Testi per Agenda Arte e Pensiero 2020 Ed. Helicon AR)
I N E D I T
I
riconducibili
alla silloge
ORFEO,
ORA PUOI (Helicon, 2018)
La verità di un uomo è
innanzitutto ciò che nasconde.
(André Malraux – Antimémoires))
Le parole non colgono
il significato segreto delle cose:
tutto appare un po’
diverso quando lo si esprime, un po’ falsato, un po’ sciocco.
Ma anche questo è un
bene: che ciò che è tesoro e saggezza per un uomo
suoni sempre un poco
sciocco alle orecchie del prossimo.
(Hermann Hesse - Siddharta)
PUNTUALIZZAZIONI acustiche
i.
DIVERSAMENTE
MUTA
Pur
senza corde, una cetra non tace:
diversamente muta
sussulta
e piange e ride e grida e strepita!
ii.
MALAGRAZIA
Esclama
un giornalista (ex giornalaio?):
“Che differenza fa, mi chiedo e
dico,
s’è
un ‘coming out’ o un ‘outing’ ?! Quante… stooorie!”
“L’effetto
è forse un altro…” – suggerisco --
“…se
a volerlo… strillaaare! sia tu stesso…
o
si sia messo in mezzo uno strillooone.”
(INSERIRE,
trasversalmente, PICCOLA IMMAGINE BOUZOUKI)
iii.
Un
segreto
è
un’umanissima protezione
della propria
libertà.
(Claudio Magris)
Un
segreto
non dovrebbe essere esternato:
se lo fosse, recherebbe nocumento a chi lo
esterna
e talora persino a chi lo riceve.
(Umberto
Eco)
Trasumanar significar per verba/non si
porìa…
(Dante
Alighieri)
Tutto è lecito, ma non tutto edifica.
(fra
Saulo di Tarso e Altiero Spinelli)
Come…borborigmo?…
“Con
pena… trattenerlo?... ad ogni costo?…”:
lettore caro, questo
è il dubbio del poeta
che troppo teme la tua incontinenza.
“Se… lecito, talvolta, rilasciarlo?...”:
questo,
lettore mio,
ch’io
non do mai per certo,
che
guaio se invece tu l’hai già deciso!
(Momo Sabazio)
(INSERIRE,
trasversalmente, PICCOLA IMMAGINE BOUZOUKI)
******
Poussin - et in Arcadia ego
Et in Arcadia
EGO
I.
Tanto sussiste…
Pozze d’azzurri riflessi
sul fondo d’un rivo in secca:
tanto
d’equoreo e celeste
sussiste
in
questi occhi
chiusi
II.
…di un fiore
Svaniti
e i colori, e il profumo,
e i
roridi stami, e quel buffo
spavaldo
irrequieto pistillo
del
turgido esotico fiore
estraneo
alla macchia nostrana,
che
un giorno strappasti, e (oh, dispetto
ad
ogni ordinaria violetta
beghina! bugiarda! – e fu giusta?...
o
indegna diffida?...) volesti
pigiato
e sepolto in un libro,
di
vivo oramai non ti resta
che
un vano tesoro:
il
suo
nome.
III.
When I was young? – Ah,
woeful When!
Ah! for the change ‘twixt
Now and Then!
(Samuel T. Coleridge – Youth and Age)
O could I feel as I have felt, or be what I have been,
Or weep as I could once have wept o’er many a vanish’d scene…
(George G.
Byron – Youth and Age)
…al tempo che l’acerbo, indegno
mistero delle cose a noi si mostra
pien
di dolcezza…
…allor che al fianco
m’era, parlando, il mio possente errore…
…Ahi, ma qualvolta
a voi
ripenso, o mie speranze antiche,
ed a quel caro immaginar mio primo…
(Giacomo Leopardi – Le ricordanze)
SIC
FUGIT VITA MEA
i.
Forse
la giovinezza è solo questo
perenne
amare i sensi e non pentirsi.
(Sandro Penna)
ii.
E
la vecchiaia?... Perenne pentimento
di
non saper, tuttora, mai pentirsi.
(Roberto V. Di Pietro)
IV.
L’absurde
n’a de sens que dans la mesure où l’on n’y consent pas.
(Albert
Camus - Le mythe de Sisyphe)
…com’è tutta la vita e il
suo travaglio
in questo seguitare una
muraglia
che ha in cima cocci
aguzzi di bottiglia.
(Eugenio Montale –
Meriggiare pallido e assorto)
Now is no time to think of what you do not have.
Think of what you can do with what there is.
(Ernest Hemingway – The old man and the sea)
E IL VECCHIO PESCATORE DISSE AL MARE
(una
supplica, a tu per tu)
i.
Mio
buon compagno, ascolta:
“Ora
che gli anni nuovi
li
sento ormai contati,
ora
che questi mesi
son giorni sempre uguali,
ora
che i miei risvegli
somigliano
a tramonti,
ora
che le mie veglie
son
reti e maglie vuote…
prega
per me quel Sole
che in te viene a gloriarsi,
pregalo
tu! acciocché
l’ora
del mio domani
non
sembri – ah, come l’oggi…--
la
somma delle stesse
ombre d’un altro… un
altro…
ancora un altro!…
ieri…
ii.
