POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, agosto 3

IN GIRO PER MILANO IN CERCA D'ARTE di DANILA OPPIO



IN GIRO PER MILANO IN CERCA DI ARTE AUTENTICA

 Oggi ho percorso le strade del centro milanese. Nessuno, che non sia veramente in simbiosi con questa città, si attarda a osservare ogni angolo come me, che di Milano sono figlia adottiva.
Nelle viuzze di Brera, conosciuto come il quartiere degli artisti, intervallate da vetrine sfarzose soprattutto quelle delle boutique, ci sono gallerie d’arte. Molto più ammirevole delle opere esposte, è la facciata del palazzo ottocentesco che le ospita. Povera arte deturpata, svilita. Con che coraggio si può chiamare arte quella robaccia? Che cosa sta accadendo in questo secolo? Avanza la tecnologia e come un gigantesco bulldozer ci passa sopra. Certo ne rimane sotterrato il nome, ma la “A” maiuscola resta schiacciata, e diventa minuscola.
Qua vedo creazioni plastiche, informi, paiono reperti dell’età della pietra, abbozzi primitivi di qualcosa cui non saprei definire con un nome appropriato.
Là vedo tratteggiate su tela scarne figure, zombi o ectoplasmi, parvenze di immagini umane.


Arte! Preferisco l’omino stilizzato di un bimbo quattrenne, come questo:

Espressione genuina d’arte embrionale, un tentativo di rappresentare il papà. Una dichiarazione d’amore per il genitore. E si capisce che si tratta della figura paterna. Se oggi è un abbozzo, domani sarà un ritratto più complesso e magari quel bimbo diverrà un novello Leonardo, chissà?!
Ma la tua arte, pittore, scultore dai capelli canuti, è irrimediabilmente degenerata e non più riplasmabile, come potrebbe esserlo una vecchia baldracca, disfatta dagli anni e troppo sfruttata.
Dov’è la perfezione del Rinascimento? Dove la poesia del Neo-Realismo? Dove la grinta feroce, quasi blasfema, ma di sicuro fascino del cubismo?  E l’astrattismo di Klee o di Kandinskij?
E per possedere una tua tela di tal fatta, o una scultura sformata, dovrei sborsare milioni di lire? Preferisco frequentare le esposizioni in via Bagutta o lungo i Navigli. Lì qualche pittore senza parte, ma forse con più arte di te, signor maestro dell’orrore, mi allieterà la vista con un suo quadro che rappresenta il volto di un bimbo, uno scorcio o un panorama nella nebbia di Milano, cancellando così dal mio sguardo la ripugnanza impressa dalle tue produzioni.
E forse il pittore di strada non chiederà neppure molti soldi per il suo lavoro: poco più del costo della tela o del legno su cui ha dipinto.
E quando gli ospiti vedranno quei quadri appesi con orgoglio alle pareti di casa mia, so già che diranno:

 - Ma de chi l’è quel quader lì, l’è de nissun valur.

E lo dicono solo perché non mostra la firma che va di moda, di quell’autore affermato e tanto lodato. La tua!
E come se Armani lanciasse la moda della braghe col culo di fuori!

-       L’è dell’Armani, perciò l’è bel e chic. El fa la so figura!

E l’artigiano dietro l’angolo, che cuce ancora pantaloni con l’aplomb perfetto, dalle rifiniture curate, perderà i pochi clienti e farà la fame.

-       Pora mi, dul è che andèm a finì!

Diceva la sciura Maria quarant’anni fa.
Ci siamo già arrivati, al dove andremo a finire, per quanto riguarda l’arte, e purtroppo non solo questa!
Siamo nella merda totale e, per non essere tacciata di volgarità, nella cacca, che fa più fine!
Il mio discorso disfattista sull’arte figurativa riguarda in qualche modo anche la poesia. Ne ho lette alcune, di autori premiati recentemente, vincitori di non ricordo più quali concorsi.
Belle, bellissime. Parole e suoni modellati tra loro quali intrecci fonetici, tanto perfetti da parer tracciati con squadra e righello, peccato che fossero incomprensibili e intraducibili.
Anche in questo caso, mi chiedo dove sia finita la scuola di Ungaretti e Montale o di Saba, tanto per fare qualche nome.
Non serve retrocedere nel tempo, citando Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Leopardi, Foscolo o Petrarca, per non parlar di Dante.
L’abisso si mostrerebbe talmente profondo da inghiottire tutti i poetastri, ed io con loro che mi sono permessa di giudicarli!
Ritorno a dire che una poesia di un’allieva di scuola media, nel suo ingenuo candore, è preferibile (come il disegno del bimbo di quattro anni) ai presunti poemi di presuntuosi e improbabili poetastri.
L’Arte è morta: requiem aeterna, amen!

Danila Oppio
Milano, 30 novembre 1983

Ps. Scrivevo questo mio testo 36 anni fa e ora, riscoprendolo, mi accorgo che sono tuttora coerente con le mie considerazioni di allora, anzi, di recente ho trattato ancora di gallerie di “presunta” arte e ho bastonato simbolicamente non tanto gli “artisti” che cercano notorietà in tutte le salse, quanto i galleristi e i critici che li sostengono, anche se gli artisti da loro decantati e supportati (e da me sopportati non tanto pazientemente) producono immani schifezze.

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