Sai che io…”
“E’ un excipit nodale…” – “Senti, senti!...
Decadentismo sterile…e nel lessico
già gratuità moderne, per dis…lettici.
Muoviti! – m’intimava, mentre lei
già s’infilava una T-shirt, sbuffando
recuperava i jeans sul pavimento –
“Spicciati! Non star lì come un babbeo!”
“…Che a voi, baccanti snaturate, sfugge.
Omeeega, riprendevo. “Vuoi piantarla?
Creeepa! Son già le quattro,” scalpitava,
“tua figlia avrà finito il doposcuola…
(“E andiam di fratta in fratta…“: canticchiavo)
Daaai, che ti aspetta! La fai tu la spesa?
Fa’ un salto in tintoria, a saldare il conto.
Porta anche ste lenzuola…sei capace?...
Devo schizzare! Ciao, vado in palestra.
Poi ho il consiglio di classe…farò tardi.
Prepàrati un boccone. O mangia fuori…”
(…or congiunti, or disciolti,” ; proseguivo)
…ma non lasciarmi in casa, come al solito,
il micio senza cena! Da nazista”.
“E’ un bivio…”- concludevo, mentre lei
sbatteva l’uscio senza più voltarsi –
“Sicut in vita, item in poetica:
il cuore cambia strada se l’amore
ormai è un PSA, solo una prova
di funzionalità post-post-pros…aica”.
Roberto Vittorio Di Pietro
Torino, 21 dicembre 2014
Caro Di Pietro,
Le sono vivamente grato dell’invio della Sua opera forte e inventiva, avventurosa e bizzarra, grottesca e severa e appassionatamente morale.
E’ una luce profonda nel buio del nostro tempo.
Con i più affettuosi saluti.
Giorgio Bàrberi Squarotti
Scrive Ivano Mugnaini:
Difficile aggiungere a questo punto qualcosa su Giorgio Bàrberi Squarotti che non sia già stato detto, e bene, con commozione e affetto sincero.
Posso solo dire che non è da tutti lasciare in molti il ricordo di un sorriso, per l'attenzione dedicata ad un libro, per parole scritte di proprio pugno su una lettera spedita a ciascun autore, ad ogni progetto di scrittura, di sogno, di vita. Probabilmente Bàrberi, ovunque sia, si sta attrezzando: ha fatto scorta di penne biro e carta da lettere. Il francobollo, adesso, non serve. È posta molto rapida. Arriva presto e bene.
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