Sto riflettendo. Mamma da un paio di settimane è ricoverata in una
Casa di Riposo, perché la mia non è attrezzata per una persona che tende a
cadere spesso. Infatti, nel mese di marzo è rovinata a terra e si è rotta due
ossa del bacino. A letto per più di un mese, aveva ripreso a muoversi, anche se
aiutata da qualcuno in famiglia. Le abbiamo messo accanto anche una badante a
ore, ma è servito poco. E’ caduta ancora e ancora, provocandosi ematomi e bozzi
in testa, perché con la sua voglia di fare da sola dimentica che le sue gambe
non hanno più la forza di reggerla.
Presso questa nuova struttura, avevo creduto che sarebbe stata
guardata a vista, seguita e accudita in modo esemplare. Al quinto giorno dal
suo ricovero, messa su una sedia a rotelle, ha provato ad alzarsi ed è caduta
malamente procurandosi la frattura del femore. Ricoverata immediatamente in
ospedale è stata operata due giorni dopo. Dopo quattro giorni di degenza
ospedaliera, è stata nuovamente riaccompagnata alla Casa.
Permettete che qualche domanda me la sia posta?
Perché non c’era nessuno, o chi era presente, non si è accorto
delle manovre di mia madre nel tentativo di scendere dalla carrozzina?
Perché non le hanno messo una cintura di sicurezza che le avrebbe
impedito di cadere? Preciso: l’avevo chiesta dopo aver informato il personale
medico e infermieristico che lei è sempre caduta per non rendersi conto della
sua situazione instabile. Mi hanno risposto che la ASL proibisce la
contenzione. Come se fosse legata contro la sua volontà. Solo dopo l’incidente
sono stata informata che se avessi firmato una liberatoria, avrebbero fornito
la cintura. Perché non dirmelo prima? Hanno chiuso la stalla dopo che i buoi
sono fuggiti. Altra domanda più che lecita: come mai nelle auto è obbligatoria la
cintura di sicurezza, e sui passeggini per bambini è necessaria? Queste
necessarie precauzioni non sono certo equiparabili a torture medievali, ma solo
accessori utili per la sicurezza dei passeggeri, siano essi su di un aereo, in
auto o su un passeggino per infanti. Una persona anziana e fragile ha
altrettanto bisogno di un sostegno, proprio per impedirle la caduta. Non mi
pare che ci voglia un genio per capirlo!
Sia chiaro, non sto accusando nessuno. Il personale medico,
infermieristico o sanitario si dimostra gentile, preparato ed esperto. Ma sono
pochi a operare in una struttura che ospita un centinaio di anziani, chi più
chi meno bisognoso di costante assistenza.
In questi giorni ho chiamato più volte infermieri o medici,
attendendo una buona mezzora, per raggiungere il capezzale di mamma. Non si
trovavano neppure cercandoli col lanternino.
Perché? Perché sono in pochi e devono giostrarsi in diversi
reparti. Tutto questo mi pare semplicemente assurdo. Con una retta mensile pari
al reddito di una famiglia che riesce a mantenere quattro persone
dignitosamente, non possono assumere altro personale?
In un salotto dotato di televisione e biblioteca dove sono
accompagnati i degenti in carrozzina. Lasciati a se stessi la maggior parte
delle volte senza una costante presenza, fosse anche di una persona messa lì al
solo scopo di controllare che non accada loro nulla. Proprio lì mamma è caduta,
perché se ci fosse stato qualcuno che avesse notato le sue manovre per lasciare
il mezzo, avrebbe potuto fermarla in
tempo prima del ruzzolone.
Inutile mi sia stato detto che erano presenti, ma che è bastato
voltare un attimo lo sguardo, perché accadesse l’irreparabile. Non posso
crederci.
Chiedo e spiego di non dare lassativi a mamma, che non li tollera.
Mi rispondono che devono seguire il protocollo. Se seguissero il cuore non
sarebbe meglio? Non sono oggetti, i vecchietti ricoverati, non sono pupazzi da
gestire rigirandoli nel letto perché non vengano loro piaghe da decubito, per
poi ignorarli.
