POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, maggio 27

ARROGANZA, SUPPONENZA, SUPERFICIALITÀ E IGNORANZA


ARROGANZA, SUPPONENZA, SUPERFICIALITÀ  E IGNORANZA


La seconda parte della “saga” che sto sperimentando presso la struttura dove è ricoverata mia madre, potrebbe apparire divertente, se non fosse invece scandalosa.
Ho deciso di parlare con i direttore, non quello sanitario, ma quel personaggio (inqualificabile) che si dovrebbe occupare del buon funzionamento della struttura stessa.
Mi avvicino al banco della reception, e chiedo del responsabile.
-       Direttore, la signora desidera parlarle.
-       Mi dica?
-       Veramente desidererei un colloquio privato.
-       Si accomodi nel mio ufficio.

Mi accomodo. E intanto penso: perché si fa chiamare direttore, con quella pomposità nel pretendere di mettere in evidenza la sua posizione? Non ha un nome? Dottor Y, Signor X? Non so neppure come si chiami. Fa niente, gli parlo lo stesso. Avevo bisogno di alcuni chiarimenti e di porgli qualche rimostranza, con il sorriso a fior di labbra, riguardo a certe situazioni che mi sono parse non aderenti a quanto mi era stato illustrato al momento del ricovero di mamma.

-       Dunque, ieri ho tolto la protesi dentaria a mamma e ho notato con raccapriccio che la parte inferiore era nera. Non fa parte del compito delle assistenti pulirla e disinfettarla?  così mi era stato assicurato.
       
-       Signora, la sua mamma avrà mangiato qualche mousse al mirtillo.

-       No, caro direttore, quel che ho visto è che pareva avesse mangiato della pece, non è stata tolta e pulita, cosa che ho fatto io stessa, con una certa difficoltà a farla ritornare bianca. E ora, visto che siamo sull’argomento, parliamo del cibo, cioè di quella sbobba melmosa che le somministrate.

-       Ah, lei ha chiesto che le fosse dato da mangiare cibo frullato, ed è quel che facciamo.

-       Veramente avevo detto che mamma ha difficoltà nella masticazione, e quindi sarebbe gradita pastina in brodo, passato di verdura, semolino.

-       Noi le frulliamo quel che viene preparato per tutti, anche la pasta con il sugo, viene frullata. In ogni caso facciamo anche la minestrina.

-       La pappa col pomodoro di Giamburraschesca memoria!  E la pastina è cotta nel brodo?

-       Eh, mica possiamo preparare il brodo di pollo tutti i giorni.

-       Quindi usate i dadi che contengono glutammato di sodio. Che porcheria!

-       Senta, qui abbiamo ricoverato il proprietario di un famoso ristorante...
(E  cita il nome di un locale mai sentito nominare)
       e lui sostiene che la nostra mensa non ha nulla da invidiare alla cucina del suo locale.

-       -  Mi scusi, le persone anziane non avvertono quasi più il sapore del cibo. Vorrei dirle che se il suo ospite è stato un ottimo ristoratore, non ha nulla a che fare con quel che preparate voi. Nella biblioteca di casa mia c’è La Divina Commedia ma, mi creda sulla parola, non l’ho scritta io! Così come non cucina da voi il grande chef di cui mi sta parlando. Altra cosa: mamma è caduta qui da voi, fratturandosi il femore. A parte che non ho mai saputo la dinamica della caduta, ma durante il ricovero ospedaliero non ho neppure ricevuto una vostra telefonata, almeno per chiedere notizie sulle condizioni di mia madre. Avrei gradito una parola di scuse, tenuto conto che l’incidente è accaduto in questa che dovrebbe essere una struttura protetta.

-       Non siamo tenuti a chiamare la famiglia, ci siamo messi direttamente in contatto con l’ospedale.

-       Non mi pare che brilliate per qualche forma di attenzione, che sarebbe stata molto gradita e umanamente giusta. Avremmo potuto intentare una causa, e di questo dovreste essercene grati. Se le fosse stata messa una cintura di protezione, mamma non sarebbe caduta dalla sedia a rotelle.

-   Non era possibile, la ASL non lo permette. Bisognava firmare una liberatoria per ottenere il permesso di assicurare la paziente alla sedia a rotelle.

-       Noi vi avevamo avvertito che mamma tende a cadere, convinta di essere ancora autosufficiente. Avreste dovuto informarci di quel documento, che avremmo firmato volentieri, la caduta e tutto quel che ha comportato in seguito non sarebbe successo.

-     Questa è una comunità dove gli ospiti devono sentirsi liberi, vivere in gruppo.

-       E cosa c’entra lo stare in gruppo, con una precauzione che non è stata presa? Ho visto molti ricoverati protetti da una fascia che non permette loro di scendere o cadere dalla sedia a rotelle. Perché mai non avete optato per la stessa soluzione? E poi cosa sono questi discorsi sul fatto che le cinture sono una costrizione non permessa? Da quel che vedo, le cinture di sicurezza si usano sugli aerei, nelle vetture, e nei passeggini dei bambini, e sono obbligatorie. Così dovrebbe essere anche per le carrozzine degli anziani semi invalidi. Senza che debbano essere firmate liberatorie. Formalismi inutili, che hanno danneggiato gravemente mia madre, che è ora costretta a letto e non potrà più camminare.
(cambia velocemente argomento, furbescamente)
-       Tornando al menù, se lei vuol vedere, è esposto qui ben visibile e vedrà che varia ed è buono.

-       Non lo metto in dubbio. Avevo solo chiesto di far frullare la carne o il pesce, in modo che mamma potesse mangiarlo senza difficoltà. Non ho chiesto di frullare i maccheroni, che così sono immangiabili e si presentano come una poltiglia inguardabile. Non ci vuole molto a preparare una minestrina (con il deprecabile dado) per gli anziani.

-       Ma noi la facciamo ogni sera.

-       E allora perché a mamma non è mai stata servita?

-       Perché lei ha detto che le va dato cibo frullato. 

Senta, presso la Mensa dei Poveri viene servito un pasto abbondante e ben curato. Lo so, perché per qualche anno ho prestato la mia opera quale volontaria, e mi creda, mangiano meglio loro gratuitamente che qui dove gli ospiti pagano profumatamente. 
-
Non è gratis . risponde il signor direttore,noi paghiamo le tasse per questo servizio caritatevole. 

Non gli ho risposto, inchinandomi alla sua ignoranza in materia, e alle sua assurde irragionevoli argomentazioni, perché so per certo che tutto quel che arriva presso la Casa della Carità è assolutamente gratuito, per opera dei generosi benefattori che fanno pervenire la materia prima, e se qualcosa manca, viene acquistata dalla parrocchia stessa, sempre grazie a offerte pubbliche e private. Nessuno ha mai versato tasse su questo servizio.

Quando un direttore, che dovrebbe avere attenzioni particolari per i propri ricoverati, non riesce a comprendere che si sta arrampicando sui vetri per sostenere le sue improbabili e assurde ragioni, non ci si possono aspettare che risposte irrazionali per non dire stupide.  E mi chiedo come abbiano potuto assumere una persona tanto insensibile e incapace di dare risposte coerenti e che sappia porgere le sue scuse ammettendo l’errore, e assicurare i parenti che avrebbero provveduto in merito. Altro che protocolli del cavolo!
Tutto questo è semplicemente ridicolo.

Danila Oppio


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