ANITA MENEGOZZO PRESENTA:
Quando sarà riemerso l'universo
Che cosa sarà mai del mare immenso
senza più terre emerse
senza più lungomari e luminarie
ad uso riservato ed esclusivo
senza genti sommerse in vecchie barche
le braccia verso il cielo
Non più bandiere flosce di ogni vento
a guardia di confini senza senso
Dentro il suo ventre mille e più Venezie
di cui non resta l'eco di un disegno
Ma come sarà il mare in quel frangente?
Sarà color del fango piatto e spento
o avrà ancora il coraggio di essere celeste
per una volta ancora e poi in eterno
Dentro quel grembo immoto
solo apparentemente
pulluleranno chimiche evolute
di cellule perfette
di canti di sirene
di amori tra torpedini e balene
capaci di inventarsi anche dal niente
cosa sarà di noi e del nostro sole
quando sarà riemerso l'universo
Il cieco
Dovessi raccontare il mare a un cieco
annasperei dicendo
ben peggio di uno stolto
“immagina piovesse giù l'azzurro
farebbe un lago grande quanto un cielo”
e capirei ben presto che è inutile lo sforzo
perdendo le parole man mano che le cerco
Così che mi decido
mi bendo e lo raggiungo
in fondo al buio
Da questa mai esplorata prospettiva
rannicchio accoccolato sulla riva
mi cullo e mi consolo
come se fossi nato appena ieri
con onde che accarezzano i miei piedi
con onde che leniscono i pensieri
Più tardi come segno dell'incontro
mi resta addosso un umido salmastro
qualcosa di materno che mi galleggia intorno
Nulla di ciò mai andrà dimenticato
di ciò che solo un cieco del mare mi ha insegnato
quell’ansimar profondo sempre a fianco
come se un qualche Iddio più affaticato
restasse accanto a me a riprender fiato
Mareggiate
Ad ogni venir meno
di una delle tante mareggiate
che segnano la linea la vita di una riva
ritrovo sul fondale appena emerso
le rughe a cui appartengo
quelle più antiche quelle più profonde
le stesse che io lascio con le impronte
le stesse che incoronano la fronte
Ma tra le secche di cui ho sentimento
il guizzo repentino di un pensiero
mi coglie a tradimento
feroce come un dubbio
Perché tanto silenzio?
Perché dopo il maltempo
quasi non tira un alito di vento?
C' è un dio che si nasconde dietro un dito?
O sono io che ostino a darlo per disperso?
Guardo nell'orizzonte
mi ci perdo
e per troppo stupore che non reggo
lascio che mi travolga
stavolta senza opporre resistenza
la meraviglia come un mare intero
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