Mia madre è ricoverata nell’ultima stanza in fondo ad un lungo
corridoio. Quando di pomeriggio le
addette alla refezione passano con il carrello per servire il tè o un succo di
frutta – dentro bicchierini della misura di una tazzina da caffè – la bevanda
giunge fredda. Nessuna merendina solida. A me pare che vadano al risparmio in
tutti i settori. Se non le portassi io stessa una mousse di frutta, non avrebbe
altro che quel misero sorso di tè freddo o di succo d’arancia.
Mi avevano promesso un tavolino, dove poggiare il televisore che
abbiamo acquistato apposta per mamma, per avere un po’ di distrazione, una
compagnia seppur virtuale; risposero che non ne hanno più e che dovrei
procurarmene uno di materiale ignifugo. Altri l’hanno avuto a disposizione, ma
ora sono esauriti.
Ripeto, non punto il dito contro nessuno in particolare, ma ho
occhi per vedere e orecchie per sentire. Sto solo esaminando la situazione e le
note negative che mi sono apparse evidenti.
Aggiungo che, dopo il ricovero in ospedale per il quale ho dovuto pagare
a mie spese il trasporto in ambulanza sia andata che ritorno, nessun
responsabile della struttura dove è accaduto il fatto si è scusato. Nessuno che abbia telefonato alla famiglia
per chiedere notizie di mamma, mentre era in ospedale.
Però…però si sono affrettati ad inviarci la fattura della retta
mensile, nella quale non hanno nemmeno decurtati i 4 giorni in cui mamma era
ricoverata in ospedale o, quando meno, potevano accollarsi la spesa del
trasporto in ambulanza, considerato che mamma era in loro custodia.
Personalmente mi sarei sentita un verme dopo l’accaduto, se fossi
responsabile della Casa di riposo, nei confronti di chiunque lì ricoverato.
Avrei cercato di farmi perdonare in qualche modo, venendo incontro alla
famiglia per quel che fosse stato possibile.
Se non fosse necessaria per mamma una struttura attrezzata a
dovere, me la sarei riportata a casa. A loro dire, la colpa era sua, se è
caduta. Ma come fa una vecchietta quasi centenaria a rendersi conto della sua
reale situazione, la mente non sempre presente?
Troppo comodo! Avrei potuto intraprendere un’azione giudiziaria, cosa
che non ho fatto, e di questo il direttore sanitario della struttura
(invisibile e irreperibile) avrebbe dovuto essere riconoscente.
Ma questo è solo un mio sfogo. Ringrazio coloro che di mamma hanno
cura, veramente con attenzione e simpatia, perché esistono persone che svolgono
il loro lavoro con competenza e amore, come fosse una missione. Altri?
Sorvoliamo. Forse le loro mani sono legate, poco personale che non arriva a
tutto. Giustifico così quanto successo, non denuncio ma informo. Sono cose che
succedono? Certo, ma non dovrebbero mai accadere.
Danila Oppio
Hai fatto bene a parlarne.
RispondiEliminaAngela
Ho sentito la necessità di farlo. Mi è costato non poco dover affidare mamma ad una casa di riposo, avrei preferito tenerla con me, ma la situazione diventava sempre più difficile, con le sue continue cadute. E casa mia non è studiata per persone disabili, avendo scale dalle quali mamma poteva ruzzolare. Inoltre ha bisogno di costanti cure. Ma certamente non la necessità di cadere sotto gli occhi dei responsabili e fratturarsi il femore. Forse sarebbe potuto accadere anche a casa mia, ma è capitato lì, ed in quel luogo l'avevo ricoverata, proprio perché pensavo che si sarebbero presi cura di lei meglio di quanto avrei potuto fare io. Ecco il risultato! Grazie Angela!
RispondiEliminaNon potevi fare diversamente, data la situazione. E il fatto accaduto proprio in 'regime protetto'
RispondiEliminalo dimostra. Per fortuna è andata bene. E mamma è stata operata senza conseguenze.
Ciao. Angela
Si, ma sta soffrendo moltissimo. E la lunga degenza a letto non le fa certo bene, la debilita molto.
RispondiEliminaCiao Danila