Non potevo mancare la visita al museo di Oslo, dedicato al grande esploratore e navigatore
THOR HEYERDHAL (IN NORVEGESE SI PRONUNCIA THUR)
Biologo, specializzato all'Università di Oslo in antropologia delle isole del Pacifico, divenne in realtà famoso
per la sua attività da archeologo. Infatti mise in discussione le teorie
contemporanee sulla diffusione umana via mare sul pianeta, non esitando ad
organizzare ardite navigazioni con natanti rudimentali per dimostrare la
possibilità di viaggi transoceanici in epoca antica.
I suoi
progetti navali si basavano su precise documentazioni storiche o protostoriche
ed erano eseguiti con l'aiuto di maestranze indigene abili in lavorazioni
simili a quelle antiche. I dubbi della comunità scientifica dell'epoca si
riferivano generalmente all'uso di materiali poco noti e ritenuti inaffidabili
quali legno di balsa, papiro e giunco.
Fu
anche autore di documentari sulle sue spedizioni. Kon-Tiki ricevette l'Oscar al miglior documentario nel
1952, mentre Ra (The
RA Expeditions) fu candidato allo stesso premio nel 1972.
Nel 1970, con un'imbarcazione
di papiro come
quelle usate dagli antichi Egizi,
il Ra II, attraversò l'oceano Atlantico dal Marocco alle Antille.
Nel 1977 un'altra
imbarcazione di Giunchi, il Tigris, navigò dalle rovine di Babilonia (Iraq) alle Maldive e
da lì a Gibuti.
Grazie
alla spettacolarità delle sue imprese, documentate ed esposte nel Kon-Tiki Museet di Oslo, molte delle sue
teorie, soprattutto sulle origini delle popolazioni polinesiane, risultarono le
più diffuse, anche più di quanto meritassero in termini di conferma. Se, da un
lato, gli sviluppi successivi dell'archeologia e della genetica (l'analisi del
DNA mitocondriale ha rivelato che le popolazioni polinesiane sono arrivate da
Occidente: Corno d'Africa, Centro Asia, India, indonesia, Australia) sembrano smentire
la sua teoria della discendenza delle popolazioni polinesiane e dell'Isola di
Pasqua anche da popolazioni amerinde,
dall'altro è certo che il suo contributo è indiscutibile sotto molti aspetti.
Ad
esempio, la stagione di scavi del 1955 presso l'Isola di Pasqua, in assoluto la
prima vera campagna archeologica, ha permesso di chiarire molti aspetti
rendendo possibili gli studi successivi, anche quelli che hanno prodotto
smentite di alcune sue conclusioni. I suoi studi e le sue spedizioni hanno
comunque dimostrato che in epoche molto antiche le rotte marine erano solcate
abitualmente e che gli scambi culturali erano molto più fiorenti di quanto si
pensasse.
Polinesia
(1937-1938)
Qui sentirà da un vecchio indigeno le leggende che ispireranno il
viaggio del Kon Tiki. Incontra un
altro norvegese, Henry Lie, residente a Fatu Hiva da trent'anni, che gli mostra
delle statue di pietra simili ad altre trovate in Colombia. Scopo originale della spedizione era
capire come gli animali avessero potuto raggiungere un'isola precedentemente
deserta. Il periodo trascorso sull'isola di Fatu Hiva venne poi narrato nel suo
primo libro "Paa Jakt efter Paradiset" (1938), che
fu pubblicato in Norvegia ma, per l'incombere della seconda guerra mondiale,
non fu mai tradotto. Molti anni dopo, a seguito della fama raggiunta con i suoi
libri e documentari, Heyerdahl pubblicò una rielaborazione di questo libro
sotto il titolo di "Fatu Hiva" (1974),
incorporandovi la sua vena salutista.
Columbia
britannica[
Nel 1939 partì in cerca di una rotta dall'Asia alla Polinesia; la
spedizione era finalizzata alla ricerca di contatti tra civiltà asiatiche,
polinesiane e pre-colombiane. Elaborò una prima ipotesi di origine
"nordamericana" delle popolazioni polinesiane.
Perù
e Polinesia (1947)
Il 28 aprile 1947 Heyerdahl salpa da Callao con un'imbarcazione di legno di
balsa di ispirazione incaica, il Kon-Tiki, trasportato dalla Corrente di Humboldt.
Il 30 luglio l'equipaggio avvista l'isola di Puka Puka, nell'arcipelago delle Tuamotu, e
dopo un'altra settimana riuscirà ad approdare sull'atollo di Raroia. Questa spedizione dimostrò
la possibilità tecnica per le popolazioni sudamericane di raggiungere e
colonizzare la Polinesia, anche se tale
ipotesi non ha trovato pieno riscontro in verifiche effettuate con mezzi
moderni, quali le analisi genetiche, che hanno però dimostrato il flusso
inverso, tecnicamente analogo dal punto di vista della navigazione.
Galápagos
(1952
I detrattori della sua teoria sostenevano che prima di raggiungere la
Polinesia, le popolazioni sudamericane avrebbero dovuto raggiungere le Galápagos, più vicine ma disabitate. Nessun
archeologo aveva mai studiato quelle isole, considerate disabitate. Con questa
spedizione Heyerdahl dimostra che le Galápagos erano state punto di approdo di
navigatori provenienti dalle Americhe in epoca precolombiana. Individua l'isola
come possibile attracco delle zattere pre-incaiche preistoriche, ritrovamento
di abitazioni precolombiane con resti di centinaia di vasi in ceramica
pre-incaici dell'Ecuador e del Perù settentrionale. Le isole avrebbero
potuto essere uno scalo migratorio dal Sud America verso la Polinesia.
Isola
di Pasqua (1955)
Stabilitosi a Rapa Nui per un
anno, Heyerdahl analizzò scientificamente le possibili tecniche di costruzione
e trasporto dei moai. Dimostrò che molti di essi erano sepolti
dentro la collina e più grandi del previsto, e che in origine recavano sul capo
una sorta di copricapo in pietra rossa.
Aiutato da archeologi professionisti, effettuò un'analisi stratigrafica
sulla colonizzazione dell'isola, risalente almeno al 380.
Tramite l'analisi dei pollini nelle stratificazioni in un lago paludoso,
dimostrò definitivamente che alcuni secoli prima dell'arrivo degli Europei,
l'isola era coperta da una fitta vegetazione arborea.
Vennero confutate, con un efficace esperimento pratico, le teorie legate
all'impossibilità per un popolo primitivo di scolpire ed erigere statue di
quelle dimensioni e quel materiale senza una tecnologia avanzata. Durante
l'esperimento, con una speciale tecnica e strumenti rudimentali, sei uomini
riuscirono in soli tre giorni a scolpire interamente una statua di dodici
tonnellate in tufo vulcanico e trasportarla utilizzando 180 uomini, muniti di
funi e di un'enorme slitta di legno. Un'altra statua pesante trenta tonnellate,
rimasta a terra per secoli, venne issata su un'alta piattaforma di muratura,
mediante un apposito basamento di pietre.
Ra
Nel 1969 partì dalla città fenicia di Safi,
in Marocco, con un'imbarcazione costruita da maestranze del Lago Ciad. Il progetto si basava su
documentazioni di tipiche antiche imbarcazioni egizie in papiro, eccessive per navigare solo sul Nilo.
Dopo 56 giorni, naufragò a circa una settimana di navigazione dalla meta. Del
ridotto equipaggio, anche per la successiva traversata della RA II, fece parte
l'esploratore documentarista ed alpinista italiano Carlo Mauri.
Ra
II Nel 1970, sempre dal Nord Africa, partì con un'imbarcazione costruita da
amerindi Aymara del lago Titicaca,
percorrerà in 57 giorni 3 270 miglia, raggiungendo l'isola di Barbados. Con questa impresa dimostrò la
fattibilità tecnica, già nell'antichità, di viaggi dal vecchio verso il nuovo
mondo, suggerendo che la somiglianza culturale tra i popoli precolombiani e le
popolazioni assiro-babilonesi, potrebbe non essere dovuta al caso.
Iraq
(1977)
Con una nave di giunchi percorre 6800 km, discendendo il fiume Tigri fino al Golfo Persico, poi nell'Oceano Indiano fino alla valle dell'Indo in Pakistan e verso ovest fino al Bab
el-Mandeb, l'imboccatura del Mar Rosso. Con questa impresa, dimostra la
possibilità di scambi culturali e commerciali in epoche molto antiche ad opera
dei popoli mesopotamici, anche se la tecnica di costruzione della sua
imbarcazione era mutuata da indigeni del Lago Titicaca, in Sudamerica, e non
dalle antiche tecniche sumeriche.
Maldive
Dal 1981 al 1984 fu alle Maldive: durante questa spedizione archeologica
scopre reperti che dimostrano come le isole, già 2 000 anni prima di Cristo,
fossero punto di passaggio per navigatori provenienti dalla terraferma e
diretti in India.
Nuovi
scavi sull'Isola di Pasqua
Tornò sull'Isola di Pasqua dal 1986 al 1987: compì nuovi esperimenti che
dimostrano ulteriormente la facilità di trasporto delle statue da parte di una
squadra di soli 15 uomini.
Esplorazioni
successive
Studia le Piramidi di Tucumè (Perù)
nel 1988; dal 1992 al 1995 esegue scavi nelle
isole Canarie; s'interessa alle Piramidi di Guimar,
dimostrando che non sono ammassi casuali di pietre, ma opera dell'uomo.
Esegue scavi ad Azov, in Russia, nel 2002, alla ricerca delle origini
dei popoli vichinghi, ossia la mitica terra dell'Ásaheimr; furono però interrotti dal
peggioramento della sua salute.
Premi
e riconoscimenti
Nel 1950 ricevette la “Retzius Medal” dalla Royal Swedish Society for
Antropology and Geography”. Nel 1952 viene premiato con l'Oscar per il
documentario sul viaggio della zattera Kon-Tiki.
Immagine
tratta dalla pellicola premio oscar Kon-Tiki
Nel 1960 viene eletto quale membro della “Norwegian Academy of
Sciences”, nel 1962 fu insignito della “Lomonosov Medal” dall'università di
Mosca, della Gold Medal Royal geographical di Londra, della Medaglia Norvegese
St. Hallvardsmedaljen e del Bradford Washburn Award dal museo della Scienza di
Boston.
Fu di nuovo candidato nel 1972 all'Oscar per la categoria Documentari,
ricevette dottorati Honoris causa dall'Università di Lima e da quella di Cuba.
Oltre a questo a Heyerdhal è stato intitolato un asteroide che ruota fra
i pianeti Marte e Giove: 2473 Heyerdahl è un piccolo asteroide della fascia principale, scoperto da Nikolai
Stepanovich Chernykh nel 1977.
Il 18 gennaio 2011 la Marina Norvegese ha immesso in servizio la
fregata F314
Thor Heyerdahl (classe Nansen),
rendendo omaggio al nome di uno dei più illustri esploratori norvegesi.
Ed ora un po' di foto dal museo di Oslo
KON TIKI 1950
KON-TIKI
qui sotto: KA
RICOSTRUZIONE DELLO STUDIO DI THOR ESEGUITO DA UNA EQUIPE CINESE
I REPERTI ARCHEOLOGICI DELL'ISOLA DI PASQUA O RAPANUI
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