Amina, quanto ti ho cercata nel corso della mia lunga vita, e mai trovata!
Eravamo bambine, tu più piccola di me di cinque anni, e giocavamo insieme.
Vivevi a Beirut, figlia di padre siriano e di mamma svedese, ed eri una bimba sveglia e simpatica. Ogni anno, d'estate arrivavi a Milano, al seguito della tua famiglia che per ragioni di lavoro si muoveva tra Italia, Francia e non so quali altri Paesi.
Non aspettavo altro che arrivasse l'estate per condividere con te i nostri giochi presso i giardinetti pubblici Perego. I tuoi capelli biondo tiziano, lunghi e mossi al vento, il tuo sguardo sincero, il tuo sorriso luminoso e le lentiggini ereditate dalla mamma nordica, erano qualcosa di indimenticabile.
Ricordo che mi hai fatto vedere la macchina da scrivere del tuo papà, con caratteri arabi, ed io ero stupita che il carrello viaggiasse in direzione opposta a quella usuale. E mi hai insegnato brevi frasi in arabo, forse non nella lingua pura, ma comunque dolce. E quante lingue conoscevi, a soli cinque anni parlavi francese, svedese, arabo, italiano e con la stessa facilità, passavi da una lingua all'altra.
La prima frase che imparai in francese me l'hai insegnata tu: les enfants qui boivent à la fontaine je les connais très bien.
Si trattava di bambini e bambine che frequentavano quei giardini, e tu, che eri molto socievole, simpatizzavi con tutti.
La prima frase che mi hai insegnato in arabo 'iinaa ahbuk kathiran
انا احبك كثيرا
alla quale aggiungevi جدا Jiddaan
per dare più forza alla frase: ovvero ti voglio tanto tanto bene.
E poi molte altre frasi che ora non ricordo più.
Ma proprio pensando a te, una volta diventata adulta, mi sono iscritta ad un corso di arabo che ho frequentato per un paio d'anni, senza grandi risultati, poiché quando sono arrivata alla declinazione dei verbi, mi sono inceppata e non sono più riuscita a proseguire.
Poi, dopo quasi otto anni di amicizia (estiva) non ti ho più vista tornare a Milano, e avevo anche perso il tuo indirizzo di Beirut. Ho cercato per monti e per mari, ma in quel tempo a Beirut era scoppiata la guerra civile, combattuta nel paese tra il 1975 ed il 1990, che ha visto numerosi contendenti e frequenti capovolgimenti di alleanze. A quel punto ho perfino pensato che tu fossi scappata dal Libano, che vi foste trasferiti in altro Paese più tranquillo. O che fosse accaduto il peggio.
Con internet, non era facile ottenere molte notizie, col tempo si è aggiornato ed ora, finalmente ti ho trovata su FB. Ma si tratta di poche tue notizie la cui ultima era di tre anni addietro. Ti ho vista, sei rimasta la stessa di come ti conoscevo. So che giostri tra Londra e Parigi, che ti sei laureata (a Boston?). Specializzata nella ricerca di Fitofarmaci? Contitolare di un'azienda farmaceutica tra i cui proprietari c'è anche anche tua sorella minore Raifa.
Queste scarne notizie, mi danno comunque il profilo di una donna di successo, che già da bambina dimostrava grande intelligenza e capacità d'azione. Non ti sono mancate le basi, avute dalla tua famiglia, ma se non ti fossi messa d'impegno, non saresti arrivata dove sei ora.
Eccoti: ti ricordo ancora così, con qualche anno in più ma sei sempre la stessa Amina con cui giocavo e alla quale ho voluto molto bene.
Ciao Amina, sono felice di averti incontrato, anche se solo attraverso una ricerca nel Web.
Danila Oppio
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