POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, agosto 31

PARCO VIGELAND DI OSLO


Si accede al Parco Vigeland di Oslo, in Norvegia, attraverso pesanti cancelli in ferro battuto, a poca distanza da una congestionata arteria cittadina. Ai visitatori che senza fretta procedono lungo i viali del parco, 200 sculture in bronzo e pietra, che si stagliano contro una verde cornice naturale, illustrano un ritmo pacato, e tuttavia drammatico, le vicende delle stagioni umane: infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia. Qui un vecchio dalla barba fluente cinge con gesto affettuoso le spalle dell'anziana compagna che gli si appoggia al ginocchio; là due giovani sposi, le teste vicine sino a toccarsi, tengono il loro bambino in un unico abbraccio; più avanti, il primo incontro, struggente e circospetto a un tempo, di due adolescenti.
Da ogni parte del mondo vengono ad ammirare questo insolito «museo» [Parco Vigeland], monumento imperituro alla visione poetica e all'energia creatrice dell'uomo che ha dato vita a più opere d'arte di qualsiasi altro scultore: Gustav Vigeland.
Dal punto di vista artistico, Vigeland si può dire uscito da quello stampo gotico che è caratteristico dell'Europa settentrionale, ove l'atto creativo è di rado scevro da una sofferta agonia: basti ricordare il tormentoso dramma di Ibsen, le tetre meditazioni del pittore Munch.
La più grande eredità che abbia lasciato Vigeland è il parco. Appena si varcano i cancelli, il frastuono del convulso traffico cittadino si attutisce come per incanto fino a spegnersi. Al di là del ponte la possente fontana di Vigeland fa udire la sua voce sonora.
Peccato che durante la mia visita fosse stata spenta.
Alla sommità del monumento [il monolito con 121 figure] si trova la più segreta testimonianza resa da Vigeland alla forza dello spirito umano: il viso scolpito di un bimbo, il sorriso rivolto al cielo.
Avrei voluto fotografare ogni singola statua, ma il tempo a mia disposizione era poco, considerato che passeggiavamo con un piccolino di neanche un mese, il mio adorato nipotino Leon. Spero comunque che questi miei scatti servano a dare un'idea della mastodontica opera d'arte dello scultore norvegese. 
Conosciamo Vigeland?


Adolf Gustav Vigeland (Mandal11 aprile 1869 – Oslo12 marzo 1943) è stato uno scultore norvegese. La sua fama è legata soprattutto al Parco di Vigeland, un'area all'interno del Frognerparken di Oslo dove sono esposte oltre duecento sue sculture ed altri lavori.
Vigeland nacque in una piccola città del sud della Norvegia da una famiglia di artigiani e contadini. A quindici anni fu mandato ad Oslo per fare l'apprendista presso un intagliatore, ma dovette abbandonare il posto dopo nemmeno due anni, quando l'improvvisa morte del padre lo costrinse a rientrare a Mandal per aiutare la famiglia.
Tornò ad Oslo nel 1888, a diciannove anni, intenzionato a diventare scultore. Grazie al sostegno morale e finanziario dello scultore Bryunjulf Bergslien, iniziò a frequentare una scuola d'arte e nell'autunno del 1889 espose per la prima volta al pubblico una sua opera ("Hagar e Ismaele").
Dal 1891 al 1896 Vigeland fece diversi viaggi all'estero. Soggiornò a Copenaghen, a Parigi, a Berlino e a Firenze. Quelle esperienze furono la sua formazione non accademica: a Parigi ebbe modo di frequentare lo studio di Auguste Rodin, mentre in Italia entrò in contatto con l'arte antica e con il Rinascimento. In quegli anni cominciarono ad emergere nelle sue opere alcuni temi che dominarono nel tempo la sua produzione artistica: la morte e il rapporto tra l'uomo e la donna. Tenne le sue prime due mostre personali in Norvegia, nel 1894 e nel 1896, ottenendo pareri molto positivi da parte di alcuni critici.
Dal 1897 al 1902 Vigeland fu impegnato come scultore nelle opere di restauro della Cattedrale di Nidaros a Trondheim. L'esposizione all'arte medievale contribuì un nuovo elemento alla sua produzione creativa autonoma: il drago, simbolo del peccato ma anche della forza della natura, in lotta contro l'uomo.
Rientrato ad Oslo, ottenne in prestito dal comune uno studio in disuso dove poter lavorare. In quel periodo in Norvegia c'era un grande fermento nazionalista, che culminò con l'indipendenza dalla Svezia nel 1905. Il paese voleva celebrare la propria storia e la propria cultura. Vigeland, ritenuto lo scultore norvegese di maggior talento, ebbe molte commissioni per statue o busti commemorativi di illustri compatrioti come, ad esempio, il drammaturgo Henrik Ibsen e il matematico Niels Henrik Abel.
Nel 1906 Vigeland presentò un modello in gesso di una fontana monumentale che, secondo le intenzioni iniziali del Comune di Oslo, sarebbe andata ad adornare la piazza di fronte al Parlamento Nazionale. L'opera di Vigeland venne accolta con favore, ma da più parti si sollevarono critiche sulla scelta della collocazione. La realizzazione pratica della fontana venne perciò rimandata fino a quando non si fosse trovato un accordo sul luogo dove costruirla. Nel frattempo Vigeland ampliò il suo progetto originario aggiungendovi vari gruppi scultorei e, nel 1919, un'alta colonna in granito.
Nel 1921 il comune di Oslo decise di abbattere il vecchio edificio dove si trovava lo studio dello scultore per costruire una biblioteca. Si arrivò ad un accordo: il comune avrebbe costruito per lui un nuovo edificio destinato a studio ed abitazione, che sarebbe stato trasformato in museo dopo la sua morte. In cambio, l'artista si impegnava a donare alla città tutti i suoi lavori, sculture, disegni, incisioni, compresi i modelli.
Vigeland si trasferì nel nuovo studio in Kirkeveien nel 1924, a poco distanza dal Parco Frogner, che era stato scelto come luogo definitivo per la realizzazione della fontana. Nei successivi vent'anni Vigeland si dedicò alla progettazione, alla realizzazione e all'allestimento dell'area destinata all'esposizione permanente delle sue sculture, che da lui prese il nome di Parco di Vigeland.
Nella casa di Kirkeveien visse e lavorò fino alla morte, nel 1943, e lì ancora riposano le sue ceneri, conservate nella torre. Come previsto, l'edificio è stato trasformato nel Museo Vigeland, dove sono esposte varie opere dell'artista e tutti i modelli originali in gesso delle sculture del Parco di Vigeland.
Danila Oppio


















 Ma questo parco abitato da statue è anche immerso in spazi enormi di verde, ben curati, e da rosai meravigliosi. Un colpo d'occhio che soddisfa chi ama l'arte e la natura.






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