…E
faccia ch’io dorma con te, quando Lui
sorgivo
t’irraggia
t’abbraccia felice
e non lascia
segni di sangue
grumi
cicatrici.”
V.
Sola nel mondo eterna, a cui si volve/ogni creata cosa/
in te, Morte, si posa/nostra ignuda natura…
(G. Leopardi – Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie)
“Associazione irregolare delle idee,
un costume bizzarro della mente, anzi una
specie di follia
– scriveva Leibniz nei ‘Nuovi saggi
sull’intelletto umano’ –
che almeno per un attimo tocca a tutti gli
esseri umani.”
(Marino Biondi -- Raggiri e
complotti, verità vo cercando)
Certo è un azzardo un po’ forte,
scriver delle cose così,
che ci son professori oggidì
a
tutte le porte.
(1910)
E
lasciatemi trottt…olaaare…
(al
mio Aldino Giurlani – beh, alias A.P.)
(2019)
Quando nasce, la
sciogli, la scuoti…
la distendi…le palpi
i piedini;
con l’ovatta, il
musetto e il culetto
glieli netti, e via
via glieli baci.
Maschio?... femmina?...
E che! Fa lo stesso:
Vita Nuova è Rampollo, perbacco,
dei tuoi lombi allenati, indefessi!
Te la coccoli in
grembo e t’incanti:
bella o bello, la chiami
“Paaa-pàaa…”
E di te, che ne pensa?...Oh, che vuoi
che le importi dei troppi
barbogi
di cui pullula il
nostro pianeta:
“Madre o padre, ufff…un’unica
pppizza!
Una stessa rottura…
di pppalle!
Pachidermi spompati!
Elefanti
moribondi, ma… ancooora
fra i piedi!
Ignoranti… che
scrivono fiuuumi
di parole antiquate
su Facebook…
ma non sanno gestirsi
altri Social
dove basta una foto e, se porno,
finalmente non fa démodé.
Gente lenta!… che ingombra le strade:
senza ritmo nel
sangue, né orecchio…
pur se intasa le nostre palestre
per strusciarsi a
pollastre e galletti
nel ballare la zumba
e l’hip hop!
Miserabili
giovanilisti…hhh…
Vecchi… e pporci!… Mammùt pederasti!” --
(le insolenze, per ora, le tiene
solamente sbozzate in
memoria,
ma le pulsano già
negli occhietti…) –
“Pàleo-ssstronzi…eee…”
– Vabbèh, può bastare.
Lei, per contro... che
dire? E’ una Rock!
Anzi, un cyber-Palèo (*) postmoderno:
un’androgina a tutti
gli effetti
(o un ginandro?...
oggigiorno...uhmm, chissà),
si fa avanti e non
perde un istante:
scende in pista, e si
lancia e si sferza!
Uèei! In un amen è già bell’e pronta
a rotar su se stessa!
E, se gira,
(ora ha un’App che la
sprona, per giunta…)
con trasporto volteggia!
Iiiih, s’impenna!
Si delizia! Si frusta
e si esalta!
Si scudisciaaa…e vaaa…
sempre… più su!
E nel mentre canticchia:
“Suvvia!
Che trott… tròttttt…tolàaare a me piaaace…
Mi diveeerte! E
lasciate, lasciaaate…
voi lasciatemi faaare…
cooo…sì!”
Ma sia presto, o sia
tardi…a seconda…
(e di che?
tu
lo sai?…) se la segui,
di straforo la sbirci, t’accorgi
che anche Lei (come
te, hhh…e chi la scampa?!)
tutt’a un tratto…un
tantino… s’inclina…
(già...rallenta?...Ehi,
macché, mica molla!)
Guardi meglio eee…però,
non ti sbagli:
si sollazza pur
sempre, ma sembra
che non gongoli più:
perché un po’…
ten… ten…tenna…s’aff…anna!... imbolsita
barr…colla!…traaa…balla…oh,
penosaaa-
mente…s’avvita!…
Ecco, sbanda…eee…
sobb…bbalzand’… ora sbietta…eee… in-
tisi…chita… tosss…sisce…eee…
…ssst-tosss…st-osssssss…èndoooo…
si… sss…smoo…orrrza…
s’acc…cc… cascia eee…
…ti
pianta?!
Cooo…sì.
(*) Palèo: tipo di trottola, in uso fino al XVI secolo, che si lanciava
con una corda
e si faceva girare con una sferza.
(Momo Sabazio – beh, alias RVDP)
Si desidera avvertire che i testi poetici qui pubblicati in anteprima, come già ogni altro testo di Roberto V. Di Pietro presente in questo blog, sono protetti da COPYRIGHT.
Nessun commento:
Posta un commento