La
seconda parte della “saga” che sto sperimentando presso la struttura dove è
ricoverata mia madre, potrebbe apparire divertente, se non fosse invece scandalosa.
Ho
deciso di parlare con i direttore, non quello sanitario, ma quel personaggio
(inqualificabile) che si dovrebbe occupare del buon funzionamento della
struttura stessa.
Mi
avvicino al banco della reception, e chiedo del responsabile.
- Direttore, la signora desidera parlarle.
-
Mi dica?
-
Veramente desidererei un
colloquio privato.
- Si accomodi nel mio ufficio.
Mi
accomodo. E intanto penso: perché si fa chiamare direttore, con quella
pomposità nel pretendere di mettere in evidenza la sua posizione? Non ha un nome?
Dottor Y, Signor X? Non so neppure come si chiami. Fa niente, gli parlo lo
stesso. Avevo bisogno di alcuni chiarimenti e di porgli qualche rimostranza,
con il sorriso a fior di labbra, riguardo a certe situazioni che mi sono parse
non aderenti a quanto mi era stato illustrato al momento del ricovero di mamma.
- Dunque, ieri ho tolto la protesi dentaria a mamma e ho notato con
raccapriccio che la parte inferiore era nera. Non fa parte del compito delle
assistenti pulirla e disinfettarla? così
mi era stato assicurato.
-
Signora, la sua mamma avrà mangiato
qualche mousse al mirtillo.
- No, caro direttore, quel che ho visto è che pareva avesse mangiato della
pece, non è stata tolta e pulita, cosa che ho fatto io stessa, con una certa
difficoltà a farla ritornare bianca. E ora, visto che siamo sull’argomento,
parliamo del cibo, cioè di quella sbobba melmosa che le somministrate.
- Ah, lei ha chiesto che le fosse dato da mangiare cibo frullato, ed
è quel che facciamo.
- Veramente avevo detto che mamma ha difficoltà nella masticazione, e
quindi sarebbe gradita pastina in brodo, passato di verdura, semolino.
- Noi le frulliamo quel che viene preparato per tutti, anche la pasta
con il sugo, viene frullata. In ogni caso facciamo anche la minestrina.
- La pappa col pomodoro di Giamburraschesca memoria! E la pastina è cotta nel brodo?
- Eh, mica possiamo preparare il brodo di pollo tutti i giorni.
- Quindi usate i dadi che contengono glutammato di sodio. Che
porcheria!
- Senta, qui abbiamo ricoverato il proprietario di un famoso
ristorante...
(E cita il nome di un locale
mai sentito nominare)
e lui sostiene che la nostra mensa non ha nulla da invidiare alla
cucina del suo locale.
- - Mi scusi, le persone anziane non avvertono quasi più il sapore del
cibo. Vorrei dirle che se il suo ospite è stato un ottimo ristoratore, non ha
nulla a che fare con quel che preparate voi. Nella biblioteca di casa mia c’è
La Divina Commedia ma, mi creda sulla parola, non l’ho scritta io! Così come
non cucina da voi il grande chef di cui mi sta parlando. Altra cosa: mamma è
caduta qui da voi, fratturandosi il femore. A parte che non ho mai saputo la
dinamica della caduta, ma durante il ricovero ospedaliero non ho neppure
ricevuto una vostra telefonata, almeno per chiedere notizie sulle condizioni di mia madre. Avrei gradito una parola di scuse, tenuto conto che l’incidente è accaduto in
questa che dovrebbe essere una struttura protetta.
- Non siamo tenuti a chiamare la famiglia, ci siamo messi
direttamente in contatto con l’ospedale.
- Non mi pare che brilliate per qualche forma di attenzione, che
sarebbe stata molto gradita e umanamente giusta. Avremmo potuto intentare una
causa, e di questo dovreste essercene grati. Se le fosse stata messa una
cintura di protezione, mamma non sarebbe caduta dalla sedia a rotelle.
- Non era possibile, la ASL non lo permette. Bisognava firmare una
liberatoria per ottenere il permesso di assicurare la paziente alla sedia a
rotelle.
- Noi vi avevamo avvertito che mamma tende a cadere, convinta di
essere ancora autosufficiente. Avreste dovuto informarci di quel documento, che
avremmo firmato volentieri, la caduta e tutto quel che ha comportato in seguito non
sarebbe successo.
- Questa è una comunità dove gli ospiti devono sentirsi liberi,
vivere in gruppo.
- E cosa c’entra lo stare in gruppo, con una precauzione che non è
stata presa? Ho visto molti ricoverati protetti da una fascia che non permette
loro di scendere o cadere dalla sedia a rotelle. Perché mai non avete optato
per la stessa soluzione? E poi cosa sono questi discorsi sul fatto che le
cinture sono una costrizione non permessa? Da quel che vedo, le cinture di
sicurezza si usano sugli aerei, nelle vetture, e nei passeggini dei bambini, e
sono obbligatorie. Così dovrebbe essere anche per le carrozzine degli anziani
semi invalidi. Senza che debbano essere firmate liberatorie. Formalismi
inutili, che hanno danneggiato gravemente mia madre, che è ora costretta a letto e
non potrà più camminare.
(cambia velocemente argomento, furbescamente)
- Tornando al menù, se lei vuol vedere, è esposto qui ben visibile e
vedrà che varia ed è buono.
- Non lo metto in dubbio. Avevo solo chiesto di far frullare la carne
o il pesce, in modo che mamma potesse mangiarlo senza difficoltà. Non ho
chiesto di frullare i maccheroni, che così sono immangiabili e si presentano
come una poltiglia inguardabile. Non ci vuole molto a preparare una minestrina
(con il deprecabile dado) per gli anziani.
- Ma noi la facciamo ogni sera.
- E allora perché a mamma non è mai stata servita?
- Perché lei ha detto che le va dato cibo frullato.
Senta, presso la Mensa dei Poveri viene servito un pasto abbondante e ben curato. Lo so, perché per qualche anno ho prestato la mia opera quale volontaria, e mi creda, mangiano meglio loro gratuitamente che qui dove gli ospiti pagano profumatamente.
-
Non è gratis . risponde il signor direttore,noi paghiamo le tasse per questo servizio caritatevole.
Non gli ho risposto, inchinandomi alla sua ignoranza in materia, e alle sua assurde irragionevoli argomentazioni, perché so per certo che tutto quel che arriva presso la Casa della Carità è assolutamente gratuito, per opera dei generosi benefattori che fanno pervenire la materia prima, e se qualcosa manca, viene acquistata dalla parrocchia stessa, sempre grazie a offerte pubbliche e private. Nessuno ha mai versato tasse su questo servizio.
Senta, presso la Mensa dei Poveri viene servito un pasto abbondante e ben curato. Lo so, perché per qualche anno ho prestato la mia opera quale volontaria, e mi creda, mangiano meglio loro gratuitamente che qui dove gli ospiti pagano profumatamente.
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Non è gratis . risponde il signor direttore,noi paghiamo le tasse per questo servizio caritatevole.
Non gli ho risposto, inchinandomi alla sua ignoranza in materia, e alle sua assurde irragionevoli argomentazioni, perché so per certo che tutto quel che arriva presso la Casa della Carità è assolutamente gratuito, per opera dei generosi benefattori che fanno pervenire la materia prima, e se qualcosa manca, viene acquistata dalla parrocchia stessa, sempre grazie a offerte pubbliche e private. Nessuno ha mai versato tasse su questo servizio.
Quando
un direttore, che dovrebbe avere attenzioni particolari per i propri
ricoverati, non riesce a comprendere che si sta arrampicando sui vetri per
sostenere le sue improbabili e assurde ragioni, non ci si possono aspettare che
risposte irrazionali per non dire stupide.
E mi chiedo come abbiano potuto assumere una persona tanto insensibile e
incapace di dare risposte coerenti e che sappia porgere le sue scuse ammettendo
l’errore, e assicurare i parenti che avrebbero provveduto in merito. Altro che
protocolli del cavolo!
Tutto
questo è semplicemente ridicolo.
Danila
Oppio
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