POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, ottobre 18

II PREMIO AL CONCORSO LETTERARIO L'AQUILONE di CORTEMAGGIORE (PC) a DANILA OPPIO

 Al Concorso 2021 come da oggetto, ho ottenuto il II posto con il mio racconto: LA VITA LEGATA A UN FILO...DEL TELEFONO.

Ecco la targa e il diploma:

E il mio racconto:

La vita legata a un filo…del telefono
Il telefono squilla. Dafne va, faticosamente, a rispondere. È lui, è lui che chiama. Pensa, e il cuore le batte all’impazzata.
- Ciao Dafne, come va? Oggi, purtroppo, non riesco a venire da te, ma desidero accertarmi che tu stia bene. Verrò senz’altro domani. 
Poche parole di commiato, e lei riappende il ricevitore con un sospiro deluso. Liliana modifica gli appuntamenti anche all’ultimo momento, ma si adatta ad accettare, anche se a obtorto collo, diversamente Dafne sarebbe sempre sola. 

 Perché lui non chiama ancora? È trascorso troppo tempo e lei ha bisogno di sentire la sua voce, le sue parole.

Si siede sulla poltrona, quella cara vecchia fauteuil che l’avvolge come un grembo materno, e sfoglia distrattamente una rivista.
La sua mente la riporta alla prima telefonata di George, le pare ancora di udire la sua voce un po’ roca, nonostante la giovane età. Si erano conosciuti subito dopo la guerra, e non ricorda bene se fu l’euforia di quei giorni di pace, e la passata paura, la causa per cui si trovò quella notte tra le braccia di quel forte e bellissimo american lieutenant dell’U.S. Army Air Forces,
Quell’unica notte che non riesce a scordare. 
Decisero di dirsi addio, quando lui ripartì per Dallas, e lei temeva di affrontare con lui, poiché le aveva chiesto di seguirlo, quel viaggio verso l’incognito, ma si lasciarono con la promessa di risentirsi al telefono, una sola volta ogni anno. Dafne non volle vivere altre storie d’amore. Le bastava il ricordo di George, di quell’indimenticabile notte. 
- Sono io, Dafne, come sei vestita? Dimmelo, voglio immaginarti…chissà come sei elegante, ricordo che vestivi sempre con stile semplice ma raffinato.
- Grazie del complimento, George. Indosso un completo grigio chiaro, ho una pochette di pizzo, infilata nel taschino della giacca, un filo di perle coltivate al collo, scarpe e calze nere. Sto per uscire per una breve passeggiata e un po’ di shopping.
- Non me la dai a bere, non posso credere che tu esca sola, chi ti aspetta e dove? Non farmi morire di gelosia. Vorrei accarezzare quei tuoi capelli biondi, sono ancora di quel colore, vero?
 - Sono solo un po’ più corti, e un po’ più chiari, George!
- Se sei pronta per uscire, perché non ci vediamo per un caffè, ricordi? In quel posticino a duecento metri da casa tua, dove ne avevamo consumato il primo e unico. Lo meritiamo un altro caffè insieme. Desidero baciarti, e trascorrere un’altra notte con te. Di specchiarmi nei tuoi occhi di cielo, e veder brillare quella stella luminosa che scintilla quando sorridi, ah quel tuo sorriso che mi ha incantato.
- Non è possibile, George, le mie amiche mi stanno aspettando, non posso davvero, anche se lo vorrei, e non puoi neanche immaginare quanto.
- Se ti telefono tra qualche giorno, ti dispiacerebbe?
- No assolutamente, chiama giovedì, vedremo di combinare per quel caffè, virtuale certamente, considerata a distanza. Ordinerò due tazzine, seduta al tavolino, e immaginerò di vederti seduto di fronte a me.
- Ok, baby, mi manchi sempre Dafne, lo sai?
- Sì, anch’io ho molta nostalgia di te, a presto!
-  A big Hug!
-  Me too!!

Il giornale è caduto a terra. Dafne fissa assorta la parete di fronte. Ogni anno George le telefona, e ogni volta la telefonata è all’incirca la stessa, carica di parole non dette, di allusioni a notti d’amore, di appuntamenti per giovedì…di quale mese o anno?
Da quanti anni va avanti questa storia? Dafne ha perso il conto, più di settanta o quasi ottanta? E da quel giorno del dopoguerra, George non l’ha più rivisto.
Quelle telefonate, però, così tenere e un po’ sensuali, le fanno bene. Lei, in quei momenti, si sente giovane e desiderata, non importa se sta per compiere i suoi primi cent’anni! E anche George si trasforma in uno spudorato ragazzino. È il loro segreto, per dieci minuti l’anno, retrocedono nel tempo.
Dafne si alza, va verso il suo scrittoio, apre l’agenda. Sono trascorsi quindici mesi dall’ultima telefonata di George. Troppi.
Le sue dita artritiche, le vene blu sotto la pelle trasparente e rugosa, s’infilano tra i capelli corti e innevati. Si stringono intorno alle tempie avvizzite, e dai suoi occhi, ormai molto miopi, rotolano grosse lacrime amare.
Liliana, il giorno dopo, telefona a Dafne per confermarle che si sarebbe recata da lei per farle compagnia. Il telefono, però, dà sempre segnale di occupato.
Preoccupata, chiama i vigili del fuoco e, forzata la serratura, Liliana e i pompieri accorsi - Dafne li avrebbe chiamati così - attoniti, di fronte alla visione che appare ai loro occhi: quella di una vecchina seduta in poltrona, ormai trasferita nell’eternità, con il ricevitore del telefono stretto nella mano rattrappita e un dolce sorriso sulle labbra…
George l’ha chiamata da un luogo molto più lontano del Texas, e oggi, giovedì, sono finalmente insieme per quel caffè, in un bar ubicato ben oltre le nuvole.

Danila Oppio